Istat: Italia e Spagna non hanno ancora recuperato il calo della natalità del 2020
Il crollo delle nascite si è protratto nei primi sette mesi del 2021 per poi rallentare verso la fine dell'anno. Secondo i dati provvisori per il primo trimestre 2022, a marzo il calo raggiunge il suo massimo (-11,9% rispetto allo stesso mese del 2021)
di Andrea Carli
I punti chiave
- Blangiardo: forte resilienza e grandi vulnerabilità
- 14 milioni over 65, 20mila i centenari
- Impatto rilevante della pandemia sulla dinamica demografica
- A marzo 2022 il calo delle nascite ha raggiunto il livello massimo
- Meno coppie giovani al primo matrimonio
- Gli altri fattori
- Con lo ius scholae cittadinanza a 280mila ragazzi
3' di lettura
L’emergenza sanitaria Covid-19 ha ulteriormente accentuato un elemento che caratterizza, e non da oggi, l’Italia: l’invecchiamento della popolazione. È quanto mette in evidenza il Rapporto annuale 2022 dell’Istat, presentato giovedì 7 luglio alla Camera.
Una fotografia che fa riflettere sul futuro del Paese, e che parte da una considerazione: Spagna e Italia non hanno ancora recuperato il calo della natalità del 2020. In Francia, dopo la riduzione osservata tra il 2015 e il 2020, nel 2021 le nascite sono state 3mila in più. In Germania, a un calo dei matrimoni nel 2021 è corrisposto un balzo nel numero dei nati, il più alto dal 1997.
Blangiardo: forte resilienza e grandi vulnerabilità
«Forti capacità di resilienza e le grandi vulnerabilità» emergono in Italia dal rapporto annuale dell’Istat, secondo il presidente Gian Carlo Blangiardo. «Dopo lo shock della pandemia, con una caduta del Pil senza precedenti dalla Seconda guerra mondiale, la ripresa è stata rapida e robusta», ha detto Blangiardo presentando il rapporto alla Camera. Tuttavia, aggiunge, «con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia si sono creati nuovi e importanti ostacoli e sono emersi numerosi elementi di incertezza sia per le imprese, sia per quei cittadini che speravano in un rapido percorso verso un futuro migliore».
14 milioni over 65, 20mila i centenari
L’Italia - mette in evidenza il report - continua ad invecchiare a causa di una persistente bassa fecondità e una longevità sempre più marcata. Al 1° gennaio 2022 l’indice di vecchiaia (rapporto percentuale tra anziani di 65 anni e più e giovani di età inferiore a 15 anni) è pari a 187,9%, aumentato in vent’anni di oltre 56 punti. Anche nei prossimi decenni si prevede che l’invecchiamento continuerà: l’indice raggiungerà quota 293 al 1° gennaio 2042. Gli anziani di 65 anni e più sono 14 milioni 46mila a inizio 2022, 3 milioni in più rispetto a venti anni fa e pari al 23,8% della popolazione totale. Nel 2042 saranno quasi 19 milioni, il 34% della popolazione. I grandi anziani (80 anni e più) superano i 4,5 milioni mentre la popolazione con almeno cento anni raggiunge le 20mila unità, valore quadruplicato negli ultimi vent’anni. Nel 2042 gli ultraottantenni saranno quasi 2 milioni in più e gli ultracentenari triplicheranno, raggiungendo le 58mila e 400 unità.
Impatto rilevante della pandemia sulla dinamica demografica
In questo contesto la pandemia Covid- si legge nel documento - ha avuto un impatto rilevante su tutte le componenti della dinamica demografica. La perdita di popolazione ascrivibile alla dinamica demografica negativa è stata pari a 658mila residenti tra il 1° gennaio 2020 e il 31 dicembre 2021, mentre il deficit è risultato doppio rispetto a quello riscontrato nel biennio 2018-2019 (-296mila).
A marzo 2022 il calo delle nascite ha raggiunto il livello massimo
Il crollo delle nascite si è protratto nei primi sette mesi del 2021 per poi rallentare verso la fine dell'anno. Secondo i dati provvisori per il primo trimestre 2022, a marzo il calo ha raggiunto il suo massimo (-11,9% rispetto allo stesso mese del 2021).
Meno coppie giovani al primo matrimonio
Il calo della nuzialità non ancora recuperato e la diminuzione di coppie giovani al primo matrimonio hanno ristretto il numero di potenziali genitori, con evidenti ripercussioni sulle nascite a partire dagli ultimi due mesi del 2020 (relativi ai concepimenti di marzo-aprile 2020).
Gli altri fattori
Nel 2020 emigrazioni, immigrazioni, mobilità interna si sono ridotte fortemente. La dinamica migratoria complessiva ha mostrato lievi segnali di recupero nel 2021, al netto degli aggiustamenti anagrafici. I dati anticipatori di gennaio-marzo 2022 confermano la tendenza all’aumento delle iscrizioni dall'estero (+26,1%) e la contrazione delle cancellazioni per l'estero (-19%), con un saldo migratorio pari a +50mila unità, quasi il doppio rispetto al primo trimestre 2021.
Con lo ius scholae cittadinanza a 280mila ragazzi
Nel Rapporto annuale 2022 l’Istat stima che con lo ius scholae, al centro del dibattito politico, circa 280mila ragazzi acquisirebbero la cittadinanza, tra coloro che sono potenzialmente interessati dalla proposta di legge oltre il 25% risiede in Lombardia. La platea fotografata risponde ai requisiti della nascita in Italia o dell’arrivo prima del compimento dei 12 anni, più la continuità della presenza e frequenza di 5 anni di scuola. Al primo gennaio 2020 sono oltre 1 milione i minorenni nati in Italia da genitori stranieri (di seconda generazione in senso stretto), il 22,7% dei quali (oltre 228mila) ha finora acquisito la cittadinanza italiana.
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