resterà premier fino al 2021

Shinzo Abe rieletto alla guida del partito di maggioranza, vuole cambiare la Costituzione

di Stefano Carrer

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3' di lettura

Shinzo Abe è stato rieletto per la terza volta consecutiva come presidente del Partito Liberaldemocratico, il che gli consentirà di prolungare il suo mandato come primo ministro del Giappone fin oltre le Olimpiadi 2020 di Tokyo: dovrebbe così diventare il premier più longevo nella storia del Paese. Un bel regalo per il suo 64esimo compleanno, che cade il 21 settembre, gli è arrivato dai “grandi elettori” del partito di maggioranza: su 807 votanti, ha ottenuto 553 espressioni di consenso, contro i 254 dello sfidante Shigeru Ishiba, ex ministro della Difesa.

Va comunque segnalato che Abe ha stravinto tra i parlamentari (ottenendo l’82% dei voti), mentre tra gli elettori che sono espressione dei territori ha conseguito solo il 55% dei suffragi. Già il primo ottobre – al ritorno dall’Assemblea Onu a New York - Abe dovrebbe procedere a un ampio rimpasto nel governo, mantenendo però due figure-chiave: il vicepremier e ministro delle Finanze Taro Aso e il capo di Gabinetto Yoshihide Suga. Il premier ha ribadito la sua volontà di porre all’ordine del giorno di Parlamento e opinione pubblica una modifica della Costituzione ultrapacifista, in modo da istituzionalizzare il ruolo delle forze armate.

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Le reazioni degli analisti
Il mondo del business ha salutato generalmente con favore la sua rielezione, che garantisce un quadro di continuità nelle politiche economiche. C’è però chi teme che Abe sia tentato di investire troppo capitale politico nella riforma costituzionale, a potenziale scapito di una concentrazione su temi economici.
Secondo Piya Sachdeva, economista di Schroders, «il focus del mercato sarà ora su eventuali cambiamenti di potere all’interno del partito e soprattutto sul malcontento interno riguardo agli scandali che hanno riguardato Abe e impattato sul sostegno nei confronti dell’attuale primo ministro nei mesi scorsi. Prima dell’esito, i media sostenevano che il 70% dei voti sarebbe stato considerato un buon risultato per Abe». Sembra poi che Abe, prosegue, «stia avendo anche un approccio più rilassato nei confronti del target di inflazione al 2% della banca centrale».

Per Jesper Koll, Japan Senior Adviser di WisdomTree, la rielezione di Abe «fa ben sperare per l’economia giapponese in generale, e per gli asset giapponesi rischiosi in particolare». Mentre la rielezione del primo ministro Abe era ampiamente prevista, «le aspettative per nuove iniziative politiche proattive sono estremamente basse. Di contro, riteniamo che in tempi relativamente brevi ci saranno sorprese positive. In particolare auspichiamo un nuovo bilancio suppletivo, che aggiunga un massimo di 5mila miliardi di yen (circa lo 0,9% del PIL) alla domanda interna. Tale necessità deriva dalle varie calamità naturali che hanno colpito il Giappone negli ultimi sei mesi. Circa la metà dei fondi dovrebbe essere destinata alla ricostruzione regionale, mentre l’altra metà dovrebbe essere destinata a misure nazionali di prevenzione delle catastrofi». Un budget addizionale dovrebbe comunque arrivare nella seconda metà del 2019, se Abe procederà - come promesso - al rialzo dell’Iva al 10% da lui due volte rinviato.

Secondo Koll «la minaccia maggiore per la prosperità nazionale del Giappone deriva dall’amministrazione Trump e dalla minaccia di dazi del 25% sulle esportazioni giapponesi di auto/componenti per auto. Ciò potrebbe ridurre il Pil di ben mezzo punto percentuale e portare i profitti delle società quotate al Topix a scendere del 15 per cento. Tuttavia, a nostro avviso, i rischi di un’effettiva attuazione delle tariffe sono bassi e ci aspettiamo che iniziative politiche molto positive, proattive e a favore della crescita, diventino un segno distintivo del governo del primo ministro Abe nei prossimi sei-nove mesi».

Tra le sollecitazioni che Abe sta ricevendo, c’è quella piuttosto originale dell’American Chamber of Commerce in Japan (ACCJ) che, con il supporto di altre quattro Camere di commercio straniere (Australia, Regno Unito, Canada e Irlanda), ha pubblicato un «viewpoint» in cui raccomanda al premier di promuovere la legalizzazione dei matrimoni tra coppie LGBT (Lesbian, Gay, Bisexual, Transgender): ciò sarebbe «good for business» e «rafforzerebbe la statura internazionale del Giappone» e la produttività del sistema.

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