Silenzio/assenso, serve una leva fiscale per aumentare le adesioni
Il Direttore generale di FondAereo interviene nel dibattito sul rilancio delle adesioni e su una nuova operazione su contributi e Tfr dei lavoratori
di Giuseppe Chianese (*)
2' di lettura
A distanza di 15 anni si ritorna a chiedere un semestre di silenzio assenso per convincere i lavoratori italiani dell'utilità/necessità della previdenza complementare. Con la riforma del 2005 il meccanismo del silenzio assenso è diventato una delle modalità per dotare i neoassunti della pensione “di supporto” e avvicinarli al mondo del risparmio previdenziale; i dati COVIP ci dicono che nel 2020 circa il 7,7% delle nuove adesioni ai Fondi negoziali e preesistenti sono lavoratori taciti, dal 2005 al 2020 il tasso di partecipazione alla previdenza complementare è passato dal 13 al 33% e il numero dei Fondi è diminuito da 587 a 372.
Impatto silenzio/assenso
I numeri ci raccontano una situazione in chiaro/scuro, il silenzio assenso aiuta la crescita del tasso di adesione ma non è determinante, si assiste ad una razionalizzazione degli strumenti previdenziali ma non si rinuncia al contatto di prossimità, all'identità e allo spirito di appartenenza alla propria categoria lavorativa, le adesioni ai Fondi aperti e i Pip rappresentano circa il 60% delle nuove adesioni grazie, anche e soprattutto, alla rete distributiva e alla possibilità di creare sinergie d'offerta con le “case” madri.
L’efficacia dell’operazione
Quindi, serve davvero un nuovo semestre di silenzio assenso? La risposta non è facile, è evidente che servirà soprattutto se riuscirà a raccogliere “consensi”, se riuscirà ad azionare la leva del confronto, a favorire le convergenze e l'allineamento degli interessi delle parti coinvolte. Un lavoro non facile, che probabilmente comporterà interventi sul piano normativo (es. possibilità di revoca della scelta, abbandono dell'ancoraggio al comparto garantito) ed un forte impegno comunicativo e formativo che, necessariamente, dovrà vedere protagonisti i singoli Fondi pensione che, conoscendo le regole e il terreno di gioco, potrebbero condurre efficaci campagne di sensibilizzazione di prossimità.
Le leva fiscale
Ben venga, quindi, una nuova campagna di silenzio assenso ma inserita in un piano nazionale del risparmio previdenziale, che preveda interventi di settore e territoriali finanziati dalla fiscalità generale attraverso, per esempio, il riconoscimento di un credito d'imposta del tipo “Industria 4.0”, ai Fondi Pensione impegnati nell'iniziativa.
(*) Direttore generale FondAereo
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