Sotheby’s, «La Grande Névrose» di Loysel brucia le aspettative
di Gabriele Biglia
3' di lettura
L'incanto del 16 febbraio dedicato da Sotheby's all'arte erotica attraverso i secoli, «Erotic: Passion & Desire», ha totalizzato complessivamente 5.292. 625 di sterline. Quasi 1/4 dei 107 lotti proposti è rimasto invenduto (82 sold / 25 unsold), ma la rara scultura simbolista in marmo realizzata nel 1896 da Jacques Loysel (1867-1925), intitolata «La Grande Névorse» (lotto 7) e acquistata da un anonimo collezionista privato, da sola ha raccolto 1.868.750 sterline, rispetto alla valutazione preventivata dagli esperti della casa d'aste di 120.000 -180.000. Si tratta di un raffinato e sensuale nudo accuratamente rifinito, frutto di un lavoro sapiente, che raffigura una giovane donna sdraiata sulla schiena in una posa eroticamente tortuosa, dove la politura lucente e smaltata del marmo restituisce in modo mirabile la morbidezza dell'incarnato. L'opera particolarmente rara, eseguita da uno scultore poco noto persino nella stessa Francia, è rimasta nell'atelier dell'artista sino alla sua morte, avvenuta nel 1925. Loysel non volle mai liberarsene, ritenendola il suo più grande capolavoro. Venne pubblicata nel catalogo della mostra che si tenne nel 1995 al Musée des Beaux-Arts de Montréal, curata da Jean Clair, «Paradis perdus: L'Europe symboliste».
La storia. Jacques Loysel si formò nello studio di Henri Chapu (1833-1891) e di Antoine Mercié (1845-1916). Prese inizialmente uno studio al 299 di rue du Faubourg Saint-Honoré e successivamente al 25 di rue de Prony, in Place Monceau, dove la «La Grande Névrose» rimase conservata sino alla sua morte.
Ecco come la descrive Jean Lorrain, scandaloso poeta e scrittore della Belle Époque, quando la vide esposta per la prima volta al Salone di Parigi del 1896, sottolineandone l'affascinante ambiguità tra l'estasi carnale e l'esaltazione dolorosa: «...E poi c'era un delizioso marmo firmato Loysel...una donna nuda gettata sulla schiena, in torsione...le labbra semiaperta e le palpebre socchiuse, in attesa dell'impossibile», per questo il lavoro si chiama «La Grande Névrose». Il nudo richiama l'intensa voluttà presente nell'«Estasi della beata Ludovica Alberoni» (1674) di Gian Lorenzo Bernini, custodita nella cappella Altieri, nella chiesa di San Francesco a Ripa, a Roma, dove la posa estatica della santa, stesa su un letto finemente ricamato nel bianco marmo, sembra altrettanto pregna di erotismo.
La scultura di Loysel venne esposta anche in occasione dell'«Exposition Internationale Universelle» di Parigi del 1900, evento epocale che a partire dalla sua inaugurazione avvenuta il 14 aprile 1900, accolse dopo 212 giorni di apertura 50 milioni di visitatori (l'ingresso costava 1 franco, 2 franchi la sera) e attirò 43mila espositori stranieri, quando la Francia contava al tempo poco più di 40 milioni di cittadini. Undici anni dopo che furono chiusi i cantieri della Tour Eiffel, ne vennero aperti dei nuovi in tutta Parigi per costruire la prima linea della metropolitana, il Grand Palais e il Petit Palais e le stazioni della Gare de Lyon e della Gare d'Orsay, per accogliere i visitatori che sarebbero accorsi nella Ville Lumière.
In asta. A segnare un altro importante prezzo di aggiudicazione è stato il rarissimo marmo a rilievo di «Ophelia» (lotto 1). Scolpito e firmato dalla grande attrice teatrale Sarah Bernhardt (1844 -1923), “pallida fiamma” ossessionata dalla morte per la quale Oscar Wilde scrisse in francese il celebre dramma Salomè, l'altorilievo, raffigurante uno dei principali personaggi femminili della tragedia di Shakespeare, è stato acquistato per 308.750 sterline da un collezionista, da una valutazione di partenza di 50-70.000 sterline.
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