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Silver living:un’opportunità per un paese che invecchia, in sostenibilità

di Claudio Scardovi * *

(Trinette Reed/Stocksy - stock.adobe.com)

3' di lettura

Vi sono tre principali trend globali, ancor più accentuati per l'Italia, che pongono solide basi per l'opportunità del silver living. In primis, il progressivo invecchiamento (età media) dei Paesi sviluppati e dell'Italia in particolare, con quote della popolazione pensionata dotate di stock importanti di ricchezza finanziaria e con l'esigenza primaria di “vivere meglio”, oltre che più a lungo. In secundis, il progressivo passaggio all'utilizzo dell'immobile in affitto (rent generation) e con un livello di servizi a valore aggiunto (su base digitale, fisica e Net Zero) sempre più evoluto, sofisticato e specificatamente definito per il segmento di utilizzatori di riferimento. Infine, la progressiva evoluzione delle dinamiche familiari e di interazione sociale: più divorzi, più famiglie fisicamente “distaccate”, più mobilità sul territorio sia in età lavorativa che pensionistica (si vive lavorando in città, in pensione fuori città e in funzione delle stagioni).
L'opportunità per il Paese riguarda quindi la realizzazione di strutture di housing e di ospitalità stagionale dedicate alla terza età e con diverse proposizioni di valore per i diversi target. Tali strutture, proponendosi come radicalmente evolutive rispetto alle attuali RSA presenti nel Paese, potrebbero essere realizzate in eccellenza date tre competenze. Per prima cosa, occorre una forte competenza immobiliare, per la ristrutturazione o sviluppo dell'asset fisico e per la sua manutenzione ordinaria. Occorre poi una forte competenza di servizio (cosiddetto real estate as a service) già ben sviluppata in alcuni Paesi stranieri con le offerte di housing specializzato – student, silver, full-serviced apartment – sia in affitto che in proprietà. Infine, occorre definire con precisione i target indirizzabili, differenziando di conseguenza l'offerta, nel modo più attrattivo possibile. In particolare una prima macro segmentazione riguarda la distinzione tra i potenziali utenti autosufficienti e quelli che non lo sono pienamente. Forme di silver living per gli early silver dai 50 ai 65 anni già indirizzano i benefici fiscali previsti (over-50 con redditi annui inferiori ai € 40K): si rivolgono tipicamente ai primi, con servizi a valore aggiunto più orientati al benessere e alla socialità attiva piuttosto che alla salute e all'assistenza. Forme di senior housing per gli over 65 o per altri soggetti con malattie croniche inabilitanti sono invece indirizzati da servizi che comprendono diagnostica e assistenza sanitaria 24/7. Una seconda macro-segmentazione dovrebbe quindi essere prevista rispetto alle disponibilità economiche, per variare il livello di servizio offerto e la proposizione immobiliare di riferimento (dimensione, location, qualità dell'edificio e sua infrastrutturazione digitale di base) e anche prevedendo forme di ospitalità stagionale allungata in zone turistiche, anche a beneficio dell'allungamento della stagionalità di hotel già presenti ma oggi poco sfruttati.
L'opportunità del silver living, importante e strutturale, dato il gap del Paese, oltre alle giuste competenze ed agli indirizzi propositivi corretti richiede ovviamente capitali importanti per essere indirizzati, su basi di mercato e con operatori del private equity che siano in grado di assicurare il perseguimento di obiettivi ESG (attenzione all'ambiente, inclusione sociale, forme di governo associative etc.) e di contributo alla sostenibilità complessiva del Paese – certamente aiutata se una quota importante della sua popolazione vive meglio, oltre che più a lungo. Richiede anche il contributo dei più ovvi investitori e naturali controparti interessate a questo tipo di iniziative: le casse previdenziali, i fondi pensione e quelli sanitari in particolare. Su queste basi, il mio auspicio che questa opportunità strategica per trasformare il Paese a beneficio della nostra quota crescente di anziani e non solo di quella venga colta da società d'investimento e gestione ben qualificate, con governance e capitali italiani e non lasciata, come in passato per molte altre ovvie opportunità, nelle mani di gestori e capitali esteri, pronti a cogliere l'opportunità per trasformare l'Italia nella Florida dell'Europa, dell'Asia e del Medio Oriente.

* * Amministratore delegato di HOPE Sicaf SB

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