Violenza di genere, Senato approva ddl contro violenza donne, è legge
Via libera all’unanimità con 157 sì al provvedimento contro la violenza alle donne
I punti chiave
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Sull’onda dell’indignazione che ha scatenato l’omicidio di Giulia Cecchettin, il Parlamento accelera nella lotta al femminicidio. L’Aula del Senato ha approvato all’unanimità con 157 sì il disegno di legge del governo contro la violenza alle donne. Il provvedimento, che ha già passato l’esame della Camera il 26 ottobre scorso, è così definitivo. Il via libera arriva alla vigilia della Giornata contro la violenza alle donne del 25 novembre.
Rafforzato il codice rosso
Si tratta di un pacchetto di misure che punta a rafforzare il ’Codice Rosso’ grazie al potenziamento di strumenti come l’ammonimento, il braccialetto elettronico, la distanza minima di avvicinamento e la loro applicazione ai cosiddetti ’reati spia’.
Schlein: non solo repressione
«Ma - come dice la segretaria del Pd Elly Schlein - nel testo si parla solo di repressione, non contiene nulla che riguardi la prevenzione, cioè l’educazione nelle scuole e le risorse per la formazione di operatori e operatrici» specializzati. Mentre è proprio su questi aspetti che si deve insistere. «Il Pd è disponibile» ad azioni bypartisan in difesa delle donne, assicura Schlein rispondendo all’appello che è stato rivolto a lei e a Meloni da Paola Cortellesi, il cui film contro la violenza alle donne sarà proiettato al Senato giovedì. Ma da parte di Meloni sinora non «sono arrivati segnali», aggiunge.
Il nodo della scuola
Ma la Lega, spiega il deputato di Avs Angelo Bonelli «è contraria a prevedere nelle scuole l’ora di educazione all’affettività e alla parità di genere. Il nostro emendamento» (e uno analogo del M5S) al ddl del governo, vennero bocciati «tra gli insulti della Lega». Il leghista Rossano Sasso, infatti, in Aula definì «l’educazione sessuale e affettiva una porcheria» accusando le opposizioni di «nefandezza». Una posizione richiamata anche nell’intervento del vicepremier Matteo Salvini secondo il quale «la scuola deve fare la scuola, le istituzioni le istituzioni, ma la famiglia deve fare la famiglia. Perché la scuola non può arrivare ovunque, così come il sindaco o il ministro. Sono la mamma ed il papà che devono capire se hanno in casa qualcuno che rischia di diventare un problema». Come dire, si osserva nell’ opposizione, «si lascino fuori le scuole da quest’opera di educazione al rispetto di genere».
Le aperture di FdI
Eppure in Parlamento, dove sono depositati 9 ddl contro il femminicidio e 17 contro la violenza di genere ce n’è uno della senatrice di FdI Giulia Cosenza che punta proprio ad introdurre nelle scuole «l’insegnamento dell’ educazione emotivo-sentimentale» per contrastare il femminicidio. Il testo è stato assegnato in commissione, ma il suo esame non è ancora cominciato. E della necessità di coinvolgere le scuole parla anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa, secondo il quale la violenza contro le donne «è un problema soprattutto culturale» ed è per questo che «occorre lavorare a partire dalle scuole».
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