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Il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner si è detto decisamente contrario l’idea che una settimana lavorativa di quattro giorni con la retribuzione piena diventi la norma nella più grande economia europea. «Mai nella storia una società ha aumentato la propria prosperità lavorando di meno», ha affermato Lindner venerdì scorso in occasione di un evento politico a Lucerna, in Svizzera.
«La chiave della nostra prosperità resta il duro lavoro», ha affermato Lindner, a capo dei Democratici Liberi, pro-business, uno dei partner minori della coalizione tripartitica tedesca.
Tuttavia non tutti la pensano come il politico tedesco. L’idea di settimane lavorative ridotte ha preso piede da quando la pandemia di Covid ha stravolto gli orari del personale e ha dato a molti un’idea di come diversi modi di lavorare potrebbero migliorare la loro vita. I programmi pilota suggeriscono che tale impostazione può portare a una riduzione dello stress e dell’ansia tra i lavoratori, nonché ad un aumento dell’efficienza e delle entrate per i loro datori di lavoro. Circa 50 aziende tedesche intendono partecipare a un progetto della durata di sei mesi che inizierà a febbraio.
Le tipologie di settimana lavorativa corta sono essenzialmente due: spalmare - o meglio, comprimere - su quattro giorni lo stesso numero di ore lavorate, oppure ridurre effettivamente anche quelle oltre alle giornate. Un nodo da risolvere, soprattutto nel secondo caso, è il livello retributivo : se mantenerlo invariato o ridurlo proporzionalmente. Oltre al caso appena citato della Germania, sperimentazioni sono state avviate in alcuni paesi del mondo tra cui Spagna, Islanda, Giappone, Nuova Zelanda.
Ma anche in Italia il dibattito sul fronte della settimana di quattro giorni è acceso. E alcune grandi aziende hanno introdotto delle sperimentazioni o pensano di farlo. Si tratta di nomi come Intesa Sanpaolo e Lavazza. Intesa ha di recente ribadito che sono «40 le filiali di grandi dimensioni della Banca dei Territori dove può essere applicata la settimana corta: 9 ore su 4 giorni con una riduzione di orario da 37,5 a 36 ore, su base volontaria, a parità di retribuzione secondo le esigenze tecnico-operative dell’azienda». Inoltre, da novembre, «il personale di oltre 250 filiali di piccole dimensioni potrà richiedere e fruire volontariamente della settimana corta, nel giorno di chiusura della filiale (ricompreso tra martedì, mercoledì e giovedì)».
Va detto che, come potrebbero dimostrare questi casi e la risposta delle imprese tedesche, il fronte imprenditoriale non vede negativamente l’ipotesi. Di recente, un ampio sondaggio condotto nel Regno Unito ha rivelato che addirittura oltre il 90% delle aziende sarebbe favorevole.
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