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Sostenibilità e musica: lo stile secondo Dom Bridges

Il fondatore del brand di eco-skincare Hæckels sa mixare storici punti fermi con nuovi interessi digitali. Dai podcast alle app, dedicate alla Terra.

di Lucinda Baring

Dom Bridges nel suo studio a Margate, con il cane Sharon. © Tom Jamieson

6' di lettura

I SEGNI DISTINTIVI DEL MIO STILE

Un cappello, solitamente di lana, come quello giallo di Oliver Spencer. Ma ne ho anche altri, più strani, incluso un Buffalo hat di Vivienne Westwood, acquistato prima che Pharrell Williams lo indossasse ai Grammy. Non so se lo metterò mai, perché ormai è il cappello di Pharrell, però mi piace avere qualcosa firmato Westwood. È un personaggio incredibile.

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Cappello in lana, OLIVER SPENCER. © Tom Jamieson

 

LA MIA ICONA DI STILE

Il produttore musicale Rick Rubin, perché indossa sempre le stesse cose, di solito calzoncini e T-shirt. Uno degli svantaggi della vita moderna è avere troppe cose a cui pensare, mentre ciò che è davvero importante è chiedersi: che cosa stiamo facendo, che cosa posso fare io?

Il produttore musicale Rick Rubin. © WENN/Alamy

 

UN LUOGO MOLTO IMPORTANTE PER ME

Margate. Ho vissuto a Los Angeles e ho viaggiato per il mondo, ma Margate mi ha cambiato la vita. Mi ha fatto capire chi ero e mi ha offerto il palcoscenico per esserlo.

 

IL PODCAST CHE STO ASCOLTANDO

Al momento ne ascolto 24: dedico ai podcast ogni momento libero. Ho iniziato con 99% Invisible, sul potere del design, ma adesso la mia ossessione è il suolo e come coltivarlo, quindi ascolto The Food Grower o le interviste allo scrittore e agricoltore Joel Salatin. Mi sto facendo un'idea su come si crea un'azienda agricola. E poi devo assolutamente citare Blindboy – il podcast dell'omonimo comico irlandese, uno straordinario mix di psicologia, umorismo e questioni sociali.

 

L'ULTIMA COSA CHE HO COMPRATO E AMATO

Una bellissima chitarra dell'azienda Fidelity Guitars di Cambridge. È un po' malandata e ha un solo pickup, che le dà un suono limpido. Eravamo nel mezzo della Brexit e volevo proprio comprare una chitarra inglese. Quando ho trovato Fidelity ho provato una sensazione di speranza: forse sarebbe andato tutto bene e questo Paese sarebbe riuscito a darci tutto ciò di cui abbiamo bisogno.

la chitarra di FIDELITY GUITARS acquistata di recente. © Tom Jamieson

 

LA VISTA CHE MI ISPIRA DI PIÙ

Sulla spiaggia mi vengono spesso buone idee, mi serve un rumore di sottofondo e il vuoto da guardare. È così che risolvo i problemi, ma in realtà è l'oceano a farlo per me.

 

LA PERSONA DI CUI MI FIDO PER IL MIO BENESSERE

Swami Ramdas. Il contesto che spesso accompagna le attività legate al benessere non fa per me, perché ho bisogno di concretezza. Ma durante il Covid gli insegnamenti di Ramdas mi hanno aiutato a non restare impantanato. Gestire un'azienda e fare in modo che tutti fossero contenti è stato piuttosto impegnativo. È come quando sei genitore: se non ti occupi di te stesso, non puoi fare il bene di tuo figlio.

 

LE MIE APP PREFERITE

Tend, che mi aiuta a progettare la mia azienda agricola immaginaria. E poi Soundscapes, una collezione di suoni registrati in natura. Ti porta lontano, cosa che mi piace moltissimo. Posso sentirmi in una risaia di Osaka o in un mercato di Nuova Delhi.

 

L'ULTIMA MUSICA CHE HO ASCOLTATO
Il nuovo album dei The Smile, la band nata dalla scissione dei Radiohead. Ma il mio artista di riferimento è Tom Waits, che ascolto in modo quasi religioso. Mi piace il fatto di poter sentire gli strumenti, il pizzicare delle corde, la meccanica. La musica è gran parte di ciò che sono. La ascolto e immagino di essere in un film: mi capita di fare le cose più banali, come andare al supermercato, ascoltando Mahler. Adoro anche i musical e continuo a sperare che la gente, nella vita reale, si metta improvvisamente a cantare e ballare.

Bridges con uno dei segni distintivi del suo stile, il cappello. © Tom Jamieson

 

IL MIGLIOR REGALO CHE HO FATTO DI RECENTE

Sharon, il nostro cane. Sono riuscito a farlo accettare a mia moglie dicendole che era un regalo per nostro figlio, che abbiamo adottato prima del lockdown. Lui e Sharon condividono l'esperienza dell'adattamento a un nuovo ambiente, così si sono aiutati reciprocamente.

 

L'ULTIMO CAPO AGGIUNTO AL GUARDAROBA

Vari impermeabili neri di Patagonia per affrontare le intemperie.

 

HO UNA COLLEZIONE DI…
Libri di fotografia di grande formato, come quelli di Todd Hido. Sono enormi e si fa quasi fatica a girare le pagine, quindi ci si siede e ci si gode ogni immagine. È un'esperienza immersiva e intima, l'opposto di scrollare su Instagram o guardare Netflix.

Uno dei libri migliori letti da Bridges quest'anno, “Lo—TEK. Design by Radical Indigenism”, di Julia Watson, 40 €, TASCHEN.

 

UNA SCOPERTA RECENTE

Il suolo. Ne sono ossessionato e sto imparando tutto quello che c'è da sapere dall'esperto di agricoltura rigenerativa Tim Williams e sua moglie Claire, una guru del compostaggio. Per molto tempo, con Hæckels, ho espresso il mio amore per l'oceano, ma la pandemia ha accelerato il mio interesse verso la terra. Vedendo persone sempre più disperate che aspettavano gli venisse recapitato il cibo, mi sono reso conto che ogni comunità dovrebbe coltivare il proprio. Con Hæckels

stiamo cercando di far sì che il packaging possa essere utile per il terreno e ogni scarto possa entrare in un sistema circolare e restituire qualcosa.

Una serie di prodotti HÆCKELS. © Tom Jamieson

 

CIÒ DI CUI NON POTREI FARE A MENO
La famiglia e la mia batteria. Ne ho una professionale, che ha fatto la sua vita, ma quando abbiamo adottato nostro figlio ne ho comprata una nuova. Avevo bisogno di qualcosa che mi aiutasse a metabolizzare l'enormità di ciò che stavamo vivendo e, negli ultimi due anni, mi è stata di grande supporto. Quando sono da solo la spingo nel capanno e improvviso con le bacchette. Mi ritaglio dello spazio per potermi perdere. Non potrei vivere in una casa senza strumenti musicali.

 

L'ARTISTA CHE MI HA CAMBIATO LA VITA
Paul Klee. Quando studiavo arte ho avuto un insegnante che mi ha fatto conoscere Klee e mi ha mostrato come il design abbia a che fare con l'interconnessione tra le cose. Non serve creare compartimenti stagni. Questo mi ha aperto la mente.

“Untitled” (1965), di Robert Rauschenberg, tra gli artisti preferiti di Bridges. © Bridgeman Images/Robert Rauschenberg Foundation/VAGA at ARS, NY and DACS, London 2022. SIAE 2022

 

UNA COSA DA CUI NON AVREI MAI PENSATO DI SEPARARMI
La nostra casa sulla spiaggia di Margate. C'è molta richiesta e non è facile averne una, ma, anche se ci sentivamo quasi onorati ad averla, alcune cose sono fatte per essere condivise. Era arrivato il momento di passare il privilegio a qualcun altro.

 

LA MIA STANZA PREFERITA

Lo studio. È pieno di oggetti strani, come un deodorante per ambienti di Mr. T. Per due anni e mezzo non ho avuto una casa e tutto ciò che possedevo era sparpagliato nei garage di qualcuno. Quando finalmente l'ho comprata ho recuperato tutto e quella stanza è diventata il fulcro degli affari e delle mie fonti di ispirazione: libri, oggetti, musica. Posso far risalire l'origine di ogni cosa a quella stanza: il primo sapone, il concept, il logo.

Uno degli strani oggetti dello studio. © Tom Jamieson

 

IL MIO EDIFICIO PREFERITO

Il faro di Dungeness. Ha l'aria trascurata e si trova nel mezzo dell'unico deserto della Gran Bretagna, quindi non c'è molto da vedere – per me è l'esperienza più vicina al trovarsi ai margini del mondo. Avevo l'abitudine di portarci persone conosciute da poco, perché non c'è altro da fare se non passeggiare e parlare, nessuna distrazione. Poi ho incontrato mia moglie Jo e ho scoperto che suo padre si era occupato dello smantellamento della centrale nucleare locale. Quando era piccola ci andava sempre e l'ho interpretato come un chiaro segno che eravamo fatti per stare insieme. Ci siamo sposati proprio lì, stretti al piano superiore insieme alle persone più care, mentre gli altri invitati erano disposti lungo la scala a chiocciola. L'acustica era fantastica, perché la scala conduceva il suono verso il basso, dando una sensazione d'intimità.

La sala lanterna del faro di Dungeness. © Tom Jamieson

 

NEL MIO FRIGO NON MANCANO MAI

I broccoli, che i miei figli mangiano come mele, e la salsa piccante. Sono cresciuto nel sud-ovest dell'Inghilterra mangiando fish and chips, ho sperimentato sapori diversi solo quando ho iniziato a frequentare.

 

IL MIGLIOR CONSIGLIO RICEVUTO
Me l'ha dato uno studente parigino, Gee, conosciuto grazie a un programma di scambio universitario: «Quando stai per entrare nella giungla, togliti gli stivali. Così, se calpesti un serpente, non ti morderà». Credo significhi: “muoviti con grazia e rispetto, senza troppo clamore”. Quando ho avuto bisogno di stringere legami in fretta ed entrare in contatto con culture diverse, quel consiglio si è rivelato molto utile.

 

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