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Snam: stoccaggi di gas a livelli record, riempimento all’85%

Secondo i dati raccolti dal Sole 24 Ore, l’asticella attuale è di circa 9,5 miliardi di metri cubi, ai quali vanno sommati i 4,5 miliardi di metri cubi di riserva strategica

di Celestina Dominelli

(REUTERS)

3' di lettura

Stoccaggi italiani all’85 per cento. È questo al momento il livello della giacenza presso i depositi di Stogit, il “braccio” di Snam che rappresenta il principale operatore del comparto. Secondo i dati raccolti dal Sole 24 Ore, l’asticella attuale è di circa 9,5 miliardi di metri cubi, ai quali vanno sommati i 4,5 miliardi di metri cubi di riserva strategica, per un riempimento che supera abbondantemente, come detto, l’80 per cento.

Il calo dei consumi

Giacenze a livelli record, dunque, ben al di sopra dei numeri raggiunti nel 2022. Da marzo scorso alla fine dell’inverno, complici anche le temperature più miti, l’asticella degli stoccaggi in Italia è stata infatti del 65 per cento, a fronte del 36% fatto registrare nel 2022 negli stessi mesi (mentre negli anni precedenti la media si era attestata attorno al 44%). Lo scorso anno, però, la fiammata dei prezzi del gas aveva reso particolarmente complesso il percorso di riempimento dei depositi tanto da indurre il governo in stretta sinergia con l’Arera e con il sostegno di Snam e, in un secondo momento, anche del Gse, a mettere in campo tutta una serie di misure per agevolare i conferimenti in stoccaggio in modo da blindare il sistema dopo la decisione della Russia di tagliare le forniture verso l’Europa e l’Italia.

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Azioni “emergenziali” che, come si ricorderà, sono andate avanti fino allo scorso aprile, quando con un decreto firmato dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin erano stati fissati i livelli obbligatori in termini di spazio di stoccaggio da allocare in via prioritaria per rispondere alle esigenze dei clienti civili e al quale affiancare poi un ulteriore “cuscinetto” per assicurare ulteriore flessibilità al sistema. Potendo contare, come accaduto finora, anche sul possibile ricorso alle cosiddette iniezioni di gas in controflusso (cioè durante la fase di erogazione) e di esercizio in sovrapressione per aumentare i volumi di gas da movimentare all’interno dei depositi.

Tutti questi strumenti, poi, vale la pena di rammentarlo, sono stati preceduti, fin dall’inizio dello scorso anno, dal meccanismo di ultima istanza - azionato prima dal gruppo guidato da Stefano Venier e sostenuto, in un secondo momento, anche dalla controllata del Mef -, che è servito soprattutto nei mesi contrassegnati dai maggiori picchi in termini di quotazioni della commodity, ad acquistare ulteriori quantitativi a complemento di quelli, molto al ralenti, effettuati dagli shipper e che ha contribuito a preservare le prestazioni degli stoccaggi, nonché ad assicurare un livello di giacenza in grado di mettere il sistema al riparo da eventuali criticità.

Il calo dei prezzi

Ora, però, le condizioni complessive sono mutate. I prezzi, come noto, sono crollati e l’inverno poco rigido ha fatto sì che nei depositi la giacenza residua fosse ancora molto significativa a fine marzo. Con il risultato che tutti i servizi di stoccaggio offerti da Stogit sono stati completamente allocati ad aprile agli operatori di mercato, a valle dello sprint impresso dal governo, per complessivi 12 miliardi di metri cubi. E, considerando le regole vigenti che incentivano gli operatori che acquistano capacità di stoccaggio a riempire la stessa entro il prossimo 31 ottobre, non si prevede per ora il ricorso per l’anno termico 2023-2024 ad ulteriori azioni per la piena ricostituzione visto il positivo andamento.
Né, al momento, sono stati messi in campo
prodotti particolari (come il controflusso) per il riempimento, ma Stogit continua a offrire
soluzioni a breve termine per assicurare la
massima flessibilità agli operatori.

Nel corso di questo mese, dunque, è attualmente offerto uno slot per il conferimento in stoccaggio e sarà eventualmente allocato secondo il criterio first come first served (Fcfs), vale a dire al soggetto che per primo ne farà richiesta. Gli altri di agosto e settembre saranno invece offerti con aste mensili (la prima è prevista a breve) e, in caso di mancata allocazione, si privilegerà l’ordine di ricezione delle richieste.

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