Singapore, da faro del Sud Est asiatico a “hub” globale
La concorrenza internazionale elevata alza le barriere all’entrata, richiedendo una profonda conoscenza delle dinamiche asiatiche e globali
di Roberto Guidetti *
3' di lettura
Paragonata a Hong Kong, Singapore è spesso definita più “asiatica” che cinese e un po’ meno eccitante. Come al solito, quando si parla di Asia, non è così semplice. La popolazione di 5,8 milioni di abitanti (contro i 7,5 milioni di Hong Kong) è senz’altro meno omogenea, ma le persone di etnia cinese sono comunque il 76%, seguiti da Malesi (15%) e Indiani (7%).
Da quando Singapore divenne indipendente separandosi dalla Malesia nel 1965, guidata prima da Lee Kuan Yew e più recentemente da suo figlio Lee Hsien Long sotto la stabile egida del People’s Action Party, l’economia ha continuato a crescere fino a far figurare la città stato odierna al settimo posto nella graduatoria compilata dal Fondo Monetario Internazionale (IMF) che stima il Pil nazionale pro capite del 2020 subito dopo gli Stati Uniti e davanti a nazioni come Germania, Inghilterra, Francia, Giappone e Italia.
L’economia è una superstar degli investimenti dall’estero grazie alla sua posizione centrale in Asia, al quadro istituzionale pro-business e all’infrastruttura educativa di primo livello. Singapore neutralizza una scarsa competitività a livello di costi di produzione con un sistema di tassazione attraente, con una grande connettività logistica e finanziaria e con l’abilità di mantenere un sano e simultaneo commercio bilaterale sia con gli Stati Uniti che con la Cina.
Supportato da una impressionante educazione civica della società, il modello politico è caratterizzato da stabilita' di governo, i cui manager e impiegati hanno spesso salari equivalenti o maggiori che nel settore privato. Il passo è più rilassato che a Hong Kong. Le aree verdi (che a Hong Kong sono bellissime ma su varie montagne e isole fuori dal centro) a Singapore sono inserite nella città in modo che si è quasi sempre circondati da alberi, parchi e giardini.
Quanto alla monotonia, se ci si lascia le malls di Orchard Road alle spalle, è possibile trovare molteplici stimoli tra Marina Bay e i suoi bellissimi Gardens by the Bay, affascinante architettura coloniale, e gli originali quartieri tradizionali indiani e cinesi. Alcuni paralleli tra le due città erano centrati: Singapore stava al Sud Est asiatico come Hong Kong stava alla Cina continentale come simbolo di modernità e simbiosi produttiva. Ma la recente crescita di Shanghai e Shenzhen ha sminuito l’importanza relativa di Hong Kong mentre nel frattempo Singapore ha decisamente accelerato verso la sua meta di diventare un nuovo centro tecnologico mondiale.
Non è un caso che la terza stagione della serie avveniristica televisa “Westworld” sia ambientata tra i grattacieli, vetrate e ampi spazi di Singapore. La tecnologia è sempre più percepibile con il pagamento a codice QR comune anche nei tradizionali “hawker centers” (classificati come “Intangible Cultural Heritage” dall’UNESCO, sono concentrazioni di botteghe che offrono le più svariate cucine internazionali con un’area comune per i consumi); veicoli autonomi (la Nanyang Technological University and Land Transport Authority stanno preparando il trasporto autonomo su 1.000 km di strade pubbliche per l’anno prossimo); fari stradali equipaggiati con sensori e sistemi analitici che raccolgono dati su condizioni meteorologiche e traffico; una identità biometrica (National Digital Identity - NDI) che integra riconoscimento di impronte digitali, occhi, viso e voce.
Singapore ha dato il benvenuto anche al nuovo fenomeno della carne alternativa “lab grown”, approvando i bocconcini di pollo di Eat Just di San Francisco: invece di usare alternative vegetali, Eat Just li ottiene estraendo cellule da animali che vengono poi fatte crescere esponenzialmente in bio-reattori; il ristorante esclusivo 1880 (per membri) nel centro di Singapore è stato il primo in tutto il mondo a servirla.
I marchi più famosi in Singapore uniscono classici come Singapore Airlines, Changi Airport, McDonalds, Uniqlo, DBS ad altri ad alta tecnologia come Apple, WhatsApp, YouTube, Netflix. Le categorie dove si trovano più marchi italiani sono in segmenti a prezzo alto in settori più tradizionali come arredamento, moda, auto, ospitalità, alimentazione e vini. I marchi più riconosciuti sono ad esempio B&B Italia, Sassicaia, Lamborghini, Ferrari, Prada, Valentino, Gucci.
In conclusione Singapore ha un incredibile potenziale con una popolazione sempre più sofisticata ed internazionale che senz’altro apprezza marchi famosi per la loro storia e qualità, ma che è' anche attenta al progresso per attitudini ed interessi e quindi motivata dall’innovazione nel prodotto e nel servizio. La concorrenza internazionale elevata alza significativamente le barriere all’entrata, richiedendo non solo una profonda conoscenza delle dinamiche asiatiche e globali, ma anche l’abilità nel fare le connessioni tra le due in un contesto di continua accelerazione tecnologica. L’investimento necessario è quindi notevole, ma i ritorni possono anche essere esponenziali vista l’influenza di Singapore aldilà dei suoi confini.
* Ceo di Vitasoy International Holdings
loading...