«Sono nel lusso le opportunità più interessanti»
Le valutazioni si stanno riavvicinando ai fair value Il titolo migliore del comparto rimane Hermes, ma da un punto di vista valutativo Richemont potrebbe essere la realtà più attraente
di Isabella Della Valle
I punti chiave
3' di lettura
Da un punto di vista macro oggi una fase recessiva è meno probabile e se dovesse verificarsi sarebbe di breve durata, mentre dal lato della politica monetaria, la Bce potrebbe aver terminato la stretta sui tassi. Occhi puntati sull’economia cinese, mentre sul mercato italiano sono da seguire con particolare attenzione le Pmi. Ecco in sintesi lo scenario delineato da Massimiliano Schena, direttore investimenti di Symphonia Sgr, realtà storica del panorama del risparmio gestito italiano. Nata nel 1994 è entrata a far parte del gruppo Banca Investis (ex Bim) nel 2003.
Ci sono delle variabili che potrebbero avere un particolare impatto sulla dinamica dei listini l’andamento dei listini per i prossimi mesi?
A breve termine, il rialzo dei rendimenti obbligazionari sulle scadenze lunghe e del prezzo del petrolio sono i principali rischi al ribasso per i mercati, mentre la ripresa del settore industriale globale e dell’economia cinese sono i principali catalizzatori al rialzo. Una deviazione dallo scenario di “soft landing” ormai ben prezzato avrebbe un impatto significativo, sia in caso di crescita economica più debole del previsto, sia di ulteriore stretta monetaria.
Ma lei pensa ci sia ancora un rischio concreto di recessione in Europa?
Il rischio di recessione non può ancora essere escluso del tutto ma, qualora si concretizzasse, dovrebbe trattarsi di una fase temporanea; questo è anche lo scenario della Bce. L’economia europea sta rallentando ma i primi segnali di ripresa sono comparsi sia nel settore industriale globale, sia nell’economia cinese, mentre il massimo impatto negativo della stretta monetaria sull’economia dovrebbe essere superato intorno all’inizio del nuovo anno. La probabile discesa dell’inflazione associata alla continua crescita dei salari dovrebbe sostenere il reddito disponibile.
E che cosa si aspetta dal mercato italiano? Ha ancora spazi di crescita?
Nel corso del 2023 il mercato italiano si è caratterizzato per una notevole dispersione della performance dei diversi indici. L’indice principale Ftse Mib ha evidenziato una performance ampiamente positiva, trainato dal settore bancario. Le banche hanno sinora beneficiato della forte crescita del margine di interesse ma, da qui in avanti, dovranno probabilmente fronteggiare uno scenario macroeconomico più incerto e un aumento del costo della raccolta per trattenere i depositi, i cui principali rivali sono, in questo momento, i titoli di Stato.
E per quanto riguarda il segmento delle Pmi?
La modesta presenza di titoli finanziari, i flussi in uscita dai prodotti Pir e la progressiva disintermediazione del mercato italiano da parte dei global player hanno penalizzato in misura sensibile gli indici delle piccole e medie imprese. Tuttavia, l’entità e la durata della sovraperformance del Ftse Mib rispetto alle medium-small cap è senza precedenti. Questo elemento associato alle attraenti valutazioni venutesi a creare tra le società di piccola e media capitalizzazione dovrebbe favorire la performance relativa di queste ultime nel medio periodo.
La stretta sui tassi andrà avanti ancora secondo lei?
Con il rialzo di 25 bps della riunione di settembre, che ha portato il tasso sui depositi al 4%, la Banca centrale europea ha con ogni probabilità concluso il ciclo monetario restrittivo. A meno di shock inflazionistici imprevisti, la banca centrale sembra poco propensa a proseguire con i rialzi ed i tassi potrebbero rimanere a questi livelli per il primo semestre del 2024.
Quali sono i settori che in questo momento secondo lei sono sottovalutati?
La sottovalutazione dei settori è un elemento che va analizzato considerando le valutazioni in relazione alle prospettive di crescita, alla visibilità dei flussi, alla marginalità operativa e alla redditività del capitale investito. Secondo questa logica i settori che riteniamo attraenti sono quello del lusso, alcuni segmenti della tecnologia e il comparto healthcare, in modo particolare il segmento medtech.
Ci sono aree geografiche sulle quali avete un’esposizione particolarmente importante?
L’economia globale appare divisa in due blocchi con l’America che mostra segnali di surriscaldamento ed Europa e Cina che crescono in modo deludente. Questa disparità di crescita è ampiamente riflessa nelle valutazioni di mercato e, quindi, in ottica tattica, riteniamo opportuno attribuire un maggior peso alla componente europea all’interno dei portafogli azionari. Nel lungo termine, tuttavia, bisogna tener conto della maggior produttività del mercato Usa e della sua maggior esposizione a segmenti ad alto valore aggiunto e forte crescita, mentre il blocco dell’eurozona risente di policy spesso non chiare (politica fiscale, energia, investimenti e commercio internazionale).
Quali sono le aziende che reputa più interessanti e perché?
Il settore tecnologico resta uno dei comparti più attraenti considerate le prospettive di crescita. In particolare, gli implementatori di tecnologia come Accenture sono destinati ad essere i principali beneficiari della quarta rivoluzione industriale che stiamo vivendo. Le valutazioni del settore del lusso, grazie al recente storno sui timori di rallentamento del mercato cinese, si stanno riavvicinando ai fair value dopo una fase di probabile esuberanza. Il best in class del comparto rimane Hermes, ma, considerando anche la componente valutativa, Richemont risulta probabilmente in questa fase la realtà più attraente.
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