La competizione con Italia e Germania

Spazio, la Francia crea (da sola) una nuova società di lanciatori Maia

La società di mini-lanciatori opererà sul mercato. Nasce senza consultazioni con l’Italia. Il capitale sarà aperto a nuovi investitori

di Gianni Dragoni

(AFP)

3' di lettura

La Francia va avanti con il progetto MaiaSpace, la nuova società creata da ArianeGroup per realizzare mini-lanciatori riutilizzabili, in grado di portare in orbita satelliti da 500 fino a 1.500 chilogrammi. La società è stata creata come una start up di ArianeGroup, la società controllata in misura paritetica da Airbus e Safran, due colossi dell’aerospazio controllati dallo Stato francese (Airbus insieme allo Stato tedesco). La guerra non ha fermato i programmi francesi. È stato appena nominato a.d. di MaiaSpace Yohann Leroy, già vice-a.d. e Chief technology officer di Eutelsat.

La concorrenza a SpaceX

Si dice che lo scopo sia fare concorrenza a SpaceX, la potentissima società americana fondata da Elon Musk, il fondatore di Tesla, considerato l’uomo più ricco del mondo secondo le stime di Forbes. SpaceX si presenta sul mercato con tariffe di lancio più basse degli europei, grazie ai soldi guadagnati - dicono in Europa - ai ricchi contratti della Difesa americana.

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Italia non coinvolta

L’iniziativa MaiaSpace è stata portata avanti tutta dai francesi con l’appoggio del governo, senza coinvolgere l’Italia malgrado ci siano diverse collaborazioni (in particolare con Avio Spa). A margine del Trattato del Quirinale, il 6 novembre scorso era stato firmato un accordo bilaterale per investimenti nello spazio e per rafforzare la competitività di Ariane 6, il nuovo lanciatore pesante costruito da ArianeGroup che volerà entro fine anno, e di Vega C, il prodotto dell’italiana Avio che dovrebbe fare il primo volo in maggio da Kourou. La mossa francese ha creato disappunto in ambienti industriali italiani, ma nessuna reazione ufficiale.

Reazione alla Germania

La reazione dei francesi è considerata una risposta alle iniziative della Germania, che non ha accettato le proposte di collaborazione e di dialogo che erano state tentate l’anno scorso da Parigi insieme al governo italiano, quando la politica dello spazio era affidata al sottosegretario Bruno Tabacci, al quale è poi subentrato il ministro dell’Innovazione, Vittorio Colao. In Germania c’è una vivacità di diverse imprese, anche private, che hanno raccolto fondi per lanciare satelliti.

Bernardini, direttore strategia di ArianeGroup

Morena Bernardini, direttore strategia di ArianeGroup, replica che l’iniziativa è aperta ad altri soci. La dirigente italiana afferma, in un colloquio con Il Sole 24 Ore: «Per i lanciatori ci vuole un asse comune. Sarà un asse italo-francese? Non può essere solo francese, solo italiano, solo tedesco. ArianeGroup ha dato la sua visione, la sua strategia precisa con Maia. Abbiamo imposto in maniera chiara la nostra visione. Non può essere come in America dove «one size fits all». Abbiamo espresso all’Agenzia spaziale europea (Esa) la nostra visione, l’abbiamo presentata anche alla Commissione europea».

Due versioni

«ArianeGroup non ha nascosto le sue strategie. Cioè lavorare su una famiglia di lanciatori che hanno dei sottosistemi, di cui Maia è il più piccolo», aggiunge Bernardini. I micro-lanciatori portano carichi tra 100 e 500 kg in orbita bassa, fino a 700 km. Maia è un «mini-lanciatore, nella versione riutilizzabile potrà portare carichi fino a 500 kg in Sso, oppure sarà «expandable», non riutilizzabile, userà tutta la potenza come Ariane 6 fino a carichi di 1,5 tonnellate in Sso».

Maia opererà come soggetto privato

La novità è che «Maia non è un programma Esa, è una società a parte, uno spin off di ArianeGroup, una start up, approvata anche dalla politica francese. Si vuole lavorare in modo agile. Maia non funzionerà sotto l’egida Esa del ritorno geografico degli investimenti. Questo è un progetto privato. Si vuole avere la libertà di scegliere i fornitori». Questi in astratto potrebbero essere anche americani, ma questo viene escluso, almeno per le parti sensibili. «Rimane una logica europea», precisa Bernardini. Ci sono state consultazioni con altri partner, italiani, di altri paesi? «No».

Il rischio di sovrapposizione con Vega

L’intenzione è di raccogliere capitali da altri investitori. ArianeGroup ad oggi vuole restare l’azionista industriale di riferimento. Maia andrà a disturbare Avio e a sovrapporsi con l’attività del Vega? «Il lancio è previsto nel 2026, così ha chiesto il presidente Macron. Non dobbiamno guardare alla situazione di oggi, ma ai prossimi anni. Nel 2026 Vega avrà una performance di 3 tonnellate in orbita Sso. Vega vuole evolvere, il che significa che non stiamo creando una concorrenza con il Vega».

I rapporti con Avio

Chiediamo come sono i rapporti con Avio. «Sono solidi», risponde Bernardini. A Roma però non sono del tutto convinti che sia così. Maia non sarà il killer del Vega? «No. Può essere un veicolo di collaborazione, per chi vuole capire». Chi vivrà vedrà.

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