Shanghai sull’orlo del lockdown manda in crisi la strategia zero-Covid
Superati i mille casi, il Governo locale smorza (per ora) i rumors di chiusura totale ma nella megalopoli da 27 milioni di abitanti la mobilità di fatto è già azzerata
di Rita Fatiguso
3' di lettura
Si aggrava la situazione a Shanghai, dove la strategia zero Covid-19 inizia a mostrare la corda davanti agli oltre mille casi accertati - il massimo dagli ultimi due anni e pari a un terzo di quelli censiti in questi giorni. Le voci di una chiusura ufficiale totale sono state smentite dalle autorità locali, ma di fatto interi quartieri vengono messi in lockdown non appena si accerta un contagio. Il tutto in omaggio alla strategia Zero-Covid che ha costretto milioni di cittadini in isolamento mentre i casi di Covid-19 nel Paese salgono ai massimi degli ultimi due anni.
Il ruolo della variante BA.2
La situazione sta precipitando a causa della “stealth Omicron” a rapida diffusione, nota come BA.2, la variante che ha alimentato il più grande focolaio dall’inizio della pandemia due anni fa a Wuhan. Variante che rende meno efficace la campagna di test a tappeto avviata dal Governo davanti allo scoppio di un nuovo focolaio.
I palazzi con inquilini risultati positivi vengono transennati, la città ha sospeso i servizi di autobus verso altre città e province e le scuole sono passate alle lezioni a distanza. Nei giorni scorsi anche strutture di divertimento di massa come Disney hanno chiuso i battenti. La City è bloccata, gli impiegati dormono in ufficio.
Le autorità hanno smentito le voci di un blocco in tutta la città ma è difficile negare l’inefficacia della campagna di test di massa che puntano ad arginare il contagio.
La Commissione sanitaria nazionale cinese ha segnalato un totale di 3.507 casi trasmessi a livello nazionale con sintomi confermati lunedì scorso, inoltre una dozzina di province e comuni. Questa cifra è aumentata di 1.337 rispetto al giorno prima.
Il terrore corre sui social
La Cina ha registrato relativamente poche infezioni dall’inizio dell’epidemia di Wuhan poiché il governo ha adottato la strategia di tolleranza zero, incentrata sulla prevenzione della trasmissione del virus facendo affidamento su severi blocchi e quarantene obbligatorie per chiunque sia entrato in contatto con un caso positivo.
I cinesi sembrano continuare imperterriti con questa strategia. Ma le voci di blocco a Shanghai hanno scatenato il panico negli acquisti nella tarda notte di ieri, con gli slot sull’app di consegna “Freshhippo” di Alibaba esauriti un minuto dopo la mezzanotte.
“Per favore, non credete e diffondete voci”, ha chiesto il governo della città sul suo sito di microblog Weibo. Anche una manciata di stazioni della metropolitana oggi ha sospeso le operazioni ha confermato l’azienda che gestisce il sistema di trasporto, citando i controlli Covid.
Si segnalano proteste per l’incertezza causata da blocchi di 48 ore per i test che vengono spesso estesi. Tra i commenti più diffusi frasi del tipo “con questo ciclo infinito di 48 ore più 48 ore più 48 ore è più probabile che le persone comuni perdano il controllo delle proprie emozioni, e sarebbe meglio avvisare direttamente sei giorni, otto giorni o anche 14 giorni”, “In queste circostanze, un pagamento una tantum è meglio del pagamento a rate”.
Crisi nel resto della Cina
Domenica scorsa la città di Shenzhen, che conta 17,5 milioni di persone ed è un polo tecnologico e finanziario strategico al confine con Hong Kong, è stata sottoposta a un blocco di cinque giorni con la popolazione costretta a rimanere a casa, mentre la circolazione di autobus e metropolitana sono state sospese.
L’intera provincia di Jilin ha messo in quarantena i suoi 24 milioni di residenti. Il suo capoluogo di provincia, Changchun, era già stato bloccato la scorsa settimana, costringendo la Toyota a sospendere l’attività del suo impianto lì.
Ai residenti della regione è vietato spostarsi e devono richiedere il permesso alla polizia per lasciare la provincia e le autorità stanno costruendo ospedali nella zona. A Pechino, diversi edifici sono stati chiusi dalle autorità durante il fine settimana. Sia la città di Langfang, al confine con la capitale, sia quella di Dongguan, nella provincia meridionale del Guangdong, ieri sono state bloccate.
La rete ferroviaria passeggeri cinese ha affermato che taglierà i servizi in modo significativo, con China Railway e compagnie aeree che offriranno rimborsi gratuiti a chi aveva già acquistato i biglietti.
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