Shale oil: il duello di rilanci tra Chevron e Occidental per Anadarko
di Sissi Bellomo
3' di lettura
La sfida per la conquista dello shale oil di Anadarko diventa sempre più agguerrita. Occidental ha alzato la posta nel fine settimana per superare ulteriormente l’offerta di Chevron con una porzione ancora più generosa di contanti, l’eliminazione della necessità di un voto da parte dei suoi azionisti e un accordo con Total per cederle 8,8 miliardi di dollari di asset in Africa. La vendita ai francesi - che riguarda tra l’altro un importante progetto nel Gnl in Mozambico - avverrebbe naturalmente a patto che la scalata ad Anadarko abbia successo.
Altro denaro in caso di vittoria è stato promesso da Warren Buffett, per la precisione 10 miliardi di dollari che il celebre investitore elargirebbe a Occidental attraverso Berkshire Hathaway in cambio di una sostanziosa partecipazione nel nuovo gruppo petrolifero: azioni in gran parte privilegiate, con un dividendo dell’8% l’anno.
I fondi di Buffett a questo punto servirebbero quasi tutti per finanziare la maggiore quota di contanti nella proposta di acquisto di “Oxy”: su 76 dollari per azione ora ben 56 dollari sono cash.
L’offerta già in precedenza superava quella di Chevron, inferiore come importo complessivo (65 dollari) e solo per un terzo in contanti. Ma Anadarko - pur avendo riaperto le trattative con Occidental e impegnandosi a «valutare attentamente» anche l’ultima proposta - tuttora raccomanda la vendita alla major, soluzione che molti analisti giudicano meno rischiosa sotto il profilo operativo e finanziario.
«L’accordo per la fusione con Chevron rimane in vigore», ribadisce la compagnia in una nota diffusa domenica. «In coerenza con quest’ultimo il board allo stato attuale riafferma la sua raccomandazione per la transazione con Chevron».
Anche una parte dei soci di Occidental è preoccupata per un’acquisizione che, nonostante gli accordi con Buffett e Total, potrebbe rivelarsi un boccone troppo grande da digerire per la società.
T. Rowe Price Group la settimana scorsa aveva messo in guardia Occidental dal rischio di indebitarsi in modo eccessivo, avventurandosi in attività mai sperimentate (la compagnia finora è rimasta focalizzata esclusivamente shale oil nel bacino di Permian). L’asset manager aveva anche intimato di non sottrarre l’operazione al voto degli azionisti, altrimenti avrebbe sfiduciato il cda all’assemblea del 10 maggio.
È stato proprio l’intervento di Warren Buffett a liberare Oxy dall’obbligo di ottenere via libera dagli azionisti: nessun voto è richiesto se la società emette nuove azioni per una quota inferiore al 19,9% del capitale.
A mettere i bastoni tra le ruote a questo punto potrebbe essere anche un altro celebre finanziere, Carl Icahn, che secondo l’agenzia Bloomberg avrebbe comprato di recente una quota di Occidental, con l’intento di opporsi all’acquisto di Anadarko.
La nuova proposta costringe Oxy a sborsare circa 30 miliardi di dollari in contanti (rispetto ai precedenti 19 miliardi) e l’indebitamento netto post fusione salirebbe secondo Jefferies a 42 miliardi.
Dall’inizio della scalata la Borsa ha punito sia Chevron (che ha perso il 7% dall’11 aprile) che Occidental (-15%). L’offerta di quest’ultima vale comunque tuttora circa 7 miliardi di dollari in più- ossia il 23% - rispetto a quella della major.
La ceo di Occidental, Vicki Hollub, ha tradito una certa frustrazione nei confronti del board di Anadarko. «Restiamo perplessi di fronte alle vostre apparenti resistenze», ha scritto in una lettera domenica. «La nostra proposta ora non richede più il voto degli azionisti di Occidental, aspetto che avete ripetutamente citato come la spiegazione per cui avete scelto l’offerta da 65 $ di Chevron invece che la nostra da 76 $».
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