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Socogas, la scommessa sul bio-gpl e i nuovi distributori

Oltre alla sperimentazione sul biocarburante, l’azienda Parma attiva nella distribuzione dei carburanti vuole passare da 90 a 200 stazioni di servizio in 5 anni

2' di lettura

La scommessa sul bio-gpl bio per Socogas è cominciata la scorsa estate, quando ha costituito la Green Lg Energy GLGE, joint venture diretta allo sviluppo di nuove tecnologie destinate appunto alla produzione e distribuzione di gpl (gas petrolio liquefatto) derivato da biogas, insieme a Agn Energia, Beyfin, gruppo Cavagna, Veroniki Holding/Butangas. L’obiettivo è costruire il primo prototipo di impianto per la produzione di bio-gpl entro il 2024. È in atto la ricerca di un sito adatto.

Bio-gpl da rifiuti

La tecnologia Cool Lpg, oggetto della sperimentazione, consente di recuperare il biogas derivante da discariche, impianti agricoli, impianti di trattamento delle acque reflue e rifiuti urbani, convertendolo in bio-gpl, rinnovabile al 100% per il trasporto, il riscaldamento, l'industria. Un prodotto compatibile con l’infrastruttura già esistente, e con ridotte emissioni.

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Socogas, fondata nel 1967, con quartier generale a Fidenza (Parma). Movimenta e commercializza 280mila tonnellate di gpl e circa 150mila metri cubi di carburanti all’anno destinati alla propria rete di distributori stradali e di serbatoi per uso civile ed industriale. È attiva nella progettazione di depositi e punti vendita di gpl e nella distribuzione di lubrificanti. Fornisce metano, energia elettrica e gpl da combustione. Nel 2021 ha realizzato un fatturato di 620 milioni, aumentato nel 2022. Con 270 dipendenti.

Un mercato da sviluppare

«Oggi stiamo attraversando un passaggio generazionale, da azienda familiare a gruppo capace di guardare ai mercati globali e competere con i player del settore energia», racconta Patrizia Zucchi ad gruppo, nonché figlia del fondatore Renzo. «Crediamo nei biocarburanti: sono e saranno il prodotto che più di tutti ci traghetterà verso la transizione. E in particolare nel bio-gpl, che è il prodotto che ancora non esiste. Ma ha un mercato potenziale: pensiamo ai 1.300 comuni non collegati alla rete metano e ai 2,5 milioni di automobilisti che già usano il gpl. In prospettiva abbiamo un ulteriore mercato da sviluppare: 24 milioni di vetture che vanno da euro 0 a euro 4, le più datate e inquinanti, con una spesa minima potrebbero essere convertite a gpl, per poi utilizzare la versione bio. I biocarburanti possono essere la via italiana alla neutralità climatica. Se si sostenessero con forza, anche l’Europa se ne accorgerebbe», commenta Zucchi.

Il riferimento è al bando europeo dei motori endotermici dal 2035, con l’ultimo aggiornamento che ha visto Bruxelles accogliere una deroga per i carburanti sintetici promossi dalla Germania, ma non quelli bio patrocinati dall’Italia.

200 distributori in 5 anni

Oltre la scommessa sul bio-gpl, Socogas immagina uno sviluppo della distribuzione dei vettori energetici. «Abbiamo deciso di crescere nel settore luce e gas metano e abbiamo deciso di investire nei distributori stradali», spiega Zucchi. «Qualunque sarà il prodotto della transizione, le stazioni di servizio rimarranno i luoghi nei quali tutti andranno a rifornirsi. Stiamo valutando una sere di operazioni: abbiamo già 90 stazioni di servizio multicarburante. Contiamo di arrivare a 200 in 5 anni», conclude Zucchi.

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