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Jannik Sinner vince in finale a Pechino contro la sua bestia nera Daniil Medvedev , numero 3 del ranking: festeggia pienamente, con questo successo nel Master 500, il quarto posto nella classifica mondiale e si gode il suo momento magico, alla fine di una settimana che non dimenticherà. E’ finita 7-6 7-6 (dominando nei tiebreak: 7-2).
Un match quasi perfetto, con frequenti incursioni a rete a interrompere il gioco da fondo campo del russo: una ragnatela soffocante di cui Sinner era stato preda nei precedenti scontri diretti (sei partite, sei sconfitte, di cui le finali a Rotterdam e Miami ). E poi le ottime risposte che hanno disinnescato il servizio dell’avversario, un gioco sempre molto profondo, in pressing, contro cui il russo nulla ha potuto. A tutto questo si è accompagnata una forza mentale e una concentrazione sorprendenti: niente passaggi a vuoto, grande freddezza nei momenti decisivi, anche il servizio lo ha sorretto bene. Se si eccettuano alcuni smash non andati a segno, la partita non avrebbe portuto essere giocata meglio.
Un risultato che arriva dopo la splendida vittoria con Alcaraz in semifinale, in un crescendo su cui forse in pochi avrebbero scommesso dopo i turni difficili con Evans e Dimitrov, segnati dal malessere fisico tra i crampi e il vomito. E invece le condizioni dell’italiano sono pian piano migliorate: con Alcaraz - numero due del mondo - è stato implacabile, dopo un primo set combattutissimo ha fatto quel che ha voluto nel secondo, finito 6-1.
La quarta posizione, raggiunta solo da Adriano Panatta il 24 agosto 1976 (Pietrangeli divenne numero tre a cavallo tra il ’59 e il 60, ben prima dell’era dei computer), già acquisita in semifinale, si consolida ulteriormente con la vittoria in finale. Adesso c’è il Master 1000 di Shanghai e in prospettiva le Atp finals a Torino (seguite dalla fase finale della Davis a Malaga). Ma prima, c’è da festeggiare e godersi questo risultato storico.
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