marketing&pubblicità

Sorrell, ecco la rivincita un anno dopo la caduta

di Simone Filippetti

3' di lettura

Ascesa, caduta e risalita del baronetto Martin Sorrell. Un anno dopo la sua cacciata dal trono di WPP, il magnate mondiale della pubblicità si gode la sua rivincita contro la madre-matrigna. E sullo sfondo, ancora una volta, ritorna l’eterno duello a distanza con l’italiano Marco Benatti.

Due destini opposti vivono Sorrell e WPP: la sua vecchia casa scricchiola e perde terreno, la nuova avventura va a gonfie vele. Lo stesso giorno in cui il colosso dell’advertising pubblicava l’ennesima deludente trimestrale (ricavi in calo del 3%, addirittura dell’8% in America), la sua S4 annunciava due nuove ingressi nel suo carnet: ha comprato la Caramel Pictures ed è sbarcato in Brasile acquistando la ProgMedia, società di pubblicità di Sao Paulo.

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WPP arranca negli Stati Uniti, dove perde budget pubblicitari di peso come quelli Ford, e le compagnie aeree United e il colosso bancario American Express, che tolgono budget pubblicitari pesanti per il gruppo. Sir Martin è stato per 33 anni il signore della pubblicità con la sua WPP, nata da una piccola azienda di cestini per supermercati (la sigla stava per Wire & Plastic Products), e che Sorrell rileva dopo 9 anni di gavetta alla Saatchi&Saatchi trasformandola nella più grande agenzia pubblicitaria e di PR al mondo. La cacciata è un terremoto del 10° Richter per il mondo dei media e dell’advertising. Sorrell è stato per decenni il più grosso finanziatore dell’industria dell’informazione: a giornali, tv, radio e siti internet in giro per il mondo ogni anno WPP distribuisce qualcosa come 75 miliardi di dollari di introiti pubblicitari.

Ma un anno fa, la caduta dell’imperatore: il manager più longevo di tutta la Borsa di Londra fu allontanato per uno scandalo sulle note spese. Nel 2015 Sorrell aveva avuto rimborsi per circa 400mila sterline. La metà delle note spese erano i viaggi della moglie Cristina. Sorrell poi si faceva pagare dalla sua società uno stipendio da sceicco: arrivò a toccare i 70 milioni, cosa che fa infuriare pure l’allora sindaco di Londra Boris Johnson, oggi capofila della Hard Brexit.

Proprio nel 2015 in WPP arriva come presidente Roberto “Bob” Quarta, il finanziere italo-americano ex consulente di Bill Clinton. Bob che in Italia anni fa salì al vertice di Italtel quando il suo fondo Clayton Dubilier Rice aveva compra la maggioranza (prima di finire in Retelit oggi nelle mire di un altro finanziere oriundo londinese, Raffaele Mincione) ha la fama di duro e si dice che fosse stato chiamato dai fondi per fare da argine allo strapotere di Sorrell. Detto, fatto: proprio l’italo-americano apre un’indagine interna sulle spese di Sorrell, tra cui pure una sortita in un night club. Sorrell nega ogni accusa, ma allo stesso tempo accetta una buonuscita multi-milionaria e firma un accordo tombale di riservatezza.

Corsi e ricorsi storici: esattamente quindici anni prima Sorrell aveva licenziato in tronco Marco Benatti, il capo di WPP Italia, accusandolo di scorrettezze verso la società, all’epoca quantificate in 50 milioni di euro. Chi di spada ferisce, di spade perisce dice il proverbio.

La stampa inglese, ovviamente tutta schierata con Sorrell, ribattezzò la vicenda Benattigate, implicitamente avevano già trovato il colpevole. Benatti fa causa, ma non si è mai saputo come sono andate esattamente le cose perché i duellanti trovarono un accordo nel 2008, anche quello tombale, come per l'uscita di Sorrell da WPP. Sta di fatto che Benatti e Sorrell, pur odiandosi, vivono due vite parallele: poche settimane il guru italiano del marketing ha lasciato la Fullsix, che sta a Benatti come la WPP stava Sorrell. L’imprenditore italiano, che qualche anno fa era tornato alla carica contro il Baronetto con un velenoso Tweet che scordava pure l’imperatore Filosofo Marco Aurelio, ha di fatto detto addio alla sua creatura Fullsix, che passerà alla famiglia. Anche Benatti si metterà in proprio, seguendo le orme dell’eterno rivale?

Subito dopo la detronizzazione, Sorrell ha lanciato una nuova agenzia pubblicitaria la S4: compra una scatola vuota quotata, la Derriston Capital, mettendoci 53 milioni di tasca propria e altri 15 raccolti sul mercato, cambia e riparte da zero. E poche settimane dopo la caduta, era nella Cappella di San Giorgio a Windsor, tra i pochi eletti invitati al matrimonio del Principe Harry e di Meghan Markle. Subito dopo il Royal Wedding, ha già pronto il suo primo colpo: rileva il gruppo MediaMonks per 350 milioni di dollari, pagando con nuove azioni della neonata società. Mentre Sorrell continua a fare quello che sa fare meglio, ossia comprare aziende in giro per il mondo (WPP è diventata un colosso a forza di centinaia di acquisizioni), il suo successore Mark Read e Bob Quarta sono alle prese con un faticoso piano di risanamento e rilancio.

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