ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùIl documento della Difesa

Sicurezza, dalle operazioni cyber al dominio spaziale, ai cambiamenti climatici: ecco le sfide per l’Italia

A porre l’accento sulle principali sfide per la sicurezza dell’Italia è il Documento programmatico pluriennale della Difesa per il 2023-2025, pubblicato sul sito del ministero

di Andrea Carli

4' di lettura

C’è sicuramente la minaccia alla sicurezza scaturita dall’invasione all’ Ucraina da parte della Federazione russa, che ha delineato e delinea «una significativa minaccia convenzionale, cibernetica e spaziale», fino a rievocare «finanche la minaccia nucleare». E poi c’è l’ennesimo capitolo dello scontro tra Israele e Hamas, e in particolare il “ dossier Libano ”, «ove permangono molteplici fattori di criticità sul piano politico, economico, sociale e securitario», e dove «la prosecuzione delle attività militari condotte nell’alveo di Unifil e della missione bilaterale Mibil continua ad esercitare funzioni di prevenzione delle crisi e di stabilizzazione, a supporto delle forze legittime che costituiscono argine al degrado delle condizioni di sicurezza».

Ma nel pacchetto delle sfide che l’Italia deve e dovrà affrontare nel medio lungo termine sul piano della sicurezza ci sono anche quelle legate alla dimensione cyber ; il «dominio spaziale», con lo Spazio che sarà «il teatro ideale per svolgere attività di controllo e tracciamento di vettori missilistici balistici, ma anche manovranti a velocità ipersoniche». E poi «la sempre più pervasiva manifestazione di minacce ibride, particolarmente insidiose perché trasversali, in continua evoluzione e spesso operanti sotto la soglia dell’aperta aggressione. Tali minacce, portate da attori statuali e non, che operano anche attraverso agenti o proxy, si sviluppano attraverso una combinazione di attività coordinate e sinergiche in molteplici ambiti – fra i quali quello diplomatico, dell’informazione, militare, economico/finanziario e dell’intelligence – e sono suscettibili di essere moltiplicate dall’evoluzione dello spazio cibernetico e dai mutamenti dell’ambiente mediatico».

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Infine – ma l’elenco non può certamente considerarsi esaustivo – «restano centrali le tematiche dello sviluppo sostenibile e dei rischi connessi agli effetti derivanti dai cambiamenti climatici, fattore sempre più al centro delle dinamiche globali e che può avere conseguenze di vasta portata su molti fronti (economico, politico, militare, sociale, ecc.), in particolare nei Paesi geograficamente collocati nelle regioni più esposte».

Il Documento programmatico della Difesa

A fare il punto sulle principali sfide per la sicurezza dell’Italia è il Documento programmatico pluriennale (Dpp) della Difesa per il 2023-2025, di recente pubblicato sul sito del ministero guidato da Guido Crosetto. È il documento che il ministro della Difesa fa pervenire ogni anno al Parlamento, nel quale il Governo delinea quelle che sono le linee di sviluppo e le previsioni di spesa del Dicastero per l’anno in corso e il biennio successivo, in linea con quanto approvato dalla precedente Legge di Bilancio. Scorrendo le pagine di questo testo, si capisce dove si è concentrata e, soprattutto, dove si concentra la Difesa. È un utile vademecum per comprendere quali sono, allo stato attuale ma anche in un’ottica di medio termine, le minacce più pericolose.

La dimensione cibernetica dei conflitti

Nel pacchetto delle minacce considerate più pericolose dal ministero della Difesa, le sfide legate alla dimensione cyber. Il documento pone l’accento sul fatto che questo ambito è caratterizzato, a differenza dei domini tradizionali, «da una connotazione intangibile e trasversale». Queste sfide «hanno ormai assunto una rilevanza geopolitica e geostrategica, quale potenziale strumento di propagazione e amplificazione degli altri tipi di minacci a, se si pensa a come lo sviluppo e la sicurezza di una nazione dipendano sempre più dall’accesso alle informazioni. La dimensione cibernetica dei conflitti si è aggiunta, infatti, a quella tradizionale fisica, rendendola ancora più pericolosa ed estendendola anche al dominio cognitivo. Oltre alla possibilità di provocare il collasso dei sistemi e dei servizi essenziali - si legge ancora nel documento -, l’applicazione delle nuove tecnologie al campo dell’informazione e dei social network,ha infatti evidenziato le potenzialità destabilizzanti e di condizionamento delle opinioni pubbliche, che il controllo delle reti e dei dati consente».

Le tecnologie spaziali saranno il settore strategico

Un altro fattore preso in considerazione nel documento elaborato dalla Difesa è il «dominio spaziale» «Si ritiene che sarà sempre più area di confronto - si legge ancora nel documento -. Le tecnologie spaziali saranno il settore strategico, con un ruolo determinante in tutte le attività sia pubbliche, sia private di un Paese (ad esempio, contribuire alla connessione delle persone a livello globale, fornire dati essenziali in caso di disastri naturali, supportare la condotta delle operazioni militari) caratterizzandosi in tal modo quale vero e proprio centro di gravità della Nazione». Per quanto riguarda le sfide, «diversi sono i rischi e le minacce che si celano nello sfruttamento di questo nuovo dominio, quali ad esempio la crescente vulnerabilità ad azioni di spionaggio e sabotaggio. Lo Spazio, inoltre, sarà il teatro ideale per svolgere attività di controllo e tracciamento di vettori missilistici balistici, ma anche manovranti a velocità ipersoniche. A quest’ultimo argomento si riallaccia - spiega ancora la Difesa - il riacuirsi della minaccia missilistica che, nell’ultimo decennio, sta vivendo una fase di rapida evoluzione, con particolare riferimento sia ai progressi occorsi ai sistemi balistici e da crociera, sia allo sviluppo delle tecnologie ipersoniche. Soprattutto queste ultime, il cui utilizzo operativo è incominciato con il conflitto ucraino a opera di Mosca, avranno un importante impatto sulla stabilità strategica globale, rappresentando al contempo un nuovo obiettivo in termini di sviluppo di sistemi d’arma in grado di contrastarle».

La sfida del clima e l’Artico come zona di competizione strategica

E poi c’è la sfida del clima. Nel documento la Difesa ricorda che «il nesso tra ambiente, pace e sicurezza è ormai acclarato, poiché gli effetti connessi al cambiamento climatico e al progressivo riscaldamento globale costituiscono un’ulteriore causa di destabilizzazione, incidono sullo sviluppo economico-sociale, alimentano conflitti e flussi migratori, inaspriscono le minacce e aumentano la pressione sulle risorse naturali, con implicazioni sull’operatività della Difesa e sulla sua dimensione industriale, già da tempo impegnata nella transizione verso tecnologie più ecosostenibili, per mantenere rilevanza operativa e competitività. A tal proposito - continua il testo -, merita particolare attenzione la regione artica, diventata a tutti gli effetti zona di competizione strategica, poiché questo territorio precedentemente impenetrabile sta diventando sempre più accessibile alla navigazione e allo sfruttamento delle risorse».

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