Sondaggio Swg: l’opinione pubblica Ue auspica buoni rapporti con la Cina a costo di smarcarsi parzialmente dagli Usa
L’analisi campionaria mette inoltre in luce il pesante impatto del caro energia sui cittadini europei. Spagnoli, greci e francesi sembrano averne risentito di più, mentre in Italia si registra la quota minore di rispondenti che hanno subito conseguenze forti
di Mariolina Sesto
I punti chiave
2' di lettura
Nella Ue prevale l'idea che la Cina possa mediare tra Russia e Ucraina. Emerge da una indagine campionaria realizzata in aprile da Swg su 8 Paesi europei (circa 80% della popolazione UE). Dallo stesso sondaggio emerge che l'opinione pubblica europea auspica buoni rapporti con la Cina, al costo di smarcarsi parzialmente dagli Stati Uniti. Questa linea risulta particolarmente popolare nel sud Europa mentre i tedeschi appaiono meno concilianti.
L’intermediazione cinese sulla guerra
Pensando alla Cina e alla guerra in Europa, con quale di queste affermazioni si trova maggiormente d’accordo? A questa domanda il 47% del campione risponde che la Cina può fare da intermediario per porre fine alla guerra; il 35% che la Cina non può fare da intermediario perché sta aiutando la Russia e il 18% risponde «non saprei».
L’atteggiamento dell’Ue nei confronti della Cina
L'opinione pubblica europea auspica buoni rapporti con la Cina, al costo di smarcarsi parzialmente dagli Stati Uniti. Questa linea risulta particolarmente popolare nel sud Europa mentre i tedeschi appaiono meno concilianti. Swg ha posto la seguente domanda: quale tipo di atteggiamento ritiene debba tenere l’Unione Europea nei confronti della Cina?. Il 46% ha risposto che dovrebbe provare a instaurare buoni rapporti anche senza il
consenso degli Stati Uniti (questa percentuale scende al 42% in Germania mentre sale al 57% in Italia); il 25% che dovrebbe mantenere le distanze; il 15% che dovrebbe provare a instaurare buoni rapporti ma solo con il consenso degli Stati Uniti; il 14% ha risposto «non saprei». Gli elettori dei partiti affiliati a Verdi, ID e PPE supportano maggiormente un distanziamento dalla Cina. Sinistra, Socialisti e Renew Europe spingono per non farsi condizionare dagli Stati Uniti.
Gli effetti della crisi bancaria in Europa
Dal sondaggio emerge che in Ue non c'è panico ma la preoccupazione si estende in tutto il continente, in modo accentuato in Spagna e Grecia. Gli italiani si mostrano leggermente più ottimisti. Il 46% si dice abbastanza preoccupato, il 28% si dice molto preoccupato (questa percentuale si riduce al 21% in Italia), il 18% poco.
L’aumento del costo dell’energia
Il sondaggio mette inoltre in luce il pesante impatto del caro energia sui cittadini europei. Spagnoli, greci e francesi sembrano averne risentito di più, mentre in Italia si registra la quota minore di rispondenti che hanno subito conseguenze forti. Alla domanda “sul piano personale, quanto percepisce le conseguenze dell’aumento dei prezzi dell’energia?”, il 47% risponde “molto” (in Italia questa percentuale si riduce al 30%); il 39% “abbastanza”; il 95 “poco”.
La metodologia
Campione: 1000 cittadini maggiorenni per ogni singolo paese (8000 interviste totali); campioni stratificati per area di residenza, età e genere.
Tecnica di rilevazione: tecnica mista CATI-CAWI
Periodo di rilevazione: Aprile 2023
Il margine d'errore statistico dei dati per ogni singolo paese: +/- 3,1%.
Le indagini sono state svolte dai seguenti istituti di ricerca:
• SWG (ITALIA)
• Sigma Dos (SPAGNA)
• Opinionway (FRANCIA)
• Insa-Consulere GmbH (GERMANIA e AUSTRIA)
• IBRiS (POLONIA)
• Bpact (BELGIO)
• Prorata (GRECIA)
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