Soluzioni design per portare nel living e dentro casa auto che sono opere d’arte
Grazie a piattaforme girevoli, rampe retraibili e pareti a scomparsa, prendono forma le carchitecture dei migliori progettisti contemporanei.
di Mark CO'Flaherty
5' di lettura
Come osservare uno squalo in una vasca di formaldeide, portare una bella macchina in uno spazio chiuso suscita una tensione particolare che costringe ad ammirarne la bellezza. Non dovrebbe trovarsi lì, e invece c'è e, così, la si studia. In movimento, è una forza dinamica carica di energia, ma quando è ferma e ben illuminata diventa un'opera d'arte. Sempre più collezionisti d'auto, infatti, vogliono celebrare la loro passione creando spazi in cui conciliare la comodità di un garage con l'estetica e il fascino di una galleria.
Lo scorso anno, è stato pubblicato il libro Carchitecture. Houses with Horsepower, con i testi a cura di Thijs Demeulemeester e Bert Voet e le fotografie di Thomas De Bruyne, che ripercorre i parallelismi storici tra le tendenze degli stili architettonici e il design delle automobili. Secondo gli autori, i due elementi si sono intersecati per la prima volta nello showroom Jaguar progettato da Frank Lloyd Wright a Park Avenue, New York. Nonostante Wright abbia posseduto oltre 80 vetture nel corso della sua vita, era solito affermare che “un'auto non è un cavallo, non ha bisogno di una stalla”, così preferì creare quello che lui stesso definì carport per i suoi clienti collezionisti. Il progetto per lo showroom Jaguar degli anni Cinquanta era stupendo, con una rampa elicoidale che anticipava il capolavoro di Wright, il Museo Guggenheim. Sebbene sia stato demolito nel 2013, quello storico edificio ha avuto un impatto maggiore di qualunque altro nel rapporto fra architettura e garage. La sua influenza si percepisce in edifici come Villa Gug ad Aalborg, Danimarca, progettata nel 2014 da Bjarke Ingels Group , con una rampa di calcestruzzo che crea un tutt'uno elegante e comunicante tra il box auto e l'abitazione principale.
Aston Martin ha lanciato il suo servizio Automotive Galleries and Lairs due anni fa. Il branding richiama intenzionalmente lo stile James Bond e l'architettura degli interni è in gran parte futuristica, cinematografica e scenografica alla Ken Adam. «Da qualche tempo stavamo creando spazi dedicati per i clienti residenti a New York e Miami, quindi offrire questo servizio è stata un'evoluzione naturale», racconta Marek Reichman, direttore creativo di Aston Martin. «Vediamo ogni macchina da noi prodotta nella sua componente scultorea, così quando progettiamo una galleria automobilistica vogliamo che queste opere d'arte rombanti siano presentate al meglio. Progettiamo la disposizione, scegliamo i materiali e l'illuminazione da abbinare all'estetica dell'auto e la collochiamo al cuore dell'esperienza. Prestiamo anche attenzione alla temperatura, all'umidità e al giusto equilibrio dei raggi Uv». Le vetture devono essere anche accessibili per il proprietario, che deve poterci salire comodamente. La soluzione è pensare a piattaforme girevoli, ascensori e rampe retraibili. Queste piccole gallerie d'arte sono spesso completate nell'arredamento dalla linea Formitalia di Aston Martin, dedicata alla casa, e arricchite da collezioni di libri o vini. La Sylvan Rock House , in fase di costruzione nel verde della Hudson Valley, nello stato di New York, è la prima residenza privata del marchio, realizzata in collaborazione con S3 Architecture , e composta da un salone al piano terra con finestre a tutta parete affacciate verso le macchine parcheggiate all'esterno, divise da una parete portabottiglie.
Progetti simili non sempre hanno bisogno di ampie residenze di campagna o di nuove costruzioni. Nel Regno Unito, Christopher Prain, dello studio londinese di interior design Christopher Chanond , di recente è stato contattato da un appassionato per creare uno spazio in cui esibire una Jaguar Le Mans a Knightsbridge, nel centro di Londra, all'interno di una tipica mews house. «Questo cliente possedeva già un garage», racconta Prain. «L'auto però era così bella che meritava di diventare parte dell'arredo. Così, per dividere lo spazio abitativo dal garage, ho utilizzato un vetro speciale che diventa trasparente grazie alla corrente elettrica». Basta premere un pulsante e dietro il vetro compare l'auto, che diventa parte degli interni domestici, incorniciata come un'opera d'arte. È una sorta di spazio hobby molto chic «surreale e inaspettato», continua Prain.
«Un'auto all'interno di un edificio crea un senso di prossimità bizzarro», spiega Lera Samovich, socia dello studio di architettura Fala Atelier a Porto. «È come se si trattasse di un arredo sovradimensionato». Lo studio è stato incaricato da un cliente di Lisbona di trasformare un garage in un'abitazione, conservando però un po' di posto per la macchina. La soluzione è stata quella di creare uno spazio aperto e luminoso, simile a una galleria, con pavimenti di cemento lucidi e finestre sul tetto. Nonostante sia collocata al piano terra, la sensazione è quella di trovarsi in una realtà che si espande, tipica dei loft, con la vettura che diventa un'opera d'arte a grandezza naturale. È una sorta di intelligente anarchia: «L'auto vìola la presunta vita domestica», aggiunge Ahmed Belkhodja, altro socio dell'atelier.
Molti dei più ambiziosi progetti architettonici consistono nel creare padiglioni a sé stanti per collezioni di auto – da 20 a 100 pezzi – quasi un museo, per intenderci. Gli architetti e appassionati di quattroruote Etienne Borgos e Nadine Pieper, titolari dello studio di design Borgos Pieper , con sede a Barcellona e Londra, sono stati incaricati di creare due spazi connessi tra loro per un collezionista in Costa Brava, un progetto che si concluderà quest'anno. Posti vicini alla scogliera, i due padiglioni si ispirano ai fari delle macchine e assomigliano a cupole di vetro dell'era spaziale. Sul lato frontale, le facciate scendono insieme alla scogliera e si affacciano sull'oceano. Ciascuna struttura di acciaio è sostenuta da un anello di calcestruzzo, con uno strato di vetro avvolto da cellule fotovoltaiche che danno l'aspetto di un fanale. All'interno i dettagli sono ugualmente eleganti. «Abbiamo sviluppato l'illuminazione con Claude R. Engle, che ha lavorato su spazi per collezionisti di auto in America e anche per il Reichstag, il British Museum e il McLaren Technology Centre», dice Borgos. «Serve un'illuminazione tenue per far risaltare la forma della vettura e creare uno scenario teatrale».
Nelle campagne francesi, Alireza Razavi dello Studio Razavi , con sede a Parigi, è stato incaricato di realizzare un progetto accanto a una tenuta del XIX secolo che rievocasse un castello medioevale. «Le macchine erano tutte italiane e inglesi, dal design abbastanza recente», racconta Razavi. «Ho voluto che lo spazio fosse coerente con il loro design, con il minor numero di decorazioni possibile». La soluzione è stata quella di nascondere l'ingresso alla galleria nel pendio del terreno dietro la casa e creare un edificio in calcestruzzo ad alta resistenza che contrasta con l'abitazione principale, ma al tempo stesso la completa. Il dialogo tra le quattroruote e gli edifici doveva essere brillante e carico di emozioni. «Volevo che lo spazio conservasse la sua vera natura: è stato realizzato con gettate di calcestruzzo, non perfette al 100 per cento, mentre le auto lo sono», spiega. Il risultato è davvero notevole.
Borgos e Pieper credono che progetti di questo tipo rappresentino un mercato in crescita. «I clienti scelgono di portare le macchine nelle loro ville e nei loro appartamenti, persino negli attici a volte, per celebrarle come oggetto di design», afferma Borgos. «Da architetti, noi cerchiamo di realizzare strutture e soluzioni che abbiano la stessa grazia delle vetture classiche». Frank Lloyd Wright aveva ragione: l'auto non ha bisogno di una stalla, merita molto di più.
loading...