World Trade Group

Sostenibile e circolare, il distretto della concia ritrova la centralità

di Giulia Crivelli

2' di lettura

La concia è uno dei comparti dell’articolata e lunga filiera del tessile-moda-accessorio (Tma) meno noti al grande pubblico benché ne sia parte integrante, abbia un export superiore alla maggior parte degli altri “sottosettori” e, last but not least, sia oggi all’avanguardia nella transizione verso una produzione sostenibile e un modello economico improntato alla circolarità, come dimostra anche la partnership strategica stretta a settembre tra Wwf e Unic, l’associazione del settore.

Non stupisce allora – almeno per chi conosce la complessità del Tma – che tra i leader della crescita 2020 ci sia anche un’azienda della concia, la World Trade Group di Solofra, paese in provincia di Avellino che dà il nome al distretto conciario locale. Fondata nel 2017 da Generoso Giaquinto, in quattro anni ha registrato un Cagr del 149,82%, chiudendo il 2020 con un fatturato di poco inferiore ai cinque milioni. L’azienda è giovane, ma il fondatore ha vent’anni di esperienza e conoscenza delle pelli. «Siamo specializzati nella concia e riconcia di pelli finite destinate al mercato italiano e all’estero, usate per abbigliamento, calzature e borse», spiega Giaquinto, che cura personalmente gli acquisti delle materie prime, il ciclo produttivo della lavorazione e l’immissione delle pelli sul mercato.

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Il fondatore e amministratore unico di World Trade Group conferma la centralità dell’ecosostenibilità: «Siamo molto attenti alla tutela dell’ambiente e lavoriamo prevalentemente su pellami di capre, di “incrociati” e di montoni, molto apprezzati in particolare nel settore calzaturiero», sottolinea Giaquinto.

Il distretto conciario di Solofra si estende su un territorio di circa 60 chilometri e comprende, oltre a Solofra, i comuni di Montoro e Serino. «La nostra zona è da sempre specializzata nella concia di pelli ovi-caprine, che richiede un know how particolare rispetto ad altri tipi di concia», spiega ancora il fondatore. Alla base del successo di World Trade Group c’è l’ampia offerta di colori, la flessibilità e la possibilità di adattare la produzione alle esigenze dei clienti del settore moda, che a loro volta devono seguire o anticipare le tendenze, italiane e non solo, della stagione.

Chi conosce il settore dà per scontata la circolarità, ma conviene sottolineare questa caratteristica, come ha fatto di recente Fulvia Bacchi, direttore generale di Unic, rispondendo a Stella McCartney, che dal palco della Cop26 ha auspicato che pelli e pellicce non vengano più usate dagli stilisti. Dimenticando che le concerie lavorano le pelli degli animali destinati all’industria alimentare. Nel caso di Solofra, capre e pecore, le cui pelli diventerebbero materiale di scarto e che invece hanno una seconda vita.

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