Città metropolitane

Sostenibilità, il ritardo delle città italiane: il 35% dei bus ha più di 10 anni, differenziata poco sopra il 50%

Rapporto Istat (su dati 2019): restano forti squilibri territoriali, nel Tpl prevale la gomma, diminuisce l’acqua erogata e aumentano le perdite idriche. Avanza il rumore

di Carlo Marroni

(ANSA)

5' di lettura

Un quadro a tinte fosche. Aggravato dalla cronaca, che in questo scorcio di inizio estate ripropone Roma sommersa dai rifiuti, come ogni anno. Ma le cose vanno non bene anche nel resto del Paese. Difficoltà su tutti i fronti, squilibri territoriali, obiettivi Ue lontani. I capoluoghi italiani sono in ritardo nel percorso verso la sostenibilità, una delle travi portanti del Pnrr. Tornano a crescere nei comuni capoluogo domanda e offerta di trasporto pubblico locale (+3,2% e +1,7% sul 2018), ma restano forti squilibri territoriali. Il 34,8% degli autobus ha più di 10 anni. Continuano ad aumentare i km di piste ciclabili (+15,5% dal 2015), ma la rete delle ciclovie resta insufficiente in molte città, soprattutto nel Mezzogiorno. Nella gestione del ciclo dei rifiuti nessun capoluogo metropolitano raggiunge il target del 65% di raccolta differenziata previsto dalla normativa europea. Interventi di forestazione urbana in 43 capoluoghi per una superficie complessiva di 11 km2 (+30% dal 2011). L'Istat propone una panoramica degli indicatori dell'ambiente urbano, utile come benchmark per la futura valutazione dei programmi di ripresa post crisi (Green deal europeo e Piano nazionale di ripresa e resilienza, PNRR) e focalizzata su alcuni temi dell'8th Environment Action Programme dell'Unione europea. I dati sono riferiti ai 109 comuni capoluogo di provincia o città metropolitane.

Nei capoluoghi la differenziata media è appena sopra il 50%, Cagliari in testa (64,3%)

Ecco cosa emerge: è del 28,1% la quota di autobus a basse emissioni sul totale di quelli utilizzati per il trasporto pubblico locale (era del 23,5% del 2015). Aumentano lentamente le piste ciclabili: 24,2 km le lunghezze medie per 100 km2 di superficie territoriale nei comuni capoluogo (erano 21,0 km nel 2015) , salgono al 21,7% i servizi comunali fruibili interamente online dai cittadini dei capoluoghi (dal 10,2%). Il fronte ecologico tradizionale è dolente: più rifiuti urbani e meno raccolta differenziata nelle grandi città. Nel 2019, i comuni capoluogo hanno prodotto 10 milioni di tonnellate di rifiuti urbani (-0,1% sul 2018), circa un terzo del totale Italia (30,1 milioni di tonnellate, -0,3% sul 2018). La quantità di rifiuti prodotti è di 559,8 kg per abitante (circa il 10% in più della media Italia). Il valore più alto si rileva nelle città del Centro (610,9 kg per abitante, contro 549,3 del Nord e 526,4 del Mezzogiorno). La produzione pro capite è diminuita dal 2006 al 2016, ma il valore è rimasto sostanzialmente stabile. Nel 2019, i capoluoghi si attestano su una quota media del 52,0% di raccolta differenziata, nettamente inferiore alla media Italia (61,3%). Il dato dei capoluoghi presenta il consueto divario fra le ripartizioni (61,7% nel Nord, 51,7% nel Centro e 37,3% nel Mezzogiorno). Tra le città metropolitane, la più vicina al target Ue del 65% è Cagliari (64,3%), ma anche Venezia e Milano superano il 60%.

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Parco mezzi pubblico obsoleto

Sui trasporti qualche progresso c'è, ma sono presenti, troppi bus obsoleti in servizio. e anche questo è evidente dai fatti di cronaca, specie nella capitale. Il Trasporto pubblico locale (Tpl), presenta due principali criticità: la carenza di infrastrutture per il trasporto rapido di massa e l'obsolescenza del parco circolante. Nonostante i progressi degli ultimi anni in diversi comuni capoluogo, la rete su ferro del Tpl è ancora poco sviluppata e circoscritta a poche città: il filobus viaggia in 13 comuni su 268,5 km di linee (+17,4% dal 2015), il tram in 11 città su 369,2 km (+2,7%), la metropolitana in sette città su 191,2 km (+2,2%). Soltanto Milano e Torino, inoltre, hanno reti tranviarie molto estese in rapporto all'area urbanizzata (122 e 65 km per 100 km2 , contro i 16 di media delle altre città servite). Tra i capoluoghi metropolitani, le densità di rete più elevate si rilevano a Milano e Napoli per la metropolitana (49 e 18 km per 100 km2 ), a Cagliari e Bologna per il filobus (74 e 57 km per 100 km2 ). I bus a basse emissioni (fra cui ibridi e bi-fuel, non tutti Euro 6) sono il 28,1% del totale (+4,6 punti dal 2015). Tra questi prevalgono i veicoli a gas (24,7%, contro 3,4% di elettrici/ibridi). Fra i capoluoghi metropolitani, la quota di autobus a basse emissioni tocca il 53,4% a Bari, il 62,1% a Catania e il 69,2% a Bologna.

Nel Tpl prevale ancora la gomma, ma la metro avanza

Nella composizione dell'offerta di Tpl prevale il trasporto su gomma (autobus e filobus, 57,1%), ma metropolitana e tram guadagnano terreno grazie allo sviluppo dell'infrastruttura (41,1%, +5,2 punti dal 2014). Nei capoluoghi metropolitani l'offerta sale a 6.721 posti-km per abitante e la quota di tram e metropolitana supera il 50%. La domanda di trasporto pubblico è in aumento (+3,2% sul 2018), ma la crescita si concentra nelle città del Nord (+5,8%), mentre in quelle del Centro resta stabile e in quelle del Mezzogiorno si registra un calo del 2,6%. Le differenze territoriali sono, in questo caso, ancora più marcate: 263 passeggeri per abitante nel Nord, 220 nel Centro e appena 60 nel Mezzogiorno, a fronte di una media Italia di 192. Si rafforza l'offerta di mobilità condivisa Negli ultimi anni, i servizi di mobilità condivisa hanno integrato l'offerta di Tpl offrendo un ventaglio di nuove alternative all'uso o al possesso del mezzo privato per gli spostamenti in città. Il car sharing è presente in 37 comuni capoluogo (29 nel Centro-Nord, otto nel Mezzogiorno) con oltre 8.200 veicoli (+92,9% dal 2014). Fino al 2012 il servizio era disponibile soltanto nella modalità a postazione fissa, tuttora la più diffusa in termini di città servite (28). Tuttavia, quasi il 90% dei veicoli è fornito dai servizi a flusso libero, presenti in 16 città capoluogo con flotte più numerose e una platea di utenti più ampia. Ancora poco diffuso il car sharing elettrico Nonostante l'orientamento alla sostenibilità, i servizi di car sharing impiegano soltanto il 26,2% di veicoli a basse emissioni (valore, peraltro, sostanzialmente stabile dal 2016).

Meno acqua erogata e più perdite idriche. Il nodo del rumore

Nel 2018, le perdite idriche totali ammontano al 37,3% del volume immesso nelle reti dei comuni capoluogo. Le perdite sono molto consistenti in tutte le ripartizioni, soprattutto nel Mezzogiorno, dove raggiungono il 48,7%, contro il 41,0% del Centro e il 27,9% del Nord. Tra i capoluoghi metropolitani le perdite più alte risultano a Catania (57,8%), le più basse a Milano (14,3%). Le reti dei comuni capoluogo distribuiscono oltre il 30% della risorsa idropotabile, con consumi di acqua potabile erogata pari a 237 litri al giorno per abitante. Anche l'erogazione presenta differenze importanti tra le ripartizioni: dai 209 litri del Mezzogiorno ai 267 del Nord. Tra i capoluoghi metropolitani si osservano valori mediamente più alti, in particolare a Milano (365), Venezia (318) e Torino (286) al Nord; a Cagliari (246), Napoli (243), Catania (240) e Reggio di Calabria (235) nel Mezzogiorno. Dal 2012 al 2018 il volume di acqua erogata nei capoluoghi si è ridotto del 13,1% (da 268 a 237 litri al giorno per abitante). Le perdite idriche totali in distribuzione, invece, sono aumentate fino al 2016 (dal 35,3 al 39,0%) e diminuite nel 2018 (37,3%). L'inquinamento acustico è una delle aree di attenzione dei nuovi programmi: i capoluoghi che si sono dotati dei piani di zonizzazione acustica previsti dalla legge, mentre sono ancora inadempienti su questo fronte tre città del Centro-Nord e 18 del Mezzogiorno, tra cui Bari.

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