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L’Italia ha di fronte a sé la grande sfida della crisi climatica, ma non solo. Deve sostenere la crescita e lo sviluppo della sua industria agroalimentare e garantire alle aziende della trasformazione degli alimenti le materie prime necessarie per le loro produzioni d’eccellenza, come il grano siciliano, il latte trentino, il mais friulano. Il forte rincaro dei prezzi dovuto alla guerra in Ucraina è un’ulteriore dimostrazione che una maggior autonomia alimentare fa bene alle aziende e alle famiglie.
E nel nordest, a Galliera Veneta, nel padovano, è attiva da una trentina di anni un’azienda, la Mafin, che contribuisce alla sostenibilità e all’autonomia dell’agroalimentare italiano (ed europeo) in modo molto innovativo. Produce infatti snack pellet, cioè semilavorati alimentari che vengono poi espansi e aromatizzati dai produttori di snack, ad esempio di patatine fritte. In Mafin li realizzano a partire da materie prime diverse, come farine e amidi di patata, farine di cereali, farine di legumi.
La Mafin è il produttore numero uno in Italia, e leader in Europa per volume, anche grazie al più grande stabilimento produttivo di pellet del mondo. Esporta in oltre cinquanta paesi diversi, e opera esclusivamente nel B2B. Degno di nota è che la produzione di snack a partire dai pellet ha un basso impatto ambientale, con pochissimi reflui e scarti. Ad esempio nei processi di produzione del pellet e nella successiva espansione da parte dei produttori di snack non si usano ingenti quantità di acqua, come invece accade nella produzione di patatine fritte basata sulla patata naturale.
Alla Mafin spiegano di essere davvero attenti alla sostenibilità. Il 100% del packaging è in cartone certificato FSC e dal 2021 tutta l’energia elettrica usata deriva da fonti rinnovabili. Ancora, hanno ridotto del 98,9% la creazione di scarti inutilizzabili per consumo e trasformazione rispetto a ogni chilo di pellet prodotto, e del 37% la creazione di rifiuti legati a imballaggi in plastica. Recuperano i sottoprodotti e li conferiscono a un digestore per la produzione di bio-gas.
«Negli anni la Mafin ha cercato in molti modi di ridurre il proprio impatto ambientale» spiega Andrea Campagnolo, direttore commerciale dell’azienda. «Sono però previste altre azioni di Carbon Management, in un’ottica di crescente attenzione ai temi ambientali e di economia circolare. Nel corso del 2022 l’azienda pubblicherà il suo primo Report di Sostenibilità».
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