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Siae: Meta tratta come Kim. La replica: chiedono 4 volte l’importo precedente

Audizione alla Camera per la collecting e la società di Zuckerberg. Siae assicura: la trattativa non si è mai chiusa. Ma un accordo è lontanissimo

di Francesco Prisco

Sangiuliano: "Favoriremo la ripresa delle trattative bruscamente interrotte Siae-Meta"

3' di lettura

Lasciate ogni speranza di condividere su stories e reels musiche amministrate da Siae, o voi social patici. Almeno per ora. Non arrivano buone nuove dall’audizione alla commissione Cultura della Camera del presidente della Società autori ed editori Salvo Nastasi e dei vertici tricolori di Meta sulla nota vicenda che, da una decina di giorni, tiene col fiato sospeso innumerevoli Millennials e qualche boomer della specie «non è mai troppo tardi». Le parti hanno ribadito le proprie posizioni agli onorevoli preposti, in attesa del prossimo incontro al ministero della Cultura previsto per il 6 aprile.

E sono addirittura volati gli stracci con Nastasi che, da un lato, ha evocato Kim Jong-un raccontando come, a trattativa in corso, Meta abbia fatto sapere che dalle 18 avrebbe tolto tutti i repertori di Siae dai propri social, così, schiacciando un bottone, «come fa il dittatore coreano». Dall’altro Angelo Mazzetti, responsabile degli Affari Istituzionali di Meta, ha sottolineato che Siae aveva chiesto quattro volte in più rispetto all’importo del precedente accordo. Circostanza successivamente smentita dalla collecting italiana. Con questi presupposti, non sarà semplicissimo arrivare a un compromesso.

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Zuckerberg come Kim

Il presidente di Siae ribadisce l’apertura alla trattativa ma precisa: «Dopo la scadenza della licenza, abbiamo chiesto alcuni dati a Meta, non ce li hanno mai voluti fornire. Dati che servono per determinare il giusto compenso per i nostri autori, perché noi rappresentiamo 100mila autori ed editori italiani. All’improvviso, a trattativa in corso, loro hanno detto “Se oggi alle 18 non avrete accettato le nostre condizioni, tutti i contenuti italiani saranno rimossi”. Così, come il dittatore nordcoreano, premendo un bottone. Non potevamo accettare la loro proposta senza avere mai avuto da loro un solo dato di quelli che chiedevamo. Ho il sospetto che dietro tutto questo ci siano anche problemi economici che non hanno nulla a che fare con l’Italia».

Siae caso pilota per l’Europa

Nastasi ha rimarcato che quello italiano è un po’ un «caso pilota» per quanto riguarda l’applicazione della Direttiva Copyright. «La battaglia che stiamo cercando di intraprendere da soli non è quindi solo economica, ma culturale perché cerchiamo di tutelare l’industria creativa italiana. Siamo la sesta collecting del mondo, ma rispetto a un colosso come Meta ovviamente siamo molto piccoli. Il problema è anche più vasto, perché i ragazzi non si preoccupano di non trovare più i brani italiani e automaticamente scelgono per i loro contenuti brani di altri Paesi. E questo è un danno grandissimo», ha aggiunto. Da qui una richiesta di sostegno alle istituzioni: «Non ci lasciate soli».

Meta: ci hanno chiesto 4 volte il valore del precedente deal

Mazzetti, per conto di Meta, dichiara: «L’assenza della musica di Siae sulla piattaforma è dovuta al rifiuto di Siae di accettare una proroga temporanea dell’accordo precedente. L’ultimo accordo tra Siae e Meta è scaduto il 15 dicembre 2022 e già lo scorso agosto Meta ha contattato Siae per avviare le trattative per il rinnovo. Il punto su cui si è interrotta la trattativa è la natura dell’importo richiesto da Siae per la licenza a partire dal 2023. La prima richiesta è stata quasi quattro volte superiore all’importo concordato dalle parti fino al 2022, senza che venisse fornita alcuna motivazione per tale aumento, né che fosse presentato un modello economico appropriato a supporto. Considerando che i diritti oggetto di licenza sono sostanzialmente gli stessi, la richiesta di Siae risulta ingiustificata».

Chi trasmette in streaming e chi no

Meta dichiara di aver fatto «un’offerta significativamente più alta della royalty concordata con Siae fino a dicembre 2022», poi progressivamente la società ha aumentato l’offerta «cercando di andare in contro alle richieste di Siae che, tuttavia, si è rifiutata di accettare qualsiasi offerta inferiore ad un aumento del +310%. Non siamo disposti a chiudere accordi irragionevoli da un punto di vista economico e di mercato». Meta «non ha deciso unilateralmente di interrompere le trattative. In realtà, è successo esattamente il contrario», dichiara Mazzetti. Nastasi contro-replica: falsa la dichiarazione di Meta secondo la quale «Siae si è rifiutata di accettare qualsiasi offerta che fosse inferiore ad un aumento del 310% rispetto all’accordo del 2022». Se non altro, l’audizione di Siae la abbiamo vista tutti perché la collecting ha acconsentito allo streaming, quella di Meta no. Peccato: almeno una diretta Instagram da uno come Mark Zuckerberg che ci vuole portare tutti nel Metaverso ce la saremmo aspettati.

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