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Sgarbi indagato per sottrazione fraudolenta, polemiche sul conflitto di interessi

Sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. È il reato che la Procura di Roma, stando a quanto scrive Il Fatto Quotidiano, contesta al sottosegretario alla Cultura

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4' di lettura

Sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. È il reato che la Procura di Roma, stando a quanto scrive Il Fatto Quotidiano, contesta al sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi , per una vicenda che risale all’ottobre del 2020. Secondo l’accusa il critico d’arte non ha pagato i debiti con l’Agenzia delle Entrate per un totale di circa 715 mila euro.

«Secondo i pm nell’ottobre del 2020 Sgarbi partecipa a una asta, ma il sottosegretario nega» e acquista un’opera di Vittorio Zecchin, sostiene il quotidiano. Aggiudicata per 148 mila euro circa, l’opera però non sarebbe stata comprata dal sottosegretario, ma dalla sua fidanzata. Il punto è che per la Procura di Roma il reale acquirente era Sgarbi. Intanto molti parlamentari dell’opposizione chiedono che il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano riferisca in Parlamento sulla vicenda e chiedono le dimissioni del sottosegretario Sgarbi.

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Sgarbi: articoli falsi, basati su indiscrezioni rubate

L’articolo apparso sul Fatto Quotidiano in base al quale il sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, risulta indagato dalla Procura di Roma per l’acquisto di un’opera d’arte «è un altro dei falsi di un giornale che usa la diffamazione come strumento ordinario», ha detto lo stesso Sgarbi, a margine di un incontro in Prefettura a Bologna per i restauri della torre Garisenda. Per Sgarbi gli articoli del quotidiano sono dei «falsi, basati su una serie di indiscrezioni rubate dal mio computer e da quello del mio assistente, con un’invasione che ho già denunciato alla Polizia postale». Una «sequela di bugie» che procurano «un grave danno reputazionale mio e di tutti gli altri soggetti citati, accomunandoli a ipotesi di reato che, in quanto fondate su presupposti falsi, configurano una grave calunnia per la quale, adesso, si renderà necessaria anche una denuncia alla Procura della Repubblica».

Violati i dati del computer

Da questa violazione «hanno trovato una serie di dati che sono stati accostati per fare quegli articoli, basati su alcune lettere anonime che ho visto anche io, sulle quali hanno fondato il loro racconto. Lettere anonime - precisa Sgarbi - che sono probabilmente partite da un mio collaboratore, che non ha più rapporti con me, che è entrato nel mio computer e ha tratto alcuni elementi che ha inviato al Fatto, che poi ha costruito il suo romanzo. Ma si tratta di una cosa totalmente falsa».

Il presunto conflitto di interessi

Quanto all’inchiesta giudiziaria, Sgarbi precisa che quello che ha ricevuto è «un avviso su cui non c’è stato alcun interrogatorio, alcuna indagine, nulla che mi riguardi direttamente». La vicenda, per Sgarbi, riguarderebbe invece l’Agcm e un suo presunto conflitto di interesse. C’è la possibilità che lei si dimetta? «Nessuna», risponde ad Affaritaliani.it il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi. «L’intervista (del ministro Sangiuliano al Fatto Quotidiano, ndr) è falsa. Qualunque articolo viene pagato, come qualunque libro genera diritti d’autore. Ogni libera prestazione, conferenza, spettacolo, deve essere pagata». «Se faccio una conferenza su Caravaggio e mi viene pagata - ha concluso - cosa c’entra con la funzione legata ai restauri per la torre Garisenda di Bologna? Le funzioni di sottosegretario al ministero della Cultura sono legate alla tutela, quello che faccio è legato alla valorizzazione delle opere d’arte, che è materia che non riguarda lo Stato».

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Io non rispondo per Colle, come Meloni con Giambruno

«Il rapporto che c’è tra una cosa che riguarda una persona e quello che riguarda un’altra, è quello che il premier ha dimostrato sul suo compagno. Io non rispondo per Sabrina Colle», ha detto il sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, a proposito di un’indagine della Procura di Roma su un’opera d’arte di Vittorio Zecchin acquistata nel 2020. «È una indagine senza fondamento - ha sottolineato Sgarbi - perché l’opera non è mia. È stata comprata ed è stata notificata allo Stato dalla mia fidanzata, Sabrina Colle».

Sangiuliano al Fatto: su Sgarbi ho dato tutto all’Antitrust e anche Meloni è informata

«Sono indignato dal comportamento di Sgarbi, va bene? Lo vedevo andare in giro a fare inaugurazioni, mostre e via dicendo. Ma mai avrei pensato che si facesse pagare per queste cose», ha detto il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, in un’intervista al Fatto Quotidiano, dopo la notizia che il sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, si sarebbe fatto pagare per partecipare a conferenze e altri eventi. «Ho subito avvertito chi di dovere e segnalato di averlo fatto a Giorgia Meloni. Del resto si sa, non l’ho voluto io e anzi: cerco di tenerlo a debita distanza e di rimediare ai guai che fa in giro», ha aggiunto il ministro che spiega di avere inviato una segnalazione all’Antitrust. «Io rispondo del mio comportamento, il compito di vigilanza non ce l’ho io ma la magistratura - osserva Sangiuliano -. E non posso certo sapere tutto quello che combina Sgarbi. Lo vedo una volta ogni tre mesi anche perché, dico la verità, lo tengo a distanza della mia persona, voglio averci a che fare il meno possibile».

Sgarbi non l’ho scelto io

E aggiunge: «Sgarbi non l’ho scelto io. Non dovrei essere io eventualmente a intervenire visto che il sottosegretario è nominato dal presidente del Consiglio. Per quanto mi riguarda gli ho dato deleghe secondarie. Lui mi aveva proposto una riforma del commercio delle opere che mi sono ben guardato anche solo lontanamente dal prendere in considerazione. E ciononostante mi ritrovo ad arginare i guai di Sgarbi». Che tipo di guai? «Va in giro a promettere cose irrealizzabili. Annuncia acquisti di palazzi e cose da parte del ministero che ha solo 20 milioni in bilancio per acquistare beni. E io poi dopo devo andare a spiegare ai giornali che questa cosa non esiste, che non si può fare, che c’è una procedura, che bisogna rispettare le leggi, che tutto va fatto con l’Agenzia del demanio. Se faccio l’elenco delle cose che lui dice che bisogna comprare tocca spendere 1 miliardo che lo Stato non ha. Comunque ho scritto a chi di dovere».

Antitrust, ricevuta documentazione Sangiuliano su Sgarbi

«Confermiamo la ricezione della documentazione inviata dagli uffici del ministro Sangiuliano. L’Autorità ha immediatamente iniziato l’esame della documentazione ricevuta», spiega il portavoce dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato a proposito del caso Sgarbi.

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