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Spac, Galileo controcorrente si butta a Wall Street

Oggi il debutto sul Nyse della società veicolo con team tutto italiano che sfida sfida il nervosismo dei mercati e le ombre che si allungano sull’economia

di Marco Valsania

(Afp)

2' di lettura

Una Spac con Dna italiano, Galileo, sfida il nervosismo dei mercati e le ombre che si allungano sull’economia e si accasa a Wall Street, per la precisione al New York Stock Exchange. Un debutto che, secondo quanto emerso da indiscrezioni raccolte sul parterre, avverrà oggi: la “Special purpose acquisition company” è nata e si quota in Borsa, come vuole il suo acronimo, per orchestrare merger, scambi azionari, acquisizioni di asset e altre operazioni ancora con uno o più business. Ma si dà un mandato particolare: investire sotto forma di partner di minoranza in una società di medie dimensioni, vale a dire con un equity value compreso tra i 300 milioni e il miliardo di dollari. Non solo: le società prese in considerazione avranno sede in Europa Occidentale, Italia compresa, e avranno una strategia caratterizzata da forte crescita in Nordamerica.

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Anzi, l’Italia si pone fin da subito come uno dei terreni privilegiati di caccia: da quanto emerso, il focus riguarderà aziende italiane, spesso familiari, che rappresentino la fascia alta del Made in Italy, dalla qualità ingegneristica allo stile d’avanguardia. In termini di settori dovrebbero essere considerati i consumi, il retail, l’alimentare e bevande, la moda e il lusso, e anche nicchie industriali, tecnologia e sanità. I criteri nell’approccio: potenziale di crescita, flusso di cassa stabile, manager di esperienza e un profilo di governance e finanziario già pronto allo scrutuinio riservato alle società quotate.

Accompagnare le pmi in Borsa, tutte le potenzialità della Spac

Galileo - che originalmente ha raccolto 120 milioni di dollari, oltre i 100 milioni ipotizzati - ha alle spalle il fondo statunitense Magnetar Capital, che detiene una partecipazione di minoranza nello sponsor della Spac, la Galileo Founders Holdings. Con sede a Evaston in Illinois, e attivo dal 2005, Magnetar ha in gestione 12,9 miliardi di dollari di asset su scala internazionale e l’obiettivo di perseguire rendimenti stabili. Non è nuovo all’Italia: è inizialmente sbarcato nel 2017, come parte di un’iniziativa battezzata European Private Credit. Da allora si è impegnato in Banca Consulia, Zoom Torino, Cad-IT e Ansett. A sua volta punta a identificare solidi imprenditori e squadre di management alla guida di business di medie dimensioni.

Galileo, da parte sua, è guidato dal chief executive officer e presidente Luca Giacometti, un veterano di 30 anni del private equity. Giacometti è anche un veterano delle Spac, ne ha finora create quattro dedicate al mercato italiano. Direttore finanziario è Alberto Recchi, esperto di corporate e leveraged finance e di fusioni e acquisizioni. A New York aveva fondato una merchant bank e in precedenza si era fatto le ossa a Credit Suisse tra Londra e New York.

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