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Siccità, il governo punta sui dissalatori modello Genova: acqua dal mare a tutta la Pianura Padana

Dissalatori di acqua marina, come strumento per affrontare le fasi di emergenza. Il modello è quello del progetto di Genova per trasportare nel Nord Italia l’acqua desalinizzata, utilizzando una tubatura già esistente e inutilizzata al porto Petroli

Dell'Acqua (Commissario siccità): "Elaboreremo dati da Regioni, ministeri hanno in mente priorità"

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Tra gli obiettivi della Cabina di regia sull’emergenza idrica, che si è riunita per due ore venerdì 5 maggio a Palazzo Chigi, in sinergia con Commissario straordinario Nicola Dell’Acqua, «lo snellimento delle procedure amministrative al fine di fornire risposte concrete e urgenti ai territori» .

Una nota di Palazzo Chigi ha sottolineato che, «come previsto dal Dl Siccità, la Cabina di regia ha assegnato priorità ai progetti di dissalatori di acqua marina, come strumento di transizione per affrontare le fasi emergenza». La cabina di regia contro la siccità è stata istituita dal decreto legge 39/2023.

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Il modello Genova

Un esempio in tal senso - ha proseguito la nota - è il progetto presentato nei mesi scorsi dal sindaco di Genova Marco Bucci, che prevede di unire l’acqua proveniente dai depuratori a un’eguale quantità di acqua marina, per poi trasportare nel Nord Italia l’acqua desalinizzata, utilizzando una pipeline, una tubatura già esistente e inutilizzata al porto Petroli di Genova». Il progetto non è mai stato reso pubblico. Bucci ne ha parlato in diverse occasioni e avrebbe scelto il posto dove svilupparlo (nell’area delle acciaierie, nei pressi del depuratore di Cornigliano).

Contro la siccità 102 milioni per le prime urgenze

La riunione della cabina di regia ha individuato i primi interventi urgenti in 5 regioni: Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Lazio, per un investimento complessivo di 102 milioni di risorse del Mit.

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La società Acquedotto Pugliese ha approvato la gara per realizzarlo. Si tratta di un investimento da 100 milioni di euro, che beneficerà di fondi Pnrr e che si prevede di completare nel 2026.

L’impianto, che dovrebbe entrare in funzione entro la metà del 2026, avrà una potenzialità di 55.400 metri cubi al giorno circa di acqua potabile ed è stato progettato per produrre ogni giorno l’equivalente del fabbisogno idrico giornaliero di 385mila persone (quasi un quarto della popolazione dell’intera penisola salentina).

Secondo il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, «si potrà far fronte all’incremento delle richieste estive e si potrà ridurre nel contempo il prelievo della risorsa dai pozzi, contribuendo al miglioramento dello stato delle falde sotterranee. Un modo - ha aggiunto il governatore - per conferire al nostro sistema di approvvigionamento idrico una maggiore resilienza e capacita’ di reagire alle crisi idriche, in un momento storico caratterizzato dai segni del cambiamento climatico».

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