Soccorsi in mare, solo tre barche della Guardia costiera libica in grado di navigare
di Andrea Carli
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C’è il «piano di rafforzamento urgente» delle forze libiche impegnate nella lotta all’immigrazione illegale “messo a punto” in una riunione della Commissione bilaterale italo-libica riunitasi oggi a Tripoli. Il programma, definito “Piano Salvini”, prevede la fornitura di gommoni, equipaggiamenti, veicoli e altro materiale per Guardia costiera, Marina e Guardia di frontiera libiche. E c’è il decreto legge all’esame del pre consiglio dei ministri, uno dei primi provvedimenti dell’esecutivo M5s-Lega, con cui l’Italia dona al governo di Tripoli dieci motovedette della Guardia Costiera e due unità navali della Guardia di Finanza.
La pressione migratoria
In entrambi i casi, l’obiettivo di Roma è rinforzare la flotta della Guardia costiera libica, quella che fa riferimento al premier al-Serraj, nel momento in cui il governo italiano punta a lasciare ai libici il coordinamento delle operazioni di salvataggio che avvengono nella Sar del Paese del Nord Africa. Si tratta di flussi considerevoli, sospinti da alcuni fattori: la bella stagione, una stabilizzazione della Libia che non accenna a frenare, e voci, diffuse tra i migranti, di una possibile stretta promossa dall’Europa alle sue frontiere esterne. Stando alle indicazioni fornite dall’Unhcr, in un solo giorno, il 24 giugno quasi mille persone sono state intercettate e riportate in Libia dalla Guardia costiera di quel paese.
Le conclusioni del Consiglio europeo
Nel testo delle Considerazioni finali del Consiglio europeo della settimana scorsa, viene chiarito che tutte le navi operanti nel Mediterraneo «devono rispettare le leggi applicabili e non interferire con le operazioni della Guardia costiera libica». Venerdì scorso l’International Maritime Organization ha riconosciuto la competenza della Libia sulla sua zona Sar.
La Guardia costiera libica: mancano motovedette e pezzi di ricambio
Nei giorni scorsi la stessa Guardia costiera tramite il suo portavoce, l’ammiraglio Ayoub Qassem, ha lanciato un allarme: abbiamo capacità deboli, è il senso del messaggio, mancano motovedette e pezzi di ricambio». Stando a un articolo pubblicato dal The Times, la guardia costiera libica avrebbe a disposizione appena tre imbarcazioni funzionanti, che peraltro sarebbero spesso costrette in porto dalla mancanza di carburante e di giubbotti salvagente.
Le imbarcazioni in arrivo: motovedette classe 500 e due navi
Le dieci motovedette Cp classe 500 e le due navi da 27 metri classe Corrubia che vengono ora cedute a titolo gratuito si aggiungono alle dieci che l’Italia ha donato l’anno scorso, quando ministro dell’Interno era Marco Minniti. In quel caso si trattava di imbarcazioni che erano state donate dall’Italia già ai tempi di Gheddafi,e che dopo il conflitto del 2011 erano state condotte per riparazioni in Italia e Tunisia.
Un milione e 400mila euro per la formazione del personale di bordo
In un primo momento si pensava che l’Italia donasse alla Libia delle imbarcazioni più grandi, le “Classe 300”, di stanza a Pantelleria e Lampedusa. Sono barche predisposte per la ricerca e il soccorso d’altura, inaffondabili e autoraddrizzanti, con un’autonomia di circa 500 miglia e un equipaggio di 4 persone. Invece a Tripoli arriveranno le “Classe 500”: imbarcazioni più piccole, di dieci metri, in vetroresina con un’autonomia di 200 miglia e una velocità massima di 35 nodi. La bozza del decreto legge all’esame del preconsiglio dei ministri stanzia inoltre poco meno di un milione e 400mila euro in due anni per la manutenzione dei mezzi e per la formazione del personale libico.
Cosa ha deciso la Commissione bilaterale
L’addestramento dovrebbe essere effettuato nella base di Abu Sittah dove è ormeggiata la nave italiana Caprera, una nave officina. Un’accelerazione nella manutenzione delle imbarcazioni libiche ad opera degli italiani è prevista anche dal programma definito oggi dalla Commissione bilaterale italo-libica.
L’ambasciatore Perrone: è l’inizio del piano Salvini sulla Libia
La riunione è stata presieduta dall’ambasciatore d’Italia a Tripoli Giuseppe Perrone, la persona che con la collaborazione dell’intelligence ha preparato il terreno per la visita dei giorni scorsi del vicepremier Salvini a Tripoli. «Oggi a Tripoli la Commissione italo-libica contro l’immigrazione illegale ha iniziato l’attuazione del piano Salvini per il rafforzamento delle capacità libiche nei salvataggi e il monitoraggio delle frontiere sud, l’accelerazione dei rimpatri e dei ricollocamenti, il miglioramento centri per migranti», ha scritto l’ambasciatore su twitter.
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