Si restringe del 10,6% il club dei banchieri a sei zeri in Europa
di Luca Davi
3' di lettura
Il club dei banchieri europei a sei cifre nel 2016 si è assottigliato: sono stati 4.597 coloro che hanno guadagnato almeno un milione di euro, in calo del 10,6 per cento rispetto al 2015. Una frenata da ricondurre soprattutto al tetto ai bonus - che ha spinto verso la retribuzione fissa - e al tasso di cambio sterlina/euro, che ha inciso sui manager in Gran Bretagna. La fotografia arriva dall’Autorità bancaria europea, che ha analizzato i guadagni degli “high earners” bancari nel Vecchio Continente. In un quadro di generale contrazione, l’Italia certo non fa eccezione, vuoi per il consolidamento in atto, vuoi per la contrazione che sta vivendo il settore. E così il numero di banchieri ricchi nel nostro paese è lievemente sceso a 172 dai 174 del 2015.
Ma quanto hanno guadagnato i nostri banchieri? In media lo stipendio annuo nel 2016 si è attestato a 1,73 milioni di euro a testa. Nella forchetta tra 1 e 2 milioni di euro si inserisce la quasi totalità (134) dei banchieri oggetto della ricerca. A salire nella piramide reddituale, si trovano 23 banchieri nella fascia compresa tra 2 e 3 milioni di euro, e 8 tra coloro che guadagnano una cifra compresa tra i 3 e 4 milioni. Quattro sono invece i bankers che hanno percepito tra i 4 e 5 milioni, e 2 coloro che hanno guadagnato tra i 5 e 6 milioni. C’è anche chi, ed è un’eccezione, nel 2016 ha messo in tasca 11,5 milioni: si tratta di Federico Ghizzoni, che nel 2016 ha lasciato Unicredit dopo 30 anni, e ha percepito così una liquidazione da 9,5 milioni.
In totale fra stipendi fissi, variabili e bonus, i top manager italiani sono costati al settore bancario e finanziario 351 milioni di euro, di cui 173 milioni in stipendi fissi e 124 per la parte variabile. A far la parte del leone è in particolare il segmento degli investment bankers: sono 58 i top manager del settore, a cui sono andati 1,62 milioni a testa. Subito dopo ci sono 18 banchieri retail (retribuzione media di 1,38 milioni). Più ricco invece lo stipendio medio dei 17 banchieri con funzioni corporate: lo stipendio medio è di circa 2,36 milioni.
Italia a parte, se si amplia la visuale, si capisce come il numero di banchieri ricchi negli ultimi anni si sia ampliato in maniera significativa in Europa. Secondo la fotografia scattata dall’Eba, il numero di percettori di reddito elevato è infatti passato da 3.427 nel 2010 a 4.597 nel 2016. La frazione maggiore, come prevedibile, ha lavorato nel Regno Unito - 3.529 del totale Ue, pari al 76,7% - e la maggior parte sono stati pagati in sterline.La popolazione di banker in Gran Bretagna rimane di gran lunga la più folta, benchè il numero sia sceso del 14,6% nel 2016.
Nella maggior parte degli altri paesi - ad eccezione di Germania, Finlandia, Ungheria, Italia, Liechtenstein e Portogallo, dove il numero di percettori di reddito elevato è leggermente diminuito - altrove il numero dei banchieri top è aumentato. In particolare, i dati per la Spagna mostrano un aumento da 126 “alti percettori” nel 2015 a 152 nel 2016 (20,63%). In Francia, il numero è passato da 178 nel 2015 a 205 (15,17%).
A proposito di remunerazione variabile e quella fissa, secondo il rapporto Eba tutti i lavoratori a reddito elevato nell’Ue hanno registrato una diminuzione del rapporto tra le due componenti, che è passato dal 127% nel 2014 al 118% nel 2015 e al 104% nel 2016, a conferma della tendenza di una progressiva riduzione del peso della componente variabile. Lo stesso vale per il rapporto tra la remunerazione variabile e quella fissa di tutti gli altri operatori identificati dall’indagine, che è passato dal 65,5% nel 2014 al 62,2% nel 2015 e al 57,1% nel 2016. Le cifre analizzate dall’Eba sono relative ai manager coinvolti che hanno svolto funzioni di massimo livello nelle funzioni di supervisione del business, management, investment banking, retail, asset management, funzioni corporate, controllo indipendente, e altro.
Da sottolineare infine che nell’area di business del risparmio gestito, il rapporto medio tra la remunerazione variabile e quella fissa nel 2016 è stato pari al 358%, superando così ancora il massimo del 200%. Sebbene il rapporto risulti in calo dal 2015 (quando toccava il 468%), il dato del 2016 è tuttavia superiore alla percentuale osservata nel 2014 (341%). Diversi Stati membri consentono l’applicazione di deroghe per il personale in questa area di business, anche se la Crd4 non prevede esplicitamente questa possibilità.
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