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Settore auto in calo, Stellantis frenata dall'escalation dello sciopero negli Usa

di Stefania Arcudi

FILE PHOTO: FILE PHOTO: UAW President Shawn Fain chairs the 2023 Special Elections Collective Bargaining Convention in Detroit, Michigan, U.S., March 27, 2023. REUTERS/Rebecca Cook/File Photo/File Photo

2' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - In una seduta in cui il comparto auto europeo viaggia con il freno a mano tirato, anche Stellantis è in affanno a Milano. A pesare sul titolo è il muro contro muro con i sindacati negli Stati Uniti, dove lo sciopero indetto da United Auto Workers, la maggiore sigla americana dell'auto, non appare vicino a una conclusione rapida: lunedì il maggiore sindacato del settore auto americano ha annunciato l'estensione dello sciopero ad altri stabilimenti di Stellantis, in particolare ai 6.800 lavoratori della fabbrica di Sterling Heights, in Michigan, dove sono prodotti i pick-up Ram, tra i modelli più profittevoli del gruppo. La motivazione dell’allargamento dell'agitazione sta nel fatto che, secondo il sindacato, Stellantis avrebbe la peggior offerta per il rinnovo del contratto tra le "Big 3" di Detroit, ovvero Stellantis, Gm e Ford.

Dal canto suo la società si è detta «indignata» in seguito alla presentazione di un’offerta più generosa alla quale però non è pervenuta risposta, sottolineando che «la strategia inquietante di Uaw ferisce tutte le Detroit Three e avrà conseguenze durature». A differenza degli scioperi attuati finora (magazzini di ricambio e impianti di assemblaggio, ma non dei modelli top), «se il blocco degli stabilimenti di Ram e Jeep dovesse prolungarsi, riteniamo sia difficile evitare un impatto sulla performance del quarto trimestre 2023», sottolineano gli analisti di Equita. Lo stabilimento di Sterling Heights è tra i più grandi di Stellantis negli Stati Uniti e Nord America con un peso di circa il 5% sui volumi di gruppo e una marginalità sopra la media.

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«Stimiamo che ogni settimana di sciopero nello stabilimento dovrebbe avere un impatto negativo dello 0,1% sui volumi del gruppo e maggiore su ricavi ed Ebit adjusted (almeno 0,2%-0,3%)», spiegano gli analisti di Intermonte, ritenendo «limitata la possibilità di compensare lo sciopero tramite l’aumento di produzione presso l’altro impianto negli Stati Uniti dove sono prodotti i pick-up (Warren) e l’impianto in Messico (Saltillo, già in overcapacity)». Al di là di questo impatto “one-off”, secondo gli esperti, l’allargamento dello sciopero evidenzia la distanza tra domanda e offerta. «I costi del personale ammontano a circa il 10% del fatturato di Stellantis, mentre la forza lavoro nordamericana rappresenta circa il 30% del totale. Pertanto, stimiamo che un aumento salariale di circa il 10% comporterebbe una pressione di 0,4 punti percentuali sui margini del gruppo», aggiunge Intermonte.

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