Sfide e opportunità della supply chain agroalimentare. Nuovi rischi e nuovi paradigmi nel contesto globale attuale
Guerra e pandemia hanno effetto sulle supply chain modificandole e accorciandole
di Marco Antonio Colonna
3' di lettura
Guerra e pandemia hanno effetto sulle supply chain modificandole e accorciandole. La globalizzazione è ora in una fase di regionalizzazione e, per questo, è importante che il tessuto imprenditoriale italiano metta a fuoco sfide e opportunità nuove. Tra i settori più sensibili c’è quello agroalimentare, con alcuni indotti territoriali italiani di particolare rilevanza. Pensiamo al caso della Campania, oggetto di alcune azioni specifiche portate avanti da Confindustria a livello locale. Ma anche al Nord, con la food valley emiliana, ad esempio.
Nel corso del 2023 la ridefinizione delle supply chain ha generato un cambio di paradigma per la logistica, con nuove tendenze. Tra questi, il reshoring, che ha visto il rientro in Italia della produzione di molte aziende e che ha incentivato la logica del “chilometro 0”. Per questo, una buona collaborazione fra la GDO e settori chiave, come quello agroalimentare, può rappresentare la chiave di volta per territori con risorse e potenzialità in materia.
Negli ultimi anni, il settore agroalimentare si è dimostrato particolarmente resiliente. Sebbene i prezzi siano aumentati bruscamente a causa dell’inflazione e la guerra in Ucraina abbia provocato l’interruzione delle forniture di prodotti di base, il settore è riuscito in gran parte a soddisfare il fabbisogno alimentare mondiale.
Tuttavia, ha subìto un profondo impatto a causa di interruzioni della produzione, carenza di materie prime, aumento dei prezzi dell’energia e dell’inflazione. Inoltre, il settore è posto sotto pressione a causa di sfide incombenti, come il cambiamento climatico e la competizione per le risorse naturali.
I risultati dell’ultimo Food, Beverage and Agriculture Supply Chain Risk Report di WTW riflettono in questo senso l’instabilità del settore, mettendo a fuoco i rischi e le difficoltà attuali che le aziende si trovano ad affrontare. Quasi i tre quarti (73%) delle aziende intervistate hanno affermato infatti che le loro perdite specificamente correlate ai rischi della supply chain sono state superiori o molto superiori al previsto negli ultimi due anni.
È evidente, dunque, la necessità di ripensare le catene di approvvigionamento del settore agroalimentare per affrontare le sfide del futuro, soprattutto dal punto di vista della prevenzione e gestione dei rischi. In questo senso, l’aumentare significativo degli eventi meteo estremi rappresenta una delle sfide principali per il settore, in Campania ma anche nel resto del Paese: inondazioni e siccità, nonché il possibile esaurimento delle forniture agricole e idriche, potrebbero compromettere in modo prolungato l’approvvigionamento alimentare.
Gli avvenimenti sul piano geopolitico sono un altro dei fattori ritenuti di maggiore impatto sui rischi della supply chain alimentare. Oltre all’effetto del conflitto ucraino sulle forniture di cereali e olii, il settore affronta anche rischi più ampi, come l’aumento delle controversie commerciali e l’ascesa del nazionalismo alimentare, poiché alcuni Paesi stanno limitando le esportazioni di prodotti chiave.
Anche le carenze di logistica e stoccaggio sono ai primi posti nell’elenco dei fattori che avranno un grande impatto sulle supply chain agroalimentari nei prossimi due anni, insieme alla carenza di materie prime. Crescono inoltre le pressioni sul settore agroalimentare per approvvigionarsi in modo responsabile e sostenibile nel rispetto dei criteri ESG. Infine, la crescente consapevolezza di questioni etiche come lo sfruttamento del lavoro, l’abuso di animali e la deforestazione può portare il rischio di incorrere in crisi reputazionali.
Sebbene il settore sia sottoposto a diversi fattori di rischio, ha anche il vantaggio di avere una visibilità end-to-end sulla propria supply chain, grazie alla collaborazione con fornitori chiave. Per questo, una filiera controllata e di qualità come quella agroalimentare campana a degli asset da questo punto di vista vantaggiosi. La resilienza del settore fa perno proprio su un’analisi dettagliata della propria supply chain, mappando ogni collegamento tra il produttore e il consumatore e verificandone il corretto funzionamento. Ultimo, ma non meno importante, è l’utilizzo dell’analisi dati per identificare modelli e sviluppare strategie per prevenire e gestire minacce presenti e future.Il corretto utilizzo dei dati rappresenta una risorsa fondamentale, in un momento in cui le informazioni sono molte e vanno messe a sistema a supporto delle imprese e dell’economia.
Marco Antonio Colonna,
Ceo & Head of Corporate Risk and Broking WTW Italia
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