il match di lione

Simeone contro Garcia: parla (un po’) italiano la finale di Europa League

di Dario Ricci

Olympique Marseille in finale Europa League, la gioia dei tifosi

2' di lettura

Hai voglia a chiamarla “coppetta”. Figlia minore della Champions, erede in parte illegittima (visto l’innesto, nella seconda fase, proprio dei club eliminati dalla Champions) della gloriosa Coppa Uefa, l’Europa League s'avvicina al suo primo decennio di vita (la prima edizione è datata 2009-10) avendo consolidato il suo ruolo di ancella tra le competizioni continentali. Merito, certo, della qualificazione diretta alla Champions che regala dallo scorso anno alla vincitrice, ma anche di una formula che ne rende duro e probante il cammino, e di conseguenza sempre più autorevole chi ne esce vincitore. Si pensi, al riguardo, proprio al cammino del Marsiglia, arrivato all'atto finale partendo dal terzo turno preliminare, e giunto quindi stasera al 19esimo incontro della sua campagna europea!

Sfida italiana - Frequentata poco e male dai club nostrani, che sembrano coglierne solo a intermittenza il valore, il trofeo che stasera si assegna qui a Lione una bella fetta di “italianità” ce l’ha sulle due panchine, con Diego Simeone e Rudi Garcia nel ruolo di timonieri delle ciurme di Atletico Madrid e Marsiglia. Il primo (che pure stasera lascerà la panchina al fedelissimo Burgos, causa la squalifica rimediata dopo l’espulsione nella semifinale d’andata contro l’Arsenal), ormai è acclarato, ha fatto dei Colchoneros la sua seconda famiglia, dopo aver vestito le maglie di Inter e Lazio ed essersi forgiato sulla panchina catanese; il secondo, sbarcato da Lilla, ha vissuto una breve ma intensa stagione romanista, in cui davvero (soprattutto la prima stagione) era riuscito a far vedere un calcio fresco e diverso sui nostri campi, prima di impantanarsi tra enigmi tattici e il reflusso di un romanismo che deve essere apparso al tempo stesso provinciale e attraente per un tecnico come il francese, per natura libertario e apolide.

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Precedenti - Coi successi 2008-09 e 2011-12 (targato Simeone, nella finale vinta contro il Fulham), l'Atletico Madrid ha posto le basi per diventare una big d’Europa, come dimostrato dai due derby consecutivi persi in finale contro il Real con la Champions in palio; l’Olympique invece, a 25 anni dalla storica vittoria in Coppa Campioni contro il Milan, cerca quel trofeo che quando era ancora Coppa Uefa gli è sfuggito due volte in finale, contro il Parma di Malesani nel 1998-99, e il Valencia nel 2003-04.

Temi tattici - Biancorossi favoriti (anche se nel 1986, proprio a Lione, persero la Coppa delle Coppe contro la stellare Dinamo Kiev di Valery Lobanowski), per solidità, esperienza, completezza della rosa. Occhio al duello tutto transalpino tra Griezmann e Payet, amici per la pelle pronti a ritrovarsi a breve con la maglia dei Bleus in vista di Russia 2018. Il bomber con la faccia di bambino potrebbe essere all’ultima gara in biancorosso: per lui sarebbe già pronto un posto nel prossimo tridente d’attacco del Barcellona...

Sicurezza - Schierati già per le vie di Lione e nell'area del Parc Olympique Lyonnais più di mille agenti: le simpatie destrorse di parte della curva dell'Atletico mal si conciliano con quelle di segno opposto e filo-magrebine dei suppporters marsigliesi, di cui è inoltre pericolosamente nota la rivalità proprio con la tifoseria del Lione.

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