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Una performance del 2014, interpretata da David Mambouch, che esprime la cifra più sperimentale della coreografa francese, proiettata oltre i confini della danza. Il lavoro prende spunto da una citazione dello scrittore Robert Antelme sulla necessità che ogni essere umano venga riconosciuto: «La storia di ciascuno di noi si costruisce attraverso il bisogno di essere riconosciuti senza riserve e l’amicizia denota questa infinita capacità di riconoscimento».
Il performer nasconde il proprio volto esibendone altri come fossero maschere, volti che catturano il nostro sguardo, che creano empatia o distanza. La storia particolare che si legge su di essi, pur restando un enigma, ci dice molto dell’importanza del non detto, di quel luogo che Jean-Luc Nancy individua “prima o dopo la parola”.
Teatro Due, Parma
14 e 15 novembre ore 2030
- Argomenti
- storia
- Robert Antelme
- Jean-Luc Nancy
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