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Social card, ecco la lista delle 23 voci dei cibi che si possono acquistare

È uno strumento «indirizzato a promuovere acquisti di filiere corte e italiane, che sono, per definizione, produzioni di qualità», spiega il ministro Lollobrigida

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I punti chiave

  • Presenti il latte e i suoi derivati
  • Dallo zucchero ai legumi
  • Promossi acquisti di filiere corte e italiane
  • Schlein: esclusi molti che ne avrebbero bisogno
  • Ancc-Coop: provvedimento utile e importante

2' di lettura

Dalle carni al caffè, dal pesce fresco al latte in polvere, ma niente birra, vino e marmellata. Sono 23 le voci incluse nella lista dei cibi acquistabili con la card “Dedicata a te”, lanciata dal governo per aiutare le famiglie più bisognose a far fronte ai rincari di generi alimentari. Cresce la polemica sui generi non acquistabili attraverso la carta che sarà consegnata la prossima settimana negli uffici postali, ma il ministro della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida risponde: «Non imponiamo diete». Mentre, a puntare il dito contro la scelta di non prevedere tra beneficiari molte categorie, è la segretaria del Pd Elly Schlein, che parla di un provvedimento «escludente».

Presenti il latte e i suoi derivati

Nella lista predisposta dai ministeri dell’Agricoltura e dell’Economia, sono incluse le carni di maiale, pollo e tacchino, manzo, pecora, capra e coniglio, così come il pescato fresco. Ci sono ortaggi freschi e lavorati, pomodori pelati e conserve di pomodori. Presenti naturalmente il latte e i suoi derivati, inclusi quindi yogurt e formaggi, così come le uova, l’olio d’oliva e di semi, i prodotti di panetteria, di pasticceria e i biscotti.

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Dallo zucchero ai legumi

La carta contro il caro-carrello, contenente i 382,5 euro, permetterà di acquistare anche farina, pasta e altri cereali, come riso, orzo, farro, avena, malto, mais, così come legumi, semi e frutta. Inoltre, lieviti naturali, miele (ma non marmellata), zucchero, cacao in polvere, cioccolato, acque minerali, aceto di vino (ma non balsamico) e gli alimenti per la prima infanzia, come omogeneizzati, pastine e latte di formula. L’ultima voce, infine, include caffè, tè e camomilla.

Promossi acquisti di filiere corte e italiane

«Ci sono quasi tutti i prodotti dell’alimentazione, figuriamoci se andiamo ad individuare che cosa nello specifico devono mangiare i nostri cittadini, però se possiamo attivare filiere che danno lavoro lo facciamo», chiarisce Lollobrigida. «Ho individuato quei prodotti, tra i generi alimentari, che avessero un consolidato nelle produzioni di carattere interno», quindi «l’elenco richiama, per il 90%, a produzioni che derivano dal nostro territorio». È uno strumento «indirizzato a promuovere acquisti di filiere corte e italiane, che sono, per definizione, produzioni di qualità».

Schlein: esclusi molti che ne avrebbero bisogno

Più che sui cibi e le bevande escluse dalla lista, per la segretaria del Partito democratico, il problema della nuova social card è la scelta di non prevedere, tra i beneficiari, molti che ne avrebbero bisogno: tra cui mamme single, percettori di reddito di cittadinanza e di inclusione. «La social card - spiega Schlein - è escludente, perché non vi possono accedere le persone anziane che vivono sole, le coppie ed esclude i Comuni» che hanno gli strumenti per «mappare le situazioni più critiche. Noi saremo in Parlamento con le nostre proposte alternative».

Ancc-Coop: provvedimento utile e importante

Il provvedimento, che utilizza 500 milioni stanziati in legge di Bilancio a cui si sommano circa 70 milioni per gli sconti del 15% sugli alimenti, è «utile e importante perché pensato per favorire famiglie in difficoltà. Poteva esser esteso ad altre categorie di persone ma ci siamo sentiti comunque in dovere di sostenerlo, visto che ne beneficeranno 1,3 milioni di nuclei», ha detto Marco Pedroni, presidente dell’Associazione nazionale cooperative consumatori (Ancc-Coop).

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