Sicilia, un piano da 219 milioni per la transizione digitale
Investimenti su beni culturali e salute. Si punta sul Sicily working, per offrire servizi a chi è tornato o venuto nell'Isola per lavorare a distanza
di Nino Amadore
2' di lettura
Una dote di 219 milioni per consolidare i risultati raggiunti e completare la trasformazione digitale della Sicilia considerata «tra le regioni più infrastrutturate a livello digitale del Mediterraneo ed in Italia la grande regione con il più alto numero di comuni serviti da banda ultra larga». Lo prevede il Piano triennale della transizione digitale dell’amministrazione regionale 2021–2023 presentato dall’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao e dal dirigente dell'Autorità regionale per l'innovazione tecnologica (Arit) Vincenzo Falgares e dall’amministratore unico della società regionale Sicilia Digitale Mario Bellavista.
I risultati raggiunti e la prospettiva
«Grazie agli investimenti ad oggi realizzati nell'ambito dell'Agenda digitale siciliana, con oltre 300 milioni di euro impegnati (oltre il 93% delle risorse destinate dalla programmazione europea 2014-20), alla rete dei backbones landing points effetto di investimenti internazionali e alla centralità geografica la Sicilia è la regione più infrastrutturata sul piano digitale nel Mediterraneo – spiega Armao –. Il piano di transizione digitale che presentiamo oggi, ha l'obiettivo di rafforzare il percorso proficuamente intrapreso dalla Regione, che troppi ritardi aveva maturato in passato, nella convinzione che la digitalizzazione, da appuntamento ineludibile per la modernizzazione della Sicilia, sia divenuta un'opportunità colta (oltre il 60% dei comuni già serviti da banda ultra-larga, prima grande regione italiana), ma da rendere adesso alla portata di ogni siciliano».
I settori interessati
Con la nuova pianificazione la Regione ha individuato i settori prioritari di intervento per la digitalizzazione della pubblica amministrazione (a partire da quello dei beni culturali) e della salute e si punta sul “Sicily working”, con l'obiettivo di offrire servizi alle centinaia di migliaia di persone (siciliani e non) che sono tornati o venuti nell'Isola per lavorare a distanza, giovani e meno giovani che attraverso il lavoro da remoto possano vivere nella propria terra (natia o d'elezione) e lavorare nel mondo, andando ben oltre quel pur crescente fenomeno del codiddetto nomadismo digitale, che è comunque un'opportunità per la nostra Regione. In tale contesto, peraltro, si inseriscono gli investimenti che saranno realizzati mediante il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), del quale la transizione digitale costituisce una delle sei missioni e che, come noto, significative risorse ad essa ha assegnato (27%). «Questa dinamica – conclude Armao – costituisce non solo una precondizione per lo sviluppo, ma anche una forte spinta per l'innovazione, il rafforzamento delle relazioni economiche, la riconversione della pubblica amministrazione regionale e locale, la riqualificazione dei servizi sanitari, la trasformazione del turismo e della fruizione dei beni culturali, il sostegno alla transizione digitale e l'innovazione del sistema produttivo attraverso stimoli agli investimenti in tecnologie all'avanguardia e 4.0, ricerca, sviluppo e innovazione, cybersecurity».
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