Sostegno, al Nord il 70% dei vuoti al Sud il 50% dei corsi universitari
Tra i 28.986 slot a disposizione degli aspiranti insegnanti prevale il Mezzogiorno anche se le scoperture si concentrano al Settentrione
di Eugenio Bruno e Claudio Tucci
I punti chiave
4' di lettura
Partiamo dalle buone notizie: quest’anno le specializzazioni sul sostegno sfioreranno il record di 29mila posti negli atenei (per la precisione 28.896 dopo l’errata corrige arrivata dal Mur). Ma poiché i corsi si concluderanno entro il 30 giugno 2024 i loro iscritti potranno concorrere a una cattedra solo a partire da settembre dell’anno prossimo. Per il 2023, ed è un’altra good news, ci si dovrà accontentare delle 19mila assunzioni preventivate dal ministero dell’Istruzione e del Merito grazie alla corsia preferenziale prevista, sempre sul sostegno, dal decreto Pa.
I problemi cominciano se allunghiamo lo sguardo sul medio periodo perché, nonostante l’aumento delle disponibilità nelle aule universitarie, anche il prossimo ciclo (l’ottavo) degli ex tirocini formativi attivi (Tfa) si concentrerà per oltre il 50% al Sud. Laddove il 70% delle scoperture, a mobilità conclusa, riguarda il Nord. Con il duplice rischio, da un lato, di aumentare il precariato (se si decide di non emigrare) nei bacini già oggi inflazionati e, dall’altro, di perpetuare la girandola di prof che una volta presa la specializzazione (al Mezzogiorno) e il ruolo (al settentrione) fanno poi ritorno al meridione appena ne hanno l’occasione, lasciando un vuoto che 12 mesi dopo va di nuovo colmato con un prof precario e così via.
Distanza tra domanda e offerta
I risultati sono evidenti. E il grafico qui accanto li rappresenta bene. Prendiamo la Lombardia. Al momento è scoperto più di un posto su tre (9.250), ma gli slot a disposizione per specializzarsi in un ateneo lombardo sono appena il 4% (1.170). E lo stesso discorso vale per il Piemonte, con il 12,65% di vuoti e l’1,72% (500) di disponibilità offerte dalle università piemontesi. Stesso film in scena in Veneto e in Emilia Romagna. All’opposto emblematico è il caso della Sicilia: le scoperture sul sostegno sono 694, mentre i posti di specializzazione attivati dagli atenei dell’isola sono 5mila. Anche nel Lazio la domanda è nettamente inferiore dell’offerta: i posti scoperti sono poco più di 2mila, ma le università locali ne offrono quasi 7mila.
Al netto delle discrepanze territoriali il nuovo ciclo di specializzazioni sul sostegno ha numeri record: i 28.986 posti per l’anno accademico 2022/23 sono circa tremila in più rispetto all’anno prima (25.874) e quasi 7mila in più se confrontati con i 22.005 del 2021. E il prossimo anno dovrebbe essere addirittura più generoso visto che il triennio che va dal settimo al nono ciclo dovrebbe prevedere 90mila disponibilità per gli aspiranti prof di sostegno contro i 55mila e passa del triennio precedente.
Tornando all’VIII ciclo una novità è la riserva della quota del 35% per gli insegnanti con almeno 36 mesi di servizio sul sostegno didattico negli ultimi cinque anni (in base all’articolo 18-bis, comma 2, del Dlgs 59/2017). La misura è stata introdotta di concerto con il ministero dell’Istruzione e del Merito grazie al decreto interministeriale n. 691/2023. Per questi docenti è anche prevista l’ammissione diretta alla prova scritta. Tutti gli altri candidati invece, per accedere ai percorsi universitari, dovranno superare un test pre-selettivo - una o più prove scritte o una prova pratica - e una prova orale. I soggetti in possesso di titolo di studio non abilitante conseguito all’estero sono ammessi a partecipare alla selezione, previa presentazione del titolo, secondo le norme vigenti in materia di ammissione di studenti stranieri ai corsi di studio nelle università italiane ed il titolo è valutato, ai fini dell’ammissione, dalla commissione esaminatrice nominata dall’ateneo. In ogni caso, tutti gli aspetti organizzativi e didattici dei percorsi di formazione saranno disciplinati dagli stessi atenei con propri bandi.
Le prove pre-selettive si terranno dal 4 al 7 luglio prossimi per tutti gli indirizzi della specializzazione per il sostegno. Il calendario in dettaglio prevede: il 4 luglio 2023 la prova scuola dell’infanzia; l’indomani (5 luglio) quella per la primaria; il 6 luglio la prova delle medie e il 7 luglio quella per le superiori. Un calendario che non vale per gli aspiranti insegnanti che hanno superato la prova preselettiva del VII ciclo, ma che a causa del Covid, e della necessità di rispettare le relative misure sanitarie di prevenzione, non hanno potuto sostenere le ulteriori prove. Costoro saranno ammessi direttamente alla prova scritta. La dead line per concludere questi percorsi è, come detto, il 30 giugno 2024.
La soluzione per settembre
Per questo settembre invece la soluzione adottata dal ministro Giuseppe Valditara passa per il piano straordinario di assunzioni previsto nel decreto Pa approvato mercoledì scorso dalla Camera. Parliamo di circa 19mila inserimenti che riguardano posti di sostegno (a fronte dei 2mila, 12mila e 16mila degli ultimi tre anni, ndr) per i quali, solo per l’anno scolastico 2023/24, si pescherebbe dagli abilitati delle graduatorie provinciali (Gps) di prima fascia. Per loro è previsto un contratto a tempo determinato nella provincia in cui l’insegnante risulta inserito a pieno titolo nella prima fascia Gps. Durante il contratto a tempo i candidati svolgono il percorso annuale di formazione e prova e in caso di valutazione finale positiva scatta l’immissione in ruolo. Il comitato di valutazione è integrato con componenti esterni e il test orale che deve essere svolto dal prof prevede anche una lezione simulata.
Brand connect
Newsletter Scuola+
La newsletter premium dedicata al mondo della scuola con approfondimenti normativi, analisi e guide operative
Abbonati
loading...