PIANETA GIAPPONE

Sidotti: dal Giappone richieste di beatificazione

dal nostro corrispondente Stefano Carrer

3' di lettura

TOKYO - Una preghiera silenziosa davanti al portone di un condominio. E' un pellegrinaggio organizzato da una associazione di donne cattoliche di Yokohama a Miyogadani, il quartiere di Tokyo che ospito' la residenza coatta dei cristiani (Kirishitan Yashiki) nel XVII e nella prima parte del XVIII secolo, quando la religione venuta dall'Occidente era assolutamente proibita. Una lapide ricorda che la prigione fu costruita nel 1646 e che ospito' Giovanni Battista Sidotti, l'abate siciliano che fu l'ultimo di una serie di missionari iniziata con Francesco Saverio. Li' Sidotti mori' di stenti nel 1715, dopo alcuni anni di prigionia e in seguito all'inasprimento del regime carcerario seguito alla scoperta che aveva convertito la coppia dei suoi due guardiani.

Quattro anni fa, a sorpresa, e' stata scoperta - a un centinaio di metri di distanza dalla lapide - la sua tomba (assieme a quella dei due guardiani) durante i lavori di scavo delle fondamenta del condominio. I resti (non erano stati cremati) furono sottoposti ad accurate analisi scientifiche, mentre i lavori proseguirono. Cosi' i fedeli restano ancora piu' ammutoliti quando Padre Mario Canducci, missionario francescano che guida il pellegrinaggio, indica il portone - davanti al quale e' parcheggiata una Alfa Romeo - come il luogo sotto il quale si trovava la tomba del missionario venuto in Giappone in un tentativo quasi suicida di riaprire il Paese al messaggio cristiano.

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Sidotti: dal Giappone richieste di beatificazione

“Possiamo venire qui a pregare in silenzio - afferma Canducci - Prima siamo passati alla Nunziatura e abbiamo celebrato la Messa ad Asakusa, sulla chiesa che sorge dove fu costruita la prima chiesa cattolica di Tokyo”. In alcune citta' giapponesi sono sortii gruppi di preghiera che fanno pellegrinaggi nei luoghi dove Sidotti passo', dall'isola di Yakushima dove sbarco' da clandestino a Tokyo: sperano che venga presto avviata una causa di beatificazione. Una questione complessa, afferma il missionario all'ordine dei frati minori: Tokyo sembra non avere un numero sufficiente di gente esperta per mandare avanti le pratiche. Canducci e' fiducioso in quanto conosce bene monsignor Tarcisius Isao Kikuchi, l'ex missionario in Africa che si insedierà ufficialmente sabato 16 dicembre alla guida della diocesi di Tokyo. Inoltre ha gia' parlato con l'arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice. L'ipotesi che appare piu' fattibile e' una collaborazione tra le due diocesi: Palermo, luogo di origine del Sidotti, si prenderebbe l'incarico di avviare e portare avanti la causa, con il supporto della parte giapponese per la documentazione locale. Del resto, quando Sidotti mori', non c'era una diocesi in Giappone.

Intanto il materiale che il Museo della Scienza di Tokyo ha preparato e organizzato per la sua mostra sul Sidotti (compresa la ricostruzione tridimensionale del volto del missionario) dovrebbe essere prestato per una mostra in Italia nel 2018. La figura del Sidotti ha incuriosito e interessato molti giapponesi, non solo cristiani, in quanto il missionario fu interrogato più volte da un insigne studioso confuciano, Arai Hakuseki, al quale trasmise una serie di conoscenze geografiche e scientifiche. Arai, consigliere dello shogun, suggerì alle autorità un atto di clemenza inaudita, consigliando di rispedire a Manila quell'occidentale che considerava molto rispettabile. Le autorità non seguirono questa raccomandazione. E quando Sidotti violo' per la seconda volta le leggi giapponesi (prima osando entrare nel Paese, poi convertendo giapponesi) decisero di farlo morire in quello che molti considerano un martirio.

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