Solo il 38% dei detenuti è alla prima esperienza in carcere
Il totale dei presenti, drasticamente sceso durante il primo anno della pandemia, è tornato a crescere. Si è passati dalle 53.364 presenze della fine del 2020 alle 54.134 della fine del 2021. A fine marzo 2022 i detenuti nelle carceri italiane erano 54.609
di Andrea Carli
I punti chiave
3' di lettura
In carcere, purtroppo, ci si ritorna. A mettere in evidenza questo aspetto è un passaggio del 18esimo rapporto Antigone, presentato oggi, giovedì 28 aprile. Al 31 dicembre 2021, dei detenuti presenti nelle carceri italiane, solo il 38% era alla prima carcerazione. Il restante 62% in carcere c’era già stato almeno un’altra volta. Il 18% c’era già stato in precedenza 5 o più volte. La percentuale di chi ci è stato più volte cala per gli stranieri, ma sale per gli italiani, per i quali si immaginerebbe invece che i percorsi di reinserimento sociale siano più facili.
Aumenta il tasso di recidiva: in media 2,37 reati per detenuto
In media vi è una percentuale pari a 2,37 reati per detenuto. Al 31 dicembre 2008 il numero di reati per detenuto era più basso di 1,97. Dunque diminuiscono i reati in generale, diminuiscono i detenuti in termini assoluti ma aumenta il numero medio di reati per persona. Ciò è indice dell'aumento del tasso di recidiva. I reati più presenti sono quelli contro il patrimonio (31 mila), quelli contro la persona (23 mila) e le violazioni della normativa sulla droga (19 mila). Seguono a una distanza significativa le violazioni della normativa sulle armi (9.249), reati contro la pubblica amministrazione (8.685), di stampo mafioso ex 416bis (7.274) e contro l’amministrazione della giustizia (6.471).
Oltre 32mila persone in misura alternativa alla detenzione
Al 15 marzo 2022 erano 32.460 le persone in misura alternativa alla detenzione. Di queste, 20.347 (il 62,7%) si trovavano in affidamento in prova al servizio sociale, 11.241 (il 34,6%) in detenzione domiciliare, 872 (il 2,7%) in semilibertà. Il 9,3% delle persone in misura alternativa (ovvero 3.017) era composto da donne. Una percentuale maggiore rispetto a quella delle donne in carcere, dovuta alle pene brevi generalmente comminate alle donne e alla scarsa pericolosità sociale. La misura della messa alla prova riguardava inoltre 24.402 persone. Si conferma molto limitata l’area delle sanzioni sostitutive(semidetenzione e libertà controllata) - che riguardava solo 129 persone - che la legge delega sulla riforma del processo penale vuole infatti rafforzare. Sono 8.860 le persone sottoposte a lavori di pubblica utilità, quasi esclusivamente (93,1%) per violazioni del codice della strada. La misura di sicurezza della libertà vigilata interessa infine 4.617 persone.
Dopo il calo sotto la pandemia, torna a crescere la presenza di detenuti
Il totale dei presenti, drasticamente sceso durante il primo anno della pandemia, è tornato a crescere. Si è passati dalle 53.364 presenze della fine del 2020 alle 54.134 della fine del 2021. A fine marzo 2022 i detenuti nelle carceri italiane erano 54.609. Il tasso di affollamento ufficiale medio era del 107,4%. Ufficiale, perché nei fatti - sottolinea l’indagine - a causa di piccoli o grandi lavori di manutenzione, la capienza reale degli istituti è spesso inferiore a quella ufficiale. In alcune regioni il tasso di affollamento medio è più alto della media nazionale del 107,4%: in Puglia è pari al 134,5%, in Lombardia al 129,9 per cento. A fine marzo l’affollamento a Varese era del 164%, a Bergamo e a Busto Arsizio del 165% e a Brescia “Canton Monbello” addirittura del 185%.
Poche le donne: il 4,2% del totale
Al 31 marzo 2022 erano 2.276 le donne presenti negli istituti penitenziari italiani, pari al 4,2% della popolazione detenuta totale. Osservando l’andamento del dato percentuale negli ultimi trent’anni, emerge come variazioni significative siano avvenute nel corso degli anni ‘90, arrivando a superare il 5% tra il 1991 e il 1993 e scendendo al 3,8% nel 1998. Negli ultimi due decenni, la percentuale di donne detenute si è invece sempre attestata intorno al 4%, subendo alcune oscillazioni ma restando costantemente all’interno del punto percentuale. Delle 2.276 donne detenute al 31 marzo 2022, 727 sono di origine straniera ossia il 31,9%. La percentuale è leggermente superiore a quella degli uomini detenuti stranieri, pari al 31,3%. Per le donne straniere, i primi due paesi di provenienza sono la Romania (24,9%) e la Nigeria (16,5%), seguite a distanza dal Marocco (5,8%), dalla Bosnia Erzegovina (5,1%) e dalla Bulgaria (4%).
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