La decisione del Tribunale

«Sistema rifiuti nel Lazio», assolto l’imprenditore Manlio Cerroni

di Ivan Cimmarusti

2' di lettura

Assolto l’ex patron della discarica di Malagrotta, l’imprenditore Manlio Cerroni. Il collegio giudicante ha respinto la testi investigativa della Procura della Repubblica di Roma. Le motivazione saranno depositate entro novanta giorni. Ma intanto un dato di fatto sembra assodato: non ci sarebbe stato un «sistema» illecito di gestione dei rifiuti nel Lazio. «Una emozione immensa», commenta a caldo il difensore di Cerroni, l’avvocato Alessandro Diddi. «Il Tribunale ha riconosciuto la assoluta inconsistenza delle contestazioni dei pm. È un risultato sul quale abbiamo creduto fin dal primo momento, dalla prima udienza».

L’attività di lobbying ipotizzata dalla Procura
Stando alla ricostruzione del pm, ciò che era emerso riguardava una presunta «attività di mero lobbying» per la gestione dei rifiuti nel Lazio indirizzata sugli interessi economici di Cerroni e agevolata da una cerchia di politici e dirigenti della Regione Lazio. L’indagine, condotta dai carabinieri per la Tutela dell’ambiente (all’epoca dei fatti coordinato dal capitano Ultimo) ha illustrato un sistema illecito nella gestione dei rifiuti nel Lazio, nelle mani di Cerroni, soprannominato «il Supremo». «È quasi superfluo – si legge nei documenti depositati in Tribunale – definire i fatti», che sarebbero «di inaudita gravità anche per le dirette implicazioni sulla politica di gestione dei rifiuti e per le ricadute negative sulla collettività».

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Cade l’imputazione dell’associazione
Cade l’accusa di associazione. Secondo i pm di Roma Cerroni aveva «promosso e organizzato» una associazione per delinquere al fine di «commettere una serie indeterminata di reati di abuso d'ufficio, falso in atto pubblico, traffico di rifiuti, truffa aggravata, frode in pubbliche forniture e gestione illecita di rifiuti». L’ipotesi è che «qualsiasi atto o attività» sia stato di natura «illecita», così da consentire al “Supremo” «il mantenimento o l'ampliamento della posizione di sostanziale monopolio» che avevano le sue aziende «nel settore della gestione dei rifiuti solidi urbani prodotti dai comuni insistenti all'interno della Regione Lazio».

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