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Signorini (Bankitalia): buone politiche pubbliche per colmare i ritardi digitali

«I ritardi nella diffusione delle tecnologie digitali nelle imprese italiane non sono incolmabili, ma occorre agire per recuperare il terreno perduto». Così Luigi Federico Signorini, direttore generale della Banca d’Italia, intervenuto a Firenze

di Silvia Pieraccini

(IMAGOECONOMICA)

2' di lettura

«I ritardi nella diffusione delle tecnologie digitali nelle imprese italiane non sono incolmabili, ma occorre agire per recuperare il terreno perduto». Così Luigi Federico Signorini, direttore generale della Banca d’Italia, intervenuto oggi 20 settembre alla tappa fiorentina del tour italiano promosso dalla stessa Bankitalia per promuovere la cultura finanziaria e favorire il dialogo col territorio.

Fondamentale per colmare i ritardi, secondo Signorini, saranno le politiche pubbliche. «La differenza più importante tra la Prato degli anni d'oro e la Silicon Valley degli ultimi decenni – ha spiegato il direttore generale - consiste nella natura del capitale umano». Non c'era bisogno di un dottorato in computer science per vendere con successo i prodotti tessili in tutto il mondo – ha spiegato - ma occorrevano sapienza artigiana, capacità organizzativa e fiuto commerciale.

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«Una carenza che le politiche pubbliche devono colmare, specie in Italia dove essa è più evidente, è quella relativa alle competenze avanzate, specie matematiche, statistiche, informatiche, oggi essenziali, anche tramite la promozione di centri di eccellenza scolastici e universitari. Garantendo la concreta possibilità dei “capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi” di avvalersene, come prescrive la Costituzione: per motivi di equità prima di tutto, ma anche di efficienza».

Il capitale umano è una delle tre aree, insieme con la dotazione infrastrutturale e la qualità dell’azione pubblica, in cui – secondo Signorini – servono rapidi miglioramenti per evitare il rischio di restare ai margini del processo innovativo. «Nel nostro Paese la qualità scarsa, o almeno diseguale, dell'azione pubblica incide sulla vita dei cittadini – ha affermato il direttore generale - e frena la competitività del sistema produttivo. Per intervenire occorrono però competenze adeguate, e un atteggiamento delle amministrazioni orientato un po' di più all'efficacia delle procedure e forse un po’ meno all'iper-sicurezza legale e burocratica».

Sui ritardi nella digitalizzazione delle imprese in Toscana si è soffermato il direttore della sede di Firenze di Bankitalia, Mario Venturi, secondo cui «la minore diffusione delle tecnologie digitali nelle imprese toscane è concentrata in quelle con meno di 50 dipendenti».

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