Suicida in carcere il finanziere Jeffrey Epstein, accusato di abusi sessuali. Aperta inchiesta
L’uomo era accusato di abusi, sfruttamento della prostituzione femminile e traffico di minori
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Jeffrey Epstein, il finanziere travolto da uno scandalo sessuale e accusato di abusi, sfruttamento della prostituzione femminile e traffico di minori, che si è suicidato in carcere è stato lasciato da solo in cella senza che nessuno lo vigilasse. Lo riporta il New York Times citando una fonte anonima dell'amministrazione carceraria. Il detenuto avrebbe dovuto essere controllato dagli agenti penitenziari almeno una volta ogni 30 minuti, ma la procedura non sarebbe stata seguita la notte prima del suicidio.
Quanto ricostruito dal quotidiano rende ancor più fitto l'alone del mistero: Epstein infatti era stato precedentemente trasferito in un'unità di vigilanza suicida dopo essere stato trovato privo di sensi nella sua cella con segni sul collo il 23 luglio, una settimana dopo che la sua richiesta di cauzione era stata respinta. Poi, l'improvviso trasferimento alcuni giorni prima del compagno di cella di Epstein.
A oltre 24 ore dunque dalla scoperta del suicidio di Joseph Epstein in una prigione federale di Manhattan sono ancora molti gli aspetti da chiarire. Per questo sono in corso ben tre indagini: una degli agenti dell'Fbi, una del ministero della giustizia (da cui dipende il sistema carcerario federale) e una dell'ufficio del medico legale della città di New York. Si cercano di appurare innanzitutto le circostanze che hanno portato il 23 luglio a togliere la sorveglianza speciale su di un detenuto che si sospetta abbia già tentato di togliersi la vita ai primi di luglio, dopo l'arresto e dopo che il giudice rifiutò la richiesta degli arresti domiciliari.
Non è del tutto chiaro - raccontano alcune fonti - se i segni sul collo rinvenuti allora fossero il risultato di un tentato suicidio o quello di un'aggressione. Epstein raccontò di essere stato aggredito e chiamato “pedofilo”, ma le autorità carcerarie lo misero comunque sotto osservazione per timore suicidio.
Secondo l’accusa Epstein avrebbe usato la sua ricchezza e il suo potere per abusare sessualmente di decine di ragazze per anni nelle sue case, pagando loro centinaia di dollari in contanti per ogni incontro. I presunti crimini si sarebbero verificati nelle residenze di Epstein a Manhattan e Palm Beach, in Florida, dal 2002 al 2005, coinvolgendo minori di 14 anni.
In centinaia di pagine, diffuse nelle ultime ore, si ricostruiscono tutte le attività illegali del miliardario finanziere e le sue perversioni, compresi i dettagli più scabrosi e imbarazzanti. Tutto basato sulle testimonianze anche di alcune delle vittime di Epstein, soprattutto quella di Virginia Robert Giuffre, che ha accusato il finanziere di averla ridotta ad una “schiava sessuale” quando aveva solo 14 anni. Virginia Robert Giuffre ha inoltre raccontato di essere stata costretta nel 2001, quando era minorenne, ad avere rapporti sessuali anche con altri personaggi che gravitavano nella cerchia di amicizie del ricco finanziere, tra cui il principe Andrea duca di York, il figlio della regina Elisabetta.
La smentita
Un portavoce di Buckingham Palace ha smentito il coinvolgimento del principe Andrea nella vicenda. Anche una seconda donna afferma - sempre secondo i media Usa - di essere stata costretta a intrattenere atti sessuali col principe Andrea e alcune fotografie la ritrarrebbero in braccio
al duca di York in un appartamento di Londra di proprietà della
complice di Epstein che reclutava le ragazze per il miliardario.
La testimone chiave ha fatto i nomi anche di altre personalità politiche e non, coinvolte negli abusi, tra cui l'avvocato e docente di Harward Alan Drershowitz, l'ex governatore dello stato del New Mexico Bill Richardson e l'ex senatore George Mitchell.
Sempre secondo quanto emergerebbe dalle carte Epstein reclutò almeno una delle sue vittime nel resort di Mar-a-Lago, la residenza in Florida di Donald Trump nota ormai come la Casa Bianca d'inverno. Gli investigatori hanno raccolto la testimonianza di una donna che circa 20 anni fa, quando era minorenne, lavorava nel resort come addetta agli spogliatoio. Lì fu reclutata per fare dei massaggi al finanziere che - ha raccontato - spesso si trasformavano in prestazioni sessuali.
Le prime reazioni alla morte di Joseph Epstein da parte di alcune delle vittime di abusi sessuali sono di rabbia, con i loro legali che definiscono il
suicidio del finanziare «l'ultimo atto di egoismo» che gli ha
permesso di evitare di affrontare le sue responsabilità davanti
a una corte e davanti alle sue prede. Epstein però ancora a luglio si era dichiarato non colpevole, parlando di «relazioni consenzienti» e affermando di non sapere che alcune delle donne con cui si intratteneva fossero minorenni.
Il ministro della giustizia ordina un'indagine
Il ministro della giustizia americano, William Barr, si è detto sconcertato che il finanziere Joseph Epstein si sia suicidato in una prigione federale e ha ordinato all'ispettore generale del suo dipartimento di avviare un'inchiesta sui fatti e per appurare eventuali responsabilità. Dalle prime indiscrezioni emerge che Epstein non fosse più sotto sorveglianza speciale nonostante il mese scorso avesse già tentato di togliersi la vita.
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