Spazio, lanciato il satellite Cosmo-SkyMed. Ecco il suo compito
È partito dalla base di Cape Canaveral, in Florida, uno dei pezzi più pregiati dell’ingegneria spaziale italiana: il nuovo satellite Cosmo-SkyMed di seconda generazione
di Leopoldo Benacchio
4' di lettura
È partito dalla base di Cape Canaveral, in Florida, alle 0:11 ora italiana del 1 febbraio uno dei pezzi più pregiati dell’ingegneria spaziale italiana: il nuovo satellite Cosmo-SkyMed di seconda generazione. Un Falcon 9, razzo in parte riutilizzabile di SpaceX, ha portato in orbita il satellite, oltre 2200 chili di massa, che, per qualche tempo, si affiancherà agli altri 5 già operativi, che costituiscono una costellazione per l’osservazione della Terra con tecnologie radar, unica nel suo genere e, val la pena di dirlo, molto apprezzata anche a livello internazionale.
È finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana, Asi, su fondi del Ministero dell’Università e Ricerca e del Ministero della Difesa, dato che è un satellite a uso duale, per usi civili e militari. Una modalità, questa, insolita specie per noi, ma che si è rivelata vincente per realizzare e gestire questa complessa operazione in cui l’industria italiana del settore ha dato veramente il meglio di sé, con le due joint venture di Leonardo, Thales Alenia Space e Telespazio, ma anche con il concorso di tante pmi che potenziano il settore spaziale nazionale.
Una partenza perfetta ma sofferta, al quinto tentativo: per tre giorni il meteo avverso ha impedito la partenza e la quarta volta, quando tutto sembrava procedere al meglio, a soli 33 secondi dalla partenza è stato bloccato il conto alla rovescia. Incredibile a dirsi, ma una nave passeggeri per crociera è stata segnalata, all’ultimo momento, mentre viaggiava tranquillamente al largo della costa della Florida nella zona rossa, quella in cui, per prudenza, non deve esserci nulla e nessuno durante il lancio. Finalmente al quinto giorno, e quinto tentativo, tutto è andato al meglio e ora il complesso satellite può iniziare a lavorare.
Thales Alenia Space, joint venture tra Thales 67% e Leonardo 33%, ha in carico il programma COSMO-SkyMed di Seconda Generazione: progettazione e sviluppo dei satelliti e progettazione, integrazione e messa in servizio del sistema end-to-end, punto, quest’ultimo, che cura con Telespazio, a suo volta joint venture fra Leonardo 67% e Thales 33%, per quanto riguarda il fondamentale segmento di terra. Sarà dal Fucino, base storica di Telespazio, che verranno gestite le prime fasi del lancio fino alla messa in orbita.
A questo punto abbiamo attorno alla Terra 6 di questi satelliti, 4 di vecchia generazione, lanciati tra il 2007 e il 2010, e due, con questo, di nuova e più performante generazione: nel prossimo futuro i “vecchi” verranno deorbitati man mano che gli altri due di nuova generazione verranno inseriti in orbita. Una staffetta spaziale che ci permette di avere sempre il meglio a disposizione.
I satelliti utilizzano tecnologie radar in cui l’Italia è indiscussa autorità, migliorate nella risoluzione spaziale e ampliate a più bande di frequenza in questa seconda generazione, e che permettono di vedere il suolo in qualunque condizione meteo e di illuminazione, vantaggio impagabile in tante situazioni e non solo di emergenza. Un progetto frutto di una “ visione lungimirante e di sistema che lo ha ispirato” ha dichiarato Alessandro Profumo, amministratore delegato di Leonardo, che vede in questo un ottimo presupposto per affrontare, come Paese, le sfide della New Space Economy e trasformarle in opportunità per la ripresa.
Impressionanti i numeri dell’utilizzo finora, che non potranno che aumentare e migliorare : 2 milioni di immagini, 7 milioni di chilometri quadrati monitorati, come dire 14 volte la superficie di tutta la Terra. In pratica la costellazione può osservare qualsiasi punto della Terra con risoluzione, ovvero capacità di distinguere i particolari, molto elevata e spedire a terra i dati relativi, alla stazione dell’ASI di Matera, dove la società e-geos li processa e distribuisce a clienti e utenti in tutto il mondo. La parte militare viene gestita dalla stazione di Pratica di Mare.
L’utilizzo civile di questi satelliti spazia dal controllo dell’agricoltura a quello dei beni culturali e loro stato, dal monitoraggio di infrastrutture critiche, come le dighe, i ponti e le autostrade. Ci sono parecchi esempi, anche recenti, dell’utilizzo della costellazione Cosmo-SkyMed e del suo valore strategico, in campo marittimo nella sorveglianza di iceberg sempre più frequenti per le condizioni della calotta polare al monitoraggio del canale di Suez nel 2021 durante l’incidente in cui la nave cargo Even Given si incagliò fra le sponde del canale stesso, all’osservazione, recentissima, dell’eruzione vulcanica alla Isole Canarie. La capacità di vedere con ogni tempo e ogni condizione di luce grazie al radar, ancora più performante nella seconda generazione è l’asso nella manica di questa costellazione, che ha ora, nella seconda generazione, anche capacità superiori di interscambio, e questo non è trascurabile nel momento in cui, come noto, i fondi del Pnrr spazio, come annunciato dal ministro Colao, serviranno principalmente per una nuova costellazione per l’osservazione della Terra, anche se non è ancora delineato più che tanto il progetto, probabilmente, o meglio forse, basato questa volta su piccoli satelliti.
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