Settimana corta e più servizi, come le piccole aziende sperimentano nuovi orari
Nelle cooperativa di servizi immobiliari UniAbita nuovo accordo con i sindacati sulla flessibilità, ma a parità di stipendio
di Cristina Casadei
2' di lettura
Il dibattito sulla settimana corta entra anche nelle realtà più piccole, che provano a sperimentare nuove organizzazioni del lavoro per conciliare meglio vita e lavoro, a parità di stipendio, ma anche a parità di servizio. Settimana corta e servizi in più, insomma. Possibile? Ci provano a Cinisello Balsamo, in provincia di Milano, alla UniAbita, la maggiore cooperativa italiana di abitanti che fa parte di Legacoop e ha circa 50 addetti, in prevalenza donne. La nuova organizzazione è stata discussa con i sindacati e ha portato a un accordo con la Filcams Cgil che prevede una sperimentazione di una distribuzione diversa dell’orario di lavoro che garantisce orari di apertura più lunghi e consente ai lavoratori di lavorare su 4 giorni anziché su 5. Tutto a parità di stipendio.
La settimana corta di UniAbita consiste infatti nella riduzione di un giorno della settimana lavorativa ma recuperando ore nei giorni in cui si lavora, allungando l’orario giornaliero fino alle 19 e nella pausa pranzo. Con un duplice obiettivo: da un lato potenziare i servizi ai soci che potranno accedervi anche in pausa pranzo e per un orario più lungo e dall’altro migliorare il benessere lavorativo dei dipendenti e la conciliazione famiglia/lavoro.
Il nuovo accordo verrà sperimentato da giugno a settembre e nasce da un nuovo equilibrio tra efficienza operativa e nuovi bisogni delle famiglie.
Come spiega Mirca Carletti, direttrice di UniAbita e responsabile del tavolo pari opportunità di LegaCoop, «diventa tutto più semplice quando, come nel nostro caso, la maggioranza dei dipendenti è donna e il management è quasi del tutto femminile. C’è una sensibilità spiccata sui tema dei diritti della donna-lavoratrice e che ha toccato tutte le nostre dipendenti e i nostri dipendenti».
La flessibilità oraria e il percorso per arrivare alla sperimentazione della settimana corta, in Uniabita, è frutto di un progetto più ampio che «è iniziato nel 2015 da una riorganizzazione aziendale, individuando ruoli e competenze chiari, dalla rivisitazione dei metodi per aumentare la produttività e l’efficienza lavorativa e rendere più efficaci le procedure di controllo», dice Carletti. Per il sindacato «questo è un risultato molto importante e positivo che testimonia ancora una volta come le rappresentanze sindacali siano sempre attente e pronte a collaborare per sostenere il benessere di lavoratrici e lavoratori – spiegano dalla Filcams Cgil di Milano -. La sensibilità sul tema del lavoro femminile è una battaglia che conduciamo da molto tempo e che trova in questo progetto sperimentale un significativo punto d’inizio sui cui continuare a lavorare nei prossimi mesi».
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