Intervento

Sostenibilità al centro dei processi di riqualificazione urbana

La sfida Esg applicata su scala di quartiere consente di riqualificare spicchi importanti delle città. Con l’aiuto del Pnrr

di Manfredi Catella*

(Imagoeconomica)

2' di lettura

A due mesi da COP26, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si terrà a Glasgow, il dibattito e le riflessioni promosse dal ministero della Transizione ecologica con “All4Climate–Italy 2021” – attraverso giornate di dibattito sul ruolo dell’immobiliare nelle politiche per il contrasto al riscaldamento globale, organizzata con il Green Building Council Italia e “Italy Goes Green” in cui Coima coordina i temi di rigenerazione urbana – confermano la centralità del settore immobiliare nella lotta al cambiamento climatico e all’aumento della temperatura media globale.

Il settore e la filiera immobiliare sono, infatti, responsabili in modo significativo del consumo di risorse naturali e di energia a livello globale, contribuendo – direttamente e indirettamente – a una sostanziale porzione delle emissioni di CO2 nell’atmosfera: si stima che gli edifici e le costruzioni siano responsabili di circa il 38% delle emissioni di CO2 globali.

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Il Real Estate può – e deve – contribuire a combattere il cambiamento climatico e promuovere la diversità in modo significativo, integrando i principi Esg nel modello economico, sociale e ambientale di ogni sviluppo immobiliare, fissando obiettivi misurabili e comunicandoli in modo trasparente.

Sviluppi immobiliari a scala di quartiere possono riqualificare efficacemente gli spazi urbani e fornire ai cittadini una serie di servizi che riescano ad attivare comunità inclusive e – secondo la nostra esperienza – partendo dalla natura e dagli esseri umani, migliorare la qualità della vita di chi vive quelle aree e spazi.

Il Pnrr rappresenta un importante acceleratore in questo processo: i tre pilastri fondanti – transizione ecologica, inclusione sociale e digitalizzazione – applicati all’urgenza di rigenerare il nostro territorio, consentirebbero di colmare i molti e significativi gap del nostro Paese rispetto alla media europea: abbiamo una percentuale superiore di immobili con oltre 60 anni di vita, così come di quelli a rischio sismico, un ridotto numero di posti letto per studenti fuori sede (8% contro il 20% di media europea), ma anche di posti letto in strutture sanitarie residenziali ogni mille persone (solo 19 contro i 53 europei) e la gran parte degli edifici scolastici registra problemi strutturali.Colmando questi gap si tratterebbe di rigenerare, secondo le nostre stime, non meno di 100 milioni di metri quadrati con investimenti per 200 miliardi di euro in 10 anni.

Le conseguenze registrerebbero benefici molteplici sull’ambiente – con la riduzione del 15% di emissioni di CO2 in Italia – sull’occupazione – con la creazione di posti di lavoro per 200-300.000 occupati all'anno – e sull’economia – con la riduzione delle differenze territoriali, la crescita del turismo e di un importante indotto, trasversale a vari ambiti e settori.La progettazione di immobili conformi ai criteri Esg può svolgere un ruolo cruciale nel sostenere la crescita a lungo termine, non solo stimolando le economie attraverso gli investimenti, ma anche sostenendo le iniziative Esg globali dell’Europa al fine di costruire un’economia più sostenibile in linea con il quadro della Ue per il Green Deal europeo.

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