Sono Gerbido e Novara gli hub della futura Hydrogen Valley
L'assessore Marnati: il tessuto industriale è pronto a convertirsi e ad avviare la filiera
Il Piemonte si candida a diventare uno dei riferimenti nazionali per lo sviluppo di nuove competenze
di Filomena Greco
3' di lettura
Una premessa è d’obbligo: la strada per “promuovere” l’idrogeno a combustibile green in grado di sostiture i combustibili fossili è ancora lunga. Ma la corsa delle Regioni, sebbene in ordine sparso, è iniziata. E il Piemonte farà la sua parte. La spinta arrivata dalla possibilità di fondi straordinari con il Pnrr ha stimolato la fase di progettazione e potrebbe accelerare lo sviluppo di soluzioni industriali. Torino e il Piemonte possono contare su alcuni snodi interessanti in quella filiera dell’idrogeno che in realtà è tutta da costruire, confluiti nel progetto Hydrogen Valley che concorre all’assegnazione di risorse straordinarie dal Pnrr. I protagonisti sono Iren, Enviroment Park, parco tecnologico in capo alla Regione Piemonte che ha all’attivo l’Open Lab dedicato allo studio e allo sviluppo di tecnologie dell’idrogeno, l’Istituto Italiano di Tecnologia, IIT, che a Torino ha avviato il Centre for Sustainable Technology Future, Acea Pinerolese, accanto a player industriali come Fpt, Gruppo Cnh Industrial, che lavora allo sviluppo di soluzioni powertrain alimentate a idrogeno per i truck, Alstom, che fornirà sei treni a celle a combustibile a idrogeno a Ferrovie Nord Milano, e Punch, ex Gm, che ha avviato a Torino il ramo Hydrocells per sviluppare esistemi di propulsione e accumulo di energia basati sull’idrogeno. Pezzi di un puzzle che è ancora difficile da comporre ma che, con una buona visione e con un po’ di risorse straordinarie, potrebbe prendere forma. «Il vantaggio del Piemonte – argomenta l’assessore alla Ricerca e all’innovazione del Piemonte Matteo Marnati – sta nel fatto di avere un tessuto industriale e alcune industrie pronte a convertirsi e avviare la filiera dell’idrogeno». La Regione ha aperto una manifestazione d’interesse su questo fronte, ne è emersa una sorta di mappatura che coincide con una dichiarazione di disponibilità da parte dei privati. In parallelo, si scommette sul nuovo Piano energetico della Regione che prevede di portare, entro il 2030, la quota di rinnovabili dal 18 al 30% attraverso investimenti su campi fotovoltaici in aree industriali dismesse.
La prima applicazione possibile potrebbe essere quella sui trasporti e la mobilità, questo almeno nel progetto “Una Mole di idrogeno” che è al centro della proposta di Hydrogen Valley del Piemonte. Il cuore della proposta è rappresentato da due impianti di produzione di idrogeno alimentati con energia rinnovabile che Iren potrebbe realizzare presso l’mpianto idroelettrico di San Mauro Torinese e vicino al termovalorizzazione del Gerbido. Nel progetto è prevista una produzione massima di idrogeno pari a 6 tonnellate al giorno, sufficienti per alimentare, secondo le stime, 280 autobus con una percorrenza media giornaliera di 200 chilometri oppure, in alternativa, altri servizi come una linea ferroviaria – convertita da Diesel a idrogeno – o un parco mezzi per la raccolta rifiuti o ancora una flotta di operatori logistici. L’hub dell’idrogeno al Gerbido avrebbe come vantaggio quello di essere vicino al deposito di mezzi Gtt e nei presso di SITO, l’area intermodale di Orbassano.
Un secondo polo di riferimento per l’idrogeno in Piemonte potrebbe essere l’area di Novara, dove c’è una delle pochissime aziende italiane che produce wafer di silicio e usa idrogeno come veicolo all’interno del processo produttivo. Anche in questo caso si tratta, in ottica di filiera, di un’area interessante per la presenza di aziende chimiche – che usano idrogeno nei processi produttivi –, perché è un polo logistico importante con CIM e perché è un hub per linee ferroviarie non elettrificate come la Novara-Biella. Quella dell’idrogeno – produzione di fuel cells e elettrolizzatori è una filiera ricca. La sfida è stimolare le imprese a collocarsi lungo la catena del valore.
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