ipo congelate

Sigaro Toscano e Rainbow guidano la ritirata del 2018

di C.Fe.

2' di lettura

Tante le defezioni quest’anno a Piazza Affari. In un anno di buone aspettative, dalle elezioni politiche in poi si sono chiuse le finestre favorevoli per molte aziende. È aumentato il «rischio Italia» e si sono dovuti tirare indietro soprattutto i gruppi troppo esposti sul mercato casalingo.

L’ultima a ritirarsi è stata Manifattura Sigaro Toscano, che ai primi di ottobre ha rinunciato alla Borsa. La società, leader in Italia nella produzione del tabacco e nella vendita di sigari, ha un export che nei primi sei mesi del 2018 ha raggiunto il 20% del fatturato. La quotazione in Borsa resta in ogni caso una delle possibili opzioni future. Oggi Sigaro Toscano è partecipata, accanto al gruppo Maccaferri, da Luca Cordero di Montezemolo, Piero Gnudi e a Aurelio Regina.

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A fine maggio aveva poi rinunciato alla Borsa il gruppo Rainbow, casa di cartoni animati e produzioni tv famosa per le fatine Winx. È la seconda volta che Rainbow deve ammainare la bandiera di Piazza Affari, visto che ci aveva provato già dieci anni fa. Ai primi di maggio si è invece ritirata Itema, gruppo bergamasco leader mondiale nella produzione di telai, annunciando che non c’erano «le condizioni di mercato per avviare l’Ipo». Hanno infine rallentato la macchina organizzativa anche l’utility Estra e la società di consulenza Techedge.

Da ricordare anche altre due Ipo rinviate nel 2019 per motivazioni differenti rispetto alla cattiva condizione dei mercati: quella di Ntv-Italo, per la quale gli azionisti hanno preferito la soluzione della vendita al gruppo americano Gip, e quella di Octo Telematics, rinviata per i problemi causati dalle sanzioni Usa contro l’azionista russo Victor Vekselberg e la sua holding Renova.

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