Sicilia gialla, che cosa cambia (e tutte le regole per le altre zone)
Nelle regioni in zona gialla la mascherina è obbligatoria anche all’aperto. Per impianti sportivi e spettacoli arrivano limiti più stringenti
di Andrea Gagliardi
I punti chiave
5' di lettura
Mascherine obbligatorie anche all’aperto. Ma anche una minore capienza per spettacoli all’aperto e stadi. Un tema quest’ultimo particolarmente sentito dal momento che lo scorso weekend è ripartito il campionato di calcio. Sono le novità che scattano per i territori - a partire dalla Sicilia, in fascia gialla dal 30 agosto - che passano dalla zona bianca a quella gialla. Niente coprifuoco, dunque. Nessuna chiusura di negozi o attività. Nessuna novità sugli spostamenti. Si aspettano le faq del governo per chiarire se è ancora in vigore il limite dei 4 commensali a tavola al ristorante (a meno che non siano conviventi). Tutto sommato modifiche limitate, insomma, che incidono soprattutto a livello di immagine per la stagione turistica.
«La zona gialla attuale è di un giallo molto più scolorito rispetto alle restrizioni che prevedeva in precedenza» quindi l’eventuale passaggio delle regioni in giallo rischia di essere «un po’ simbolico», dichiara non a caso il virologo Fabrizio Pregliasco, docente dell’Università Statale di Milano.
Mascherine obbligatorie anche all’aperto
Con il nuovo colore giallo, le mascherine, che in zona bianca sono obbligatorie al chiuso, in gialla devono tassativamente essere indossate sempre anche all’aperto (sono esentati i bambini sotto i sei anni). La Regione Sicilia il 13 agosto ha emesso un’ordinanza che estende l’obbligo della mascherina anche ai luoghi pubblici all’aperto, ma solo «se si è nel contesto di presenze di più soggetti in luoghi particolarmente affollati». Con la zona gialla scatta la mascherina all’aperto sempre.
Capienza limitata per stadi, teatri, cinema e concerti
Per teatri, cinema, concerti, musei, stadi, ristoranti al chiuso a pranzo e cena, palestre, terme, parchi divertimento, sale gioco e concorsi pubblici valgono le stesse regole della zona bianca. Quindi serve sempre il Green pass (basta aver fatto da 15 giorni la prima dose). Quest’ultimo, come in zona bianca, è obbligatorio dal primo settembre anche per salire su treni intercity e ad alta velocità, navi (tranne che per lo stretto di Messina) e autobus a lunga percorrenza, oltre che sui voli aerei nazionali (per quelli all’estero già esisteva l’obbligo, ma il green pass in linea di massimo è valido solo se si è concluso da 14 giorni il ciclo vaccinale). Restano chiuse le discoteche, come in zona bianca (dove sono autorizzati i servizi di bar e ristorante, ma non è possibile ballare in pista)
Va registrata però una minore capienza per spettacoli all’aperto e impianti sportivi. In zona bianca infatti non c’è un limite numerico per concerti, cinema, spettacoli teatrali o stadi. Basta che la capienza non sia superiore al 50% di quella massima autorizzata all’aperto e al 35% al chiuso. E nel caso di eventi con un numero di spettatori fino a 5mila all’aperto e 2.500 al chiuso non ci sono restrizioni. In zona gialla invece la capienza consentita per gli spettacoli dal vivo non può essere superiore al 50 per cento di quella massima autorizzata. Una percentuale che si dimezza al 25% per gli impianti sportivi. Ma in entrambi i casi c’è un (identico) limite fisso. Massimo 2.500 spettatori all'aperto e 1.000 al chiuso. Significa che in zona bianca in uno stadio da 60mila persone ne possono entrare 30mila. In zona gialla solo 2.500.
Spostamenti liberi e ristoranti aperti
Sia in zona bianca che gialla non ci sono limitazioni agli spostamenti tra le regioni - non serve il green pass, dunque - ed è possibile raggiungere sempre perciò le seconde case. Non ci sono limiti orari alla circolazione, dunque nessun coprifuoco, che è stato eliminato lo scorso 21 giugno in zona gialla e che ha segnato duramente i mesi di lockdown. Anche i ristoranti restano aperti sia al all’interno (con il pass) che all’aperto (anche senza). Con il ritorno a scuola a settembre la presenza in classe sarà sempre garantita al 100%, a meno di quarantena (che dura sette giorni per chi è vaccinato e dieci per chi non lo è).
Le chiusure e i divieti in zona arancione
Con le regole attuali la vera stretta scatta con il passaggio in fascia arancione. Una «penalizzazione» che si attiva se a livello regionale si superano i 150 casi settimanali ogni 100mila abitanti e si oltrepassa sia il 20% dei ricoveri in terapia intensiva che il 30% negli altri reparti. Da segnalare che restrizioni da zona arancione sono state già decise in Sicilia, con provvedimenti locali, per i Comuni di Barrafranca (Enna), Niscemi (Caltanissetta), Comiso e Vittoria (Ragusa).
Nelle regioni in zona arancione gli spostamenti sono liberi per tutti solo nel proprio comune (a parte la fascia oraria del coprifuoco dalle 22 alle 5 di mattina). Gli spostamenti in entrata e in uscita dai territori collocati in zona arancione sono consentiti sempre a chi è provvisto di green pass . E a tutti, ma con autocertificazione, solo per comprovate esigenze lavorative, di necessità o di salute. È sempre consentito il rientro alla residenza, al domicilio e nelle seconde case.
I negozi sono tutti aperti, compresi parrucchieri, barbieri e centri estetici. Nel weekend sono chiusi i centri commerciali. Sono chiuse palestre, piscine, teatri e cinema. Niente servizio al tavolo in bar e ristoranti. Resta consentita fino alle 22 la sola ristorazione con consegna a domicilio o asporto. Si può svolgere attività sportiva o motoria all’aperto, anche presso aree attrezzate e parchi pubblici. O in circoli e centri sportivi all’aperto.
Quanto alla scuola, fino al 31 dicembre 2021, termine di cessazione dello stato di emergenza, i governatori delle Regioni possono derogare all’obbligo di scuola in presenza e utilizzare la dad ma solo «in circostanze di eccezionale e straordinaria necessità dovuta all’insorgenza di focolai o al rischio estremamente elevato di diffusione del virus Sars-CoV-2 o di sue varianti nella popolazione scolastica».
Le chiusure e i divieti in zona rossa
Situazione da lockdown invece in zona rossa, che scatta se (a parte l’incidenza oltre 150 casi settimanali ogni 100mila abitanti) a livello regionale si superano le asticelle del 30% per le terapie intensive e del 40% per i reparti ordinari. La «zona rossa» è già in vigore a livello locale nel comune di Africo, in provincia di Reggio Calabria.
In fascia rossa non si può uscire di casa se non per comprovate (tramite autocertificazione) esigenze lavorative o per motivi di salute e necessità. A meno che non si disponga di green pass , che consente di muoversi liberamente, anche da una regione a un’altra. È sempre possibile fare attività motoria in prossimità della propria abitazione.
Sono chiusi i negozi al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità come edicole, tabaccai, librerie, farmacie, negozi di computer, elettronica, elettrodomestici, ferramenta, pompe di benzina, negozi di biancheria, vivai. Chiuse palestre, piscine, teatri e cinema. Resta consentita fino alle 22 la sola ristorazione con consegna a domicilio o asporto (con divieto di consumazione nelle adiacenze). Niente servizio al tavolo in bar e ristoranti.
Per la scuola valgono le stesse regole della fascia arancione a. Fino al 31 dicembre 2021, termine di cessazione dello stato di emergenza, i presidenti di Regione possono derogare all’obbligo di lezioni presenza e ricorrere alla dad, ma solo «in circostanze di eccezionale e straordinaria necessità dovuta all’insorgenza di focolai o al rischio estremamente elevato di diffusione del virus Sars-CoV-2 o di sue varianti nella popolazione scolastica».
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