Smemoranda diversifica negli hotel e nei servizi
Dopo lo stop causato dalla pandemia, i progetti di crescita e rilancio tra opportunità e qualche incognita
di Giulia Crivelli
I punti chiave
3' di lettura
Si sente parlare sempre più spesso di variante Omicron e di sindrome da long Covid. Entrambe sono riferite e preoccupano le persone, ma la seconda riguarda anche le aziende, per molti versi. Come spiega Gianni Crespi, amministratore delegato del gruppo Smemoranda, che comprende, oltre al noto marchio di agende, Zelig e Nava, storico brand di accessori di design da lavoro e da viaggio, strumenti da scrittura e quaderni.
Sopravvissuti all’uragano
«Nel 2020 non siamo stati investiti da una tempesta, ma da qualcosa di più forte, lo chiamerei un uragano perfetto – racconta Crespi, che di Smemoranda è anche socio –. Con Smemoranda e Nava facciamo prodotti per la scuola e per chi si sposta, per piacere o per lavoro, e nel 2020 e per parte del 2021 abbiamo avuto la Dad e lo stop ai viaggi e agli incontri di lavoro di persona. Siamo una “fabbrica della comicità” con Zelig, famoso in particolare per il teatro di viale Monza, a Milano, e il Covid ha impedito ogni spettacolo dal vivo. Eppure siamo sopravvissuti all’uragano, che ci ha costretti a spostare in avanti gli obiettivi triennali che ci eravamo dati a fine 2019, ma non certo a cancellare i piani, la visione, financo il sogno, potrei dire».
Entro il 2024 il gruppo Smemoranda punta a un fatturato di 63 milioni e a una buona redditività: «Sono affascinato da ogni aspetto creativo e in Smemoranda ce n’è una miniera inesauribile, sono però anche un uomo dei numeri e della finanza – aggiunge Crespi –. Nel piano abbiamo previsto, sempre entro il 2024, un ebitda di 8,3 milioni e un risultato netto di 3,3 milioni, pari, rispettivamente, al 13% e al 3,8% del fatturato».
Verso un brand di lifestyle
La compagine del gruppo è composta da Gino Vignati & Michele Mozzati, Nico Colonna, Vitaliano Borromeo, Massimo Moratti, Giuseppe Ferrero, Andrea Bolla , Giuseppe Colombo, Gianni Crespi e Quafin, società della famiglia Crespi. Il Covid ha costretto il ceo e tutti i dipendenti del gruppo ad accelerare sulla digitalizzazione e sui nuovi progetti. «Il sogno è trasformare Smemoranda in un brand di lifestyle, come si dice oggi. Nel nostro caso non è una velleità: il marchio ha una brand awareness altissima e l’agenda è tornata a essere un best seller per studenti e non solo – precisa Gianni Crespi –. Ma i progetti sono tantissimi, tutti pensati per un target giovane: stiamo progettando uno Smemo hotel, una sorta di allegro ostello, linee di abbigliamento e accessori. E servizi, come l’assicurazione a ore per il motorino e creazione di viaggi a misura di giovani».
Poi c’è Nava, che ha un target ancora più ampio e che in occasione del Supersalone del mobile di settembre ha presentato una minicollezione disegnata da Stefano Boeri.
Le incognite
«Nel 2022 Nava compirà cento anni e sarà il periodo del vero rilancio – assicura il ceo del gruppo –. Abbiamo siglato accordi commerciali molto importanti anche in Cina, per vendere su Tmall e Jd.com, e altri in Corea. La vera incognita, variante Omicron a parte, sono i rincari delle materie prime, dei noli, dell’energia e della logistica. E per chi produce o stampa in Cina, ci sono pure gli stop produttivi, che hanno ritardato le consegne di mesi». Carta, cartone, materie prime essenziali per la legatoria, come il silicone, hanno visto aumenti fino al 200%. «Per i clienti il lead time (tempo tra ordine e consegna, ndr) è passato da 90 a 180 giorni, con le relative conseguenze sui pagamenti – conclude Crespi –. Questo è il long Covid delle aziende: stanno aumentando in ogni settore gli insoluti e credo che il Governo dovrà di nuovo intervenire sulle cartelle esattoriali».
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