Shopping online: ecco a chi si affidano gli italiani per i loro acquisti
La ricerca del gruppo statunitense Capterra, specializzato nella fornitura di marketplace on line ha coinvolt quasi 4mila consumatori di cinque Paesi
di Natascia Ronchetti
2' di lettura
Meglio la recensione scritta da un consumatore piuttosto che il parere, anche se autorevole, di un esperto. Meglio alcune righe scritte da un altro cliente, seppure sconosciuto, dell'opinione di un influencer, per quanto noto. Gli italiani, quando devono fare shopping online, sembrano ragionare così.
Solo poco più del 20% si lascia guidare dai consigli di un influencer, mentre ben il 61% non si fida degli opinion makers. Fin qui tutti più o meno in linea con il resto degli europei. Al contrario, invece, mentre in Italia il 64% dei consumatori fa tesoro di ciò che pensano altri clienti che hanno già acquistato online quello stesso prodotto o servizio, in Europa la media di chi si comporta allo stesso modo scende al 50%. Una sorpresa. Alla quale se ne aggiunge un'altra: nemmeno le star del cinema o della musica, in Italia, riescono a influenzare più di tanto le scelte di acquisto. Ma questo vale sia per gli italiani sia per gli altri cittadini europei.
A rivelarlo è una ricerca internazionale del gruppo statunitense Capterra, specializzato nella fornitura di marketplace on line. Tra il 12 e il 19 ottobre ha intervistato quasi 4mila consumatori di cinque Paesi. Oltre che sull'Italia, dove l'indagine ha coinvolto un campione di 600 persone, l'indagine si è concentrata su Francia, Spagna, Germania, Olanda.
I ricercatori hanno posto a tutti le stesse domande. Sugli stili di acquisto, sulle strategie messe in atto per la verifica della qualità di un prodotto e della serietà dell'azienda che lo propone. Questo per ogni settore, passando dalla ristorazione agli hotel, dalla moda e dalla cosmesi all'elettronica. La prima novità e che praticamente tutti gli italiani, il 90%, prima di procedere con l'acquisto leggono le recensioni, al contrario di francesi, spagnoli, tedeschi e olandesi, che lo fanno solo nel 62% dei casi. E la stragrande maggioranza (il 64%) si fida abbastanza o molto dell'opinione di quanti prima di loro hanno fatto acquisti, a differenza degli altri consumatori europei, la cui fiducia si ferma al 50%. Questo a patto che la recensione – diventata sempre più importante nell'era Covid, con il progressivo spostamento dei consumi verso le piattaforme di e-commerce – non sia troppo datata, indichi tutti i pro e i contro del prodotto o del servizio, con descrizioni dettagliate, e che magari fornisca anche qualche informazione sull'autore.
Per il consumatore italiano, poi, non fa una grande differenza, quando si tratta di valutarne l'attendibilità, se i commenti sono positivi o negativi. Importante è che rispondano a precisi requisiti. Fondamentale è anche che siano in un numero sufficiente a farsi una idea, almeno cinque. E sono proprio i pareri degli altri clienti ad avere la meglio su quelli degli esperti, che influenzano le scelte solo nel 19% dei casi. Valutazioni che pesano soprattutto quando si tratta di scegliere un hotel o acquistare prodotti di elettronica o software. Ma che guidano la scelta anche quando si tratta di acquistare servizi professionali, arredamento per la casa o abbigliamento.
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