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Space Economy, una filiera integrata che guarda al futuro con lo spazioporto di Grottaglie, i voli suborbitali, i sistemi a pilotaggio remoto. Una Cape Canaveral in Italia

di Vincenzo Rutigliano

Aeroporto di Taranto - Grottaglie (Aeroporti di Puglia)

7' di lettura

Un mosaico fatto di grandi gruppi multinazionali, di Pmi e di startup innovative. Un quadro composito - e in filiera - che fa della Puglia una delle cinque regioni con il più alto numero di attività industriali aerospaziali e di insediamenti produttivi e l'unica nella quale si realizzano sia prodotti per la componentistica che software aerospaziali, materiali innovativi, satelliti e telecomunicazioni. Tutto frutto di una crescente specializzazione manifatturiera regionale che nel tempo ha fatto dell'aerospazio uno dei distretti più vivaci del Paese. Nel tempo è sorto e si è consolidato - gruppo Leonardo a parte presente a Grottaglie -  un mosaico con big player locali del calibro di Sitael, Exprivia  (gruppo Ict con 2400 addetti) che giusto nelle settimane scorse si è vista aggiudicare la gara Esa da 25 milioni di euro per la fornitura del “Payload Data Ground Segment” (Pdgs) della costellazione satellitare italiana Iride, un programma spaziale che sarà realizzato in Italia con le risorse del Pnrr, una piattaforma in grado di raccogliere i dati di oltre 30 satelliti, e di elaborarli in modo sistematico per lo studio dei fenomeni naturali climatici e del territorio. Ma ci sono anche Pmi del peso, per esempio, della Planetek Italia di Bari che realizza sistemi e servizi per l'elaborazione di dati cartografici satellitari, o della Novotech aerospace advanced technology di Avetrana, nel tarantino, attiva nella ricerca ed innovazione ingegneristica che ha sviluppato il progetto “Seagull”,un idrovolante ultraleggero che si trasforma in un natante propulso a vela e a motore, la cosiddetta “barca volante”, a basso impatto ambientale . Non solo. Nel comparto ha un ruolo decisivo la ricerca pubblica, oltre che privata. Il Politecnico di Bari, da ultimo, è dentro il polo nazionale di trasferimento tecnologico "Galaxia", una sfida cui partecipano prestigiosi atenei come il Politecnico di Torino, La Sapienza di Roma, l’Università di Padova. Galaxia avrà una dotazione complessiva di 30 milioni in 4 anni per investire in oltre 30 nuove imprese nelle fasi di prototipazione e seed. Più di ogni altra filiera questa dell'aerospazio guarda al futuro, dai voli suborbitali dello spazioporto di Grottaglie ai sistemi di pilotaggio remoto, un comparto che in cifre - secondo uno studio di Banca Ifis di dicembre scorso - coinvolge 550 Pmi con un impatto occupazionale stimato in 7.500 addetti, 400 ricercatori ed un fatturato pari a 1,5 miliardi di euro.

L'impegno del DTA

A sostegno del settore è attivo anche il distretto tecnologico Aerospaziale (Dta) che ha per soci le università pugliesi di Bari e del Salento, il Politecnico, il Cnr e 22 imprese del comparto che operano per aumentare la produzione e la competitività, creando innovazione e stimolando la ricerca. Alcune di esse hanno anche acquisito posizioni di livello nazionale ed internazionale con la partecipazione a programmi sia dell'Agenzia spaziale europea (Esa) che italiana (Asi), grazie alla progettazione e realizzazione di sistemi informativi ad alta tecnologia, moduli motore e componenti.

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Monitor di Banca Intesa SanPaolo: export distretto in crescita

Una delle chiavi che spiegano la vivacità di questo distretto è l'approccio fortemente integrato e la vocazione, molto forte, all'export con un valore, prima della pandemia, per 739 milioni di euro (con una incidenza dell'11,9% sull'export nazionale), quasi la metà dei ricavi annui. Nel 2022 - secondo i dati del Monitor sui distretti industriali del Sud di Intesa San Paolo reso noto a giugno scorso - il polo aerospaziale pugliese ha incrementato, sia pure in misura molto lieve, il suo export, dello 0,9% rispetto al 2021, in valore 3 milioni di euro. Dati, questi, che hanno portato il loro contributo al + 30,6% di export ottenuto - sempre secondo banca Intesa San Paolo - l'anno scorso dai poli tecnologici del Sud, in valore 1,3 miliardi di euro.

Il futuro, lo spazioporto di Grottaglie, i voli suborbitali, i sistemi a pilotaggio remoto, una Cape Canaveral in Italia.

Secondo le recenti stime di McKinsey, il valore della Space Economy a livello mondiale nel 2022 è stato di 447 miliardi di dollari, con una tendenza alla crescita che porterebbe il valore a toccare quota 1.000 miliardi entro il 2030. Non sorprende, quindi, che sulla space economy si concentrino investimenti pubblici e privati.

Nel corso degli ultimi due cicli di programmazione tra contratti di programma e misure come il PIA la Regione ha stanziato incentivi per circa 400 milioni di euro, a fronte di progetti di sviluppo promossi da grandi e piccole e medie imprese in diversi ambiti, dalla realizzazione di aerostrutture in fibra di carbonio alla ricerca ed innovazione nel campo dei sistemi di propulsione e lo sviluppo della nuova generazione di motori avionici.

Alla presenza di primari gruppi industriali nazionali e internazionali, si aggiunge un’infrastruttura strategica di interesse nazionale, l’aeroporto “Marcello Arlotta” di Taranto-Grottaglie che costituisce un volano di sviluppo per il settore aerospaziale in Puglia.

Nel 2014, l’aeroporto è stato qualificato dall’Enac per “svolgere la funzione di piattaforma logistica integrata attività di sviluppo di ricerca e sperimentazione di prodotti aeronautici, con l’attivazione delle procedure di gestione per l’uso flessibile dello spazio aereo”, aprendo la strada per la creazione di un’area Test Bed per la sperimentazione in particolare dei voli “unmanned”, unica nel Sud Europa.

Il Grottaglie Airport Test Bed (Gatb) sarà presto una realtà grazie all’impegno del Distretto Tecnologico Aerospaziale (Dta) e i suoi soci del Politecnico di Bari, dell’Università di Bari e di quella del Salento, che hanno dato recentemente il via al percorso di realizzazione dell’infrastruttura di ricerca, opera già inclusa nel Piano nazionale delle infrastrutture di ricerca 2014-2020 (Pnir) e altresì inserita in quello successivo, 2021-2027, con opere di potenziamento per la realizzazione di laboratori dotati di apparati atti a fornire servizi di ricerca e sperimentazione per lo sviluppo tecnologico e delle soluzioni a livello europeo, soprattutto nel campo dei sistemi aerei a pilotaggio remoto (Sapr).

Già sede di importanti investimenti di Leonardo, multinazionale italiana dell’aerospazio, della difesa e della sicurezza, l’aeroporto di Grottaglie è stata individuata nuovamente come sito per la produzione di alcuni elementi del Programma Eurodrone, il velivolo a pilotaggio remoto di classe Male (Medium Altitude Long Endurance) europeo che vede ad oggi la partecipazione di Germania, Spagna, Francia e Italia con le rispettive industrie Airbus, Dassault e Leonardo.

Guardando oltre il Test Bed, il ruolo dell’aeroporto di Grottaglie nella space economy si rafforzerà con la sua designazione da parte del Governo italiano e dell’Enac come sede del primo spazioporto italiano, destinato ad accogliere i voli suborbitali ed i vettori spaziali del futuro, offrendo una vasta gamma di servizi innovativi, sia civile che militare, in grado anche di attivare un notevole indotto economico e industriale nel comparto aerospaziale.

Lo scorso agosto 2022, Enac e Aeroporti di Puglia (AdP) hanno costituito l’associazione “Criptaliae Spaceport”, che ha raccolto soci istituzionali come l’Autorità per l’Aviazione Militare, l’Enav e il Cira, oltre ad alcuni stakeholder del settore, con lo scopo di dotare l’Italia di una risorsa di eccellenza per sostenere lo sviluppo dell’industria aeronautica/aerospaziale nazionale.

È toccato, quindi, ad Aeroporti di Puglia che gestisce la rete aeroportuale pugliese, affidare, in seguito ad una procedura di evidenza pubblica, i servizi di ingegneria e architettura connessi con l’attualizzazione degli interventi richiesti per la nuova funzione aerospaziale attribuita allo scalo di Taranto-Grottaglie, attraverso la realizzazione dell’infrastruttura e delle aree di volo destinate alla realizzazione dello spazioporto italiano che si colloca a pieno titolo nell’ambito della strategia nazionale che consentirà all’Italia di rafforzare il suo ruolo nell’accesso allo spazio.

Dunque aeronautica e spazio. Secondo Pierluigi Di Palma, presidente dell'Enac, “spazio e aerospazio sono due settori fondamentali e strategici per l'interesse del Paese e il cuore di questo progetto chiamato Criptaliae Spaceport ha per obiettivo primario proprio a Grottaglie la promozione della new space economy che consentirà lo sviluppo di un polo tecnologico integrato”.

 “L’aerospazio – ha detto l’assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia, Alessandro Delli Noci – è un settore strategico per la Puglia che oggi è una delle cinque regioni italiane in cui maggiore è la presenza di attività industriali aerospaziali e di insediamenti produttivi e l’unica regione italiana nel cui territorio sono presenti contemporaneamente aziende con prodotti diversificati che costituiscono l’intera filiera, dalla produzione di componentistica a quella dei software aerospaziali.

Il nostro fiore all’occhiello è l’aeroporto di Grottaglie in provincia di Taranto, dedicato al “Test Bed” di aeromobili a pilotaggio remoto. Lo stesso aeroporto è destinato a diventare il primo spazioporto italiano per i voli suborbitali e un polo logistico integrato di sviluppo del trasporto merci per via aerea. I risultati ottenuti in questi anni sono anche il frutto di una politica regionale che ha puntato dritta verso questo settore, investendo ingenti risorse provenienti in gran parte da fondi strutturali europei, supportando l’internazionalizzazione degli attori coinvolti, ospitando eventi di settore a livello internazionale. A proposito di investimenti, con un apposito avviso destinato al potenziamento dell’infrastruttura “Airport Test Bed” di Taranto-Grottaglie, con una dotazione di 11 milioni di euro, abbiamo finanziato il progetto presentato dal Dta (Distretto Tecnologico Aerospaziale pugliese) e dalle realtà accademiche pugliesi (il Politecnico di Bari, l’Università di Bari e l’Università del Salento).

La proposta presentata si prefigge l’obiettivo di sviluppare il Grottaglie Airport Test Bed (Gatb) come un’infrastruttura di ricerca  con l’ambizione di guidare, favorire e supportare il sistema della ricerca aerospaziale pugliese, italiano ed europeo, sia pubblico che privato, nello sviluppo di nuove conoscenze, competenze e capacità innovative per la ricerca e la sperimentazione di nuovi sistemi aeromobili a pilotaggio remoto o autonomi; applicazioni degli stessi in ambito monitoraggio ambientale e territoriale e di logistica; servizi U-space abilitanti servizi di Urban Air Mobility, e in generale delle soluzioni per l’integrazione di tali velivoli nello spazio aereo.

Infine, con un Accordo Quadro tra Agenzia Spaziale Italiana e Regione Puglia abbiamo voluto rafforzare la collaborazione nel campo della ricerca scientifica e tecnologica applicata al settore spaziale e aerospaziale”.

Verso MAM 2024

A conferma del ruolo della Puglia nel settore aerospaziale e dell’Italia nella nuova “space economy”, si riuniranno a marzo 2024, per la seconda edizione dell’evento Mediterranean Aerospace Matching (Mam) negli spazi dell’aeroporto di Grottaglie, autorità e policymaker, esperti di settore, rappresentanti dell’industria nazionale ed internazionale, start-up e professionisti, studenti e ricercatori, per confrontarsi sull’evoluzione del settore dell’aerospazio e le nuove sfide nel campo della mobilità aerea avanzata e dei sistemi di trasporto spaziali.

L’evento internazionale,promosso dalla Regione Puglia e dall’Enac ed organizzata da AdP, in collaborazione con il Dta e Criptaliae Spaceport, si svilupperà su tre giornate di lavoro, dal 20 al 22 marzo, caratterizzate da un programma di convegni e workshop focalizzati su tematiche connesse con l’evoluzione delle operazioni aeree e la mobilità aerea innovativa e lo sviluppo del mercato aerospaziale, oltre allo “Spaceport Day”. Il programma di incontri sarà affiancato da aree espositive interne, dove Pmi e start-up potranno presentare idee e prodotti, incontrare le imprese industriali e i potenziali investitori, oltre ad una zona esterna dedicata all’esposizione statica di velivoli ed ai voli dimostrativi dei droni. Inoltre, è previsto lo svolgimento di un “job fair” settoriale, finalizzato a mettere i giovani studenti, laureati e ricercatori in contatto con le imprese nazionali ed internazionali attive nel settore aerospaziale.

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